Il film: Un vizio di famiglia (L’origine du mal), 2022. Regia: Sébastien Marnier. Cast: Laure Calamy, Suzanne Clément, Jacques Weber, Doria Tillier, Dominique Blanc, Céleste Brunnquell, Véronique Ruggia Saura. Genere: drammatico, thriller. Durata: 125 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in lingua originale.
Trama: Stéphane, donna schiva e modesta, incontra finalmente Serge, il padre biologico di cui non aveva notizie da anni. Lui decide di accoglierla in casa, nella sua lussuosa villa sul mare, il che provoca tensioni con il resto della famiglia, convinta che la nuova arrivata punti solo ai soldi del genitore…
Continua la formidabile ascesa di Laure Calamy, attrice francese che si è fatta notare a livello internazionale nella serie Chiami il mio agente, e da alcuni anni è un volto prezioso del cinema transalpino. Tra gli esempi più interessanti, presentato alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti Extra, c’è il film di cui parliamo nella nostra recensione di Un vizio di famiglia.
La trama: alla ricerca del padre perduto
Stéphane vive in modo modesto, alternando il lavoro e le visite alla compagna, che sta scontando una pena carceraria. Costretta a trovare un nuovo alloggio dopo essere stata sfrattata, decide di contattare il padre biologico Serge, che è riuscita a rintracciare dopo anni di contatti inesistenti. Lui, felice di avere nuovamente un rapporto con la figlia, la invita a stare nella sua lussuosa villa sul mare, come vero e proprio membro della famiglia. Questo ovviamente non va giù alla moglie di Serge e nemmeno alla figlia, entrambe convinte che Stéphane stia cercando di truffare il patriarca, ormai avanti con gli anni, per scopi economici…
Il cast: parenti serpenti
Stéphane, come già detto, è Laure Calamy, mentre Serge è il noto caratterista Jacques Weber, apprezzato in patria soprattutto per i suoi numerosi ruoli teatrali. La moglie di lui, Louise, ha il volto di Dominique Blanc, altra apprezzata comprimaria transalpina, mentre la figlia George è Doria Tillier, uno dei nuovi volti del cinema francese contemporaneo dal 2017. Jeanne, che rappresenta la terza generazione, ha invece le fattezze della ventenne Céleste Brunnquell, nota in patria per aver recitato nel remake locale della serie In Treatment. La compagna di Stéphane è la canadese Suzanne Clément, attiva sia in patria che in Francia dopo essere stata rivelata a livello internazionale dal suo sodalizio con il regista Xavier Dolan.
La famiglia “perfetta”
Sébastien Marnier si era già divertito con i codici di genere nel precedente L’ultima ora (anch’esso presentato a Venezia), dove l’ambito scolastico si prestava a ragionamenti horror. Qui il thriller incontra la commedia nera, con una precisione geometrica per quanto riguarda l’uso degli spazi come strumento umoristico e/o di tensione, e il cineasta si riconferma ottimo sceneggiatore con un intreccio che va di ribaltamenti senza mai compiacersi degli stessi, giocando in modo intelligente con elementi quali l’identificazione tra spettatore e personaggio e la funzione del punto di vista. Il tutto da gustare, se possibile, in lingua originale, perché c’è un certo veleno nella dizione francese che il doppiaggio non sarà mai in grado di replicare alla perfezione.
Il fascino indiscreto della borghesia
Quello di Marnier è un gioco al massacro che prende di mira non solo le famiglie altolocate in generale (con un approccio non dissimile da quello di Rian Johnson per Cena con delitto – Knives Out, che si rifaceva ai gialli di Agatha Christie), ma anche il patriarcato nelle sue forme più insidiose, perché anche se il cast corale è quasi interamente femminile c’è un sottile fallocentrismo nell’equilibrio famigliare (non è un caso che Serge abbia dato a entrambe le figlie dei nomi maschili). Un equilibrio che il regista scombussola dall’inizio alla fine, aiutato da un magnifico gruppo di attori all’interno del quale Calamy, sempre più versatile sullo schermo, si muove tra diversi registri per regalarci una protagonista a tutto tondo al centro di intrighi e complotti in salsa squisitamente gallica. Spiace solo che per il mercato italiano abbiano optato per un titolo che smorza l’irriverenza dell’originale francese: L’origine du mal…
La recensione in breve
Sébastien Marnier si riconferma raffinato cineasta che gioca con i generi, mescolando a questo giro giallo e satira per un ritratto di famiglia a dir poco caustico. Ottimo cast, sublime Laure Calamy.
- Voto CinemaSerieTV