Il film: Top Gun: Maverick, 2022. Regia: Joseph Kosinski. Genere: action. Cast: Tom Cruise, Jennifer Connelly, Miles Teller, Val Kilmer, Jon Hamm. Durata: 130 minuti. Dove l’abbiamo visto: NetflixTrama: Dopo oltre trent’anni di servizio come uno dei migliori aviatori della Marina, Pete Mitchell è nel posto a cui appartiene, spingendo i limiti come un impavido pilota collaudatore e schivando la salita di rango che lo farebbe atterrare.
Nostalgia canaglia, cantavano Albano e Romina. Ma altro che nostalgia. Top Gun: Maverick, il film più visto al mondo nel 2022 va oltre l’esaltazione dei bei tempi andati e ripropone un Tom Cruise più energico che mai in uno dei suoi ruoli più iconici, quelli il superpilota Maverick. L’operazione, orchestrata alla grande da Joseph Kosinski, non avrebbe potuto essere meglio di così, come vedremo nella recensione di Top Gun: Maverick.
Oltre ogni limite

Il Capitano di vascello della Marina degli Stati Uniti, nonché straordinario pilota, Pete “Maverick” Mitchell non è più il giovane scavezzacollo di 30 anni fa. Ma la sua esuberanza non si è affatto placata. Non è un caso che sia rimasto un po’ nelle retrovie della Marina, nonostante le sue celebrate qualità. A trattenerlo nel giro che conta ci ha sempre pensato il suo amico ed ex rivale alla scuola Top Gun, Tom “Iceman” Kazansky, gravemente ammalato. Richiamato proprio alla Top Gun, Maverick è incaricato di una missione speciale: addestrare una squadra di giovani piloti che dovranno distruggere un impianto non autorizzato per l’arricchimento dell’uranio, posizionato in un luogo quasi impossibile da raggiungere.
Tra i suoi allievi c’è Bradley “Rooster” Bradshaw, figlio di Nick “Goose” Bradshaw, sodale di Maverick. Un ragazzo di talento che rimprovera però a Maverick di averne ostacolato l’entrata nella scuola. Del resto, Pete lo aveva promesso alla madre di Rooster, ancora dilaniata dalla morte in azione del marito. Dopo un tormentato tira e molla, Maverick, esortato dalla nuova compagna Penny, decide di guidare la squadra nella difficilissima missione. Che sarà una grande occasione di rivalsa per lui.
Il sequel perfetto

Come si fa a spiegare il successo mondiale di Top Gun: Maverick? Un’ipotesi plausibile è che Joseph Kosinsky e il suo co-regista Tom Cruise (perché questo è sempre Cruise quando si parla di progetti fatti su misura per lui) abbiano rispettato nella sua struttura narrativa il film primigenio, utilizzando però un registro più sfaccettato e “moderno”. Così, Top Gun: Maverick è il clone di Top Gun, con l’identico impianto (i dubbi dell’eroe, le missioni ai limiti delle proprie forze, la rivalsa sui capi severi, il rapporto padre-figlio), ma con un respiro decisamente più ampio rispetto al patinatissimo cult movie di Tony Scott. Un film che affondava le radici nel cinema action americano degli anni ’80 e che ancora si lascia guardare, nonostante lo scorrere del tempo.
Cosa c’è di diverso?

C’è qualcosa in Top Gun: Maverick che lo rende nuovo rispetto al “modello” di partenza: la vulnerabilità del suo protagonista. Quel ragazzo scapestrato è ancora lì, ma stavolta il Maverick di Kosinski non è un solista, ma un grande leader, ben conscio delle sue responsabilità e dei suoi limiti. Diremmo quasi una figura paterna, non solo per Rooster, ma per tutte le ragazze e i ragazzi che compongono la sua squadra. Elemento narrativo che si aggancia benissimo al primo Top Gun, con il nostro eroe in costante lotta contro il fantasma del genitore, e che viene superato proprio perché stavolta Pete non è più solo il talento arrabbiato. Ma un mentore il più delle volte saggio.
Al termine della visione di Top Gun: Maverick abbiamo la sensazione di aver assistito a un racconto epico e virile, ma umano ed emozionante. Il Maverick di oggi è un uomo anziano, che nella vita ha conosciuto più sconfitte che non vittorie clamorose, sempre a caccia del momento perfetto, senza riuscire ad afferrarlo. Eppure, è proprio questo suo tormento mai placato che lo rende più intenso e interessante del giovane Maverick. La sceneggiatura allora delinea un personaggio maturo e disincantato anche se guascone, “pieno” nella sua fragilità. E lo fa con grazia. Se a questo unite le sequenze aeree favolose, da balzo sulla poltrona, una regia ritmata e un cast tutto in palla, il cerchio si chiude. Top Gun: Maverick è cinema spettacolare puro e semplice. Facile da leggere e da godere. Uno show pirotecnico a tutti gli effetti che non si fa mai baracconata. Forte di un eroe, non Maverick, ma Tom Cruise, tra i pochi attori di Hollywood ad aver conquistato il diritto di veder crescere con sé i suoi tanti alter ego artistici.
La recensione in breve
Quando il modello di partenza è un film diventato simbolo di un'intera epoca, lavorare a un sequel può sembrare un'idea perdente in partenza. Ma Top Gun: Maverick aggiorna (e migliora) il mito di Top Gun e quello di Tom Cruise, stella action tra le più luminose e moderne del cinema americano.
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