Il film: Theater of Thought, 2022. Regia: Werner Herzog. Cast: Werner Herzog, Philippe Petit. Genere: Documentario. Durata: 107 minuti. Dove l’abbiamo visto: Alla Viennale, in lingua originale.
Trama: Werner Herzog esplora le varie sfaccettature scientifiche del cervello umano, dall’intelligenza artificiale all’elaborazione visiva di immagini mentali.
Come regista di film di finzione si è recato in luoghi talvolta capaci di mettere alla prova la sopravvivenza umana (soprattutto se accompagnato dal nemicoamico Klaus Kinski), e come documentarista non è stato da meno. Parliamo di Werner Herzog, che nel 2022 – anno del suo ottantesimo genetliaco – ha firmato ben due lungometraggi, accompagnandoli in giro per festival, tra cui la Viennale, di cui il regista tedesco è stato direttore artistico dal 1990 al 1993. E in tale occasione, nella capitale austriaca, abbiamo assistito a quello che forse è il suo viaggio più ambizioso in assoluto, di cui parliamo nella nostra recensione di Theater of Thought.
La trama: dentro la mente
Dopo aver filmato su ogni continente, Herzog decide, a questo giro, di dedicarsi a una meta più astratta: il cervello umano. Viaggiando tra la Germania e gli Stati Uniti, il cineasta intervista vari scienziati sulla composizione della massa cerebrale, il suo rapporto con evoluzioni tecnologiche come l’intelligenza artificiale, il significato delle sperimentazioni su determinati animali ed eventuali applicazioni di determinate teorie in ambito artistico.
Il cast: scienziati e funamboli
Ovviamente lo stesso Herzog è una presenza centrale nel film, fungendo da narratore e intervistatore in giro per i vari luoghi che visita per trovare risposta ai suoi quesiti. Nel corso del lungometraggio interagisce con vari scienziati, alcuni dei quali premiati con il Nobel per le loro scoperte, e si concede anche una visita a un amico particolare: Philippe Petit, celebre funambolo francese che ha un metodo tutto suo di usare la mente per ignorare l’ambiente circostante e non avere paura quando compie le sue prodezze acrobatiche. È famoso per aver camminato tra le due Torri Gemelle del World Trade Center, episodio che ha ispirato il documentario Man on Wire di James Marsh e il film di finzione The Walk di Robert Zemeckis.
Il cervello, ultima frontiera
In questa occasione, Herzog mette simpaticamente le mani avanti e ammette di aver scelto un argomento che a tratti può essere troppo complesso: mentre uno scienziato spiega i principi della fisica quantistica, e come questi possano essere applicati allo studio del cervello umano, il cineasta continua a inquadrare la lavagna ma taglia l’audio dell’intervistato per affermare “Non ho la più pallida idea di cosa stia dicendo. E molto probabilmente neanche voi.” La giusta dose di autoironia per smontare anche un po’ quello che ormai è il “marchio” della figura del regista teutonico, un tale elemento di cultura popolare e immaginario collettivo che nel 2014 la DreamWorks Animation lo ha reclutato per doppiare “sé stesso” nel lungometraggio dedicato ai pinguini di Madagascar. Un’icona che, come nella miglior tradizione del suo cinema, mescola il reale con il costruito (il diretto interessato ha qualche volta ammesso che la sua caratteristica voce in inglese, una manna dal cielo per gli imitatori, è appositamente impostata e non del tutto identica a quella che usa nel privato).
Un viaggio potenzialmente infinito
Forse anche per la sua qualità più “fredda”, con location che per lo più sono laboratori vari e non meraviglie della natura come ghiacciai e vulcani, questa esplorazione delle sfaccettature della mente non ha esattamente lo stesso impatto di altri documentari del cineasta. La lucidità è sempre la stessa, ma senza il senso di stupore e soggezione per l’apparato visivo. Un esercizio intellettuale, più che altro, che arriva al cervello ma non sempre al cuore, anche se rimane il piacere di ascoltare Herzog per quasi due ore (che potevano tranquillamente essere di più), quello da sempre un toccasana per chiunque abbia bisogno di sentirsi guidato e accompagnato da un connubio di intelligenza, passione ed empatia.
La recensione in breve
Werner Herzog esplora, con la solita lucidità, quello che accade all'interno del cervello umano, con risultati stimolanti sul piano intellettuale, ma un po' meno potenti del solito a livello visivo ed emotivo.
- Voto CinemaSerieTV