Il film: Una femmina, 2022. Regia: Francesco Costabile. Cast: Lina Siciliano, Fabrizio Ferracane, Anna Maria De Luca. Genere: Drammatico. Durata: 12′ minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Rosa è cresciuta in una famiglia affiliata all’ndrangheta, con il tempo nascerà in lei un inarrestabile bisogno di ribellione che sfocerà in una catena di violenza…
L’esordio al lungometraggio di Francesco Constabile è una toccante storia tutta al femminile, dedicata a quelle donne che hanno avuto il coraggio di sfuggire al giogo dell‘ndrangheta. e alle dinamiche familiari ad essa legate. Presentato presentato nella sezione Panorama di Berlino 72, Una femmina è ispirato a Fimmine ribelli. Come le donne salveranno il paese dalla n’drangheta di Lirio Abbate, che ha firmato il soggetto del film con Edoardo De Angelis, e ripone gran parte della sua forza nell’interpretazione della giovane Lina Siciliano, anche lei all’esordio.
Come vedremo in questa recensione di Una femmina, Lina Siciliano interpreta Rosa, un’adolescente cresciuta nella desolazione dell’entroterra calabrese e che è costretta ad affrontare le brutture di una vita macchiata dall’affiliazione alla criminalità locale della sua famiglia. A rendere veramente affascinante questo racconto, che è una favola dark di rinascita e rivincita, le atmosfere scelte per la narrazione, che sono quelle del genere horror, tese e spaventose. Perfette per rappresentare il mondo marcio, claustrofobico e malato in cui vive la nostra protagonista.
La trama: la ribellione di Rosa
Rosa è cresciuta con la nonna e la famiglia dello zio, dopo la morte della madre avvenuta quando lei era solo una bambina. Fin da subito, tramite sogni e flashback, apprendiamo che ad uccidere la madre, Cetta (Francesca Ritrovato), è stato proprio lo zio Salvatore (Fabrizio Ferracane), con il benestare della madre Berta (Anna Maria De Luca), perché la donna era diventata un’informatrice, disonore intollerabile per la famiglia. Rosa però ha lo stesso spirito ribelle della madre e, piano piano, questo viene a galla insieme alla sua voglia di emanciparsi da un mondo che le sta estremamente stretto.
Allontanarsi dai vicoli stretti e oscuri del paesino in cui è nata può avvenire solo tramite altra violenza, non c’è altro modo per trovare la libertà. Rosa sfrutta la sua innata furbizia ed intelligenza per dare via ad una catena di eventi capaci ti portare scompiglio e distruzione nella realtà immutabile della sua vita: sfruttando chi le sta attorno, mettendo gli uomini gli uni contro gli altri, otterrà quello che molte altre donne prima di lei avevano solo sognato. Il prezzo che avrà da pagare per lasciarsi tutto alle spalle sarà molto alto…
Le atmosfere dell’horror
Come anticipavamo in apertura ,la scelta di utilizzare le atmosfere tese dell’horror per raccontare questa storia ci ha particolarmente convinto. Il mondo di Rosa è terrificante e senza scampo, e prende vita in ambientazioni degradate, strette ed asfissianti, in una fotografia buia, in cui i grigi hanno la meglio su qualsiasi sprazzo di colore.
Lo spirito di Cetta, la madre morta di Rosa, perseguita con la sua presenza la ragazza, come se quanto le accaduto sia diventato una maledizione che ne segna, nel bene e nel male, il destino.
La maledizione della famiglia
Una femmina riesce a raccontare estremamente bene la condizione delle donne (ma non solo) schiacciate dalle regole millenarie, anche in questo caso basate sull’uso della violenza e sulla manipolazione emotiva, delle famiglie affiliate all‘ndrangheta. È la famiglia il cuore di un’associazione criminale che continua ad esistere proprio grazie all’impossibilità che i suoi membri hanno di emanciparsi ed è proprio dalla famiglia che deve partire il processo distruttivo volto ad eliminarla definitivamente. Per questo Rosa prende di mira chi le è più vicino, provocando una reazione a catena dalle conseguenze inaspettate.
I rapporti familiari che Una femmina racconta non sono fatti di amore e comprensione, ma di dinamiche di potere basate sul terrore e sul senso di colpa: donne, uomini, bambini, sono schiacciati da un sistema di regole e soprusi, che sembra impossibile da scardinare.
L’interpretazione di Lina Siciliano
La chiave per la riuscita di questo film risiede in gran parte nell’intensa interpretazione della giovane Lina Siciliano, come dicevamo all’esordio. La sua rosa è silenziosa, indomita, inarrestabile, una forza della natura che prima o poi riuscirà ad ottenere tutto quello che vuole.
Una femmina risulta davvero un ottimo esordio, Francesco Costabile alla regia dimostra un’innata capacità evocativa, e sceglie le atmosfere giuste con cui veicolare la sua storia di vendetta e rinascita. Peccato per i tempi un po’ strascicati e per gli eccessivi exploit drammatici della secondo parte del film, che non inficiano però l’esperienza di visione nel suo complesso.
La recensione in breve
Una femmina racconta con le atmosfere dell'horror una storia di rinascita ed emancipazione. Ottima l'interpretazione dell'esordiente Lina Siciliano.
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Voto CinemaSerieTV.it