Il film: Under Paris, 2024. Regia: Xavier Gens. Cast: Bérénice Bejo, Nassim Lyes, Iñaki Lartigue, Léa Léviant, Anaïs Parello.
Genere: Azione, Drammatico, Horror. Durata: 104 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima stampa su Netflix, in lingua originale.
Trama: Uno squalo di enormi dimensioni raggiunge la Senna e minaccia gli abitanti di Parigi durante le Olimpiadi: una ricercatrice dovrà fare di tutto per salvare la città.
A chi è consigliato? A chi ama i disaster movie, i film ricchi di adrenalina e in cui uno spaventoso animale diventa il villain da sconfiggere.
I disaster movie con protagonisti animali di grande ferocia e dimensioni sono un genere che è da sempre andato particolarmente di moda ad Hollywood, pensiamo a classici come Anaconda e Tremors o a esperimenti più recenti come Shark – Il primo squalo. Sono storie che funzionano perché uniscono le atmosfere del thriller ad alcuni degli elementi tipici della fantascienza, appunto lo scontro con creature che trascendono la propria natura e sembrano quasi “aliene”. Senza toccare estremi come la saga di Sharknado, questo genere di titoli il più delle volte funziona perché è capace di unire all’adrenalina della survival story ad un tono tipicamente scanzonato, che rende l’avventura dello spettatore decisamente più divertente.
Come vedremo in questa recensione di Under Paris, Netflix punta sul genere con un prodotto Made in France, un film che unisce gli elementi più classici di questo tipo di storie (in questo caso abbiamo uno squalo gigante mutato geneticamente) con uno sguardo più attento all’attualità, la vicenda è infatti ambientata durante le Olimpiadi del 2024 e i temi che fanno da scheletro alla narrazione (e danno il via alla “mutazione”) sono l’irrimediabile inquinamento degli Oceani e il cambiamento climatico. Detto questo però c’è qualcosa che manca nel film diretto da Xavier Gens, ossia quell’autoironia, quell’essere volutamente scanzonati di cui vi parlavamo poco sopra e che ha fatto il successo delle controparti statunitensi: Under Paris si prende troppo sul serio, è troppo intento a far arrivare il proprio messaggio – su inquinamento, cambiamento climatico, rispetto degli Oceani – da dimenticarsi di far divertire lo spettatore. E in un film di questo tipo, ve lo abbiamo detto, è fondamentale.
Una minaccia nella Senna
Al centro di questa storia troviamo la ricercatrice Sophia, interpretata da Bérénice Bejo. Il film si apre con un tragico incidente che coinvolge tutta la sua squadra (in cui c’è anche l’amato marito): uno squalo di quelli che stanno studiando, rinominata Lilith, massacra senza motivazione (quella specie in particolare non è aggressiva contro il genere umano) il gruppo di scienziati. Tre anni dopo Sophia vive a Parigi e lavora in acquario, cercando di spiegare ai più piccoli perché è così importante proteggere e preservare i nostri oceani. Un giorno Sophia viene avvicinata da Mika, una giovane e ambiziosa ambientalista che le svela un segreto: è parte di un organizzazione di giovani estremisti che lottano per il pianeta e monitorano gli spostamenti degli squali tra mari ed oceani con l’uso della tecnologia. Da tempo seguono proprio Lilith che, rivelerà ad una sconvolta Sophia, è arrivata nella Senna, adattandosi a sopravvivere anche nell’acqua dolce.
Da questa scoperta le cose faranno presto a precipitare: le Olimpiadi che si avvicinano (e il tanto atteso triathlon nella Senna), il sindaco di Parigi che non vuole assolutamente rimandare l’evento e la polizia locale che non è assolutamente preparata a gestire l’emergenza. Come se non bastasse, poi, il fondale del fiume parigino è tempestato di mine non esplose della seconda guerra mondiale, qualsiasi azione non ben pianificata nei confronti dello squalo potrebbe quindi scatenare una reazione a catena dalle terribili conseguenze. La situazione si fa quantomai tragica quando Sophia e Adil, un ex militare ora comandante della polizia fluviale, scoprono la ragione per cui Lilith si è rifugiata nella Senna: è il luogo perfetto in cui costruire il suo nido, e mettere al mondo centinaia di squali pericolosi quanto lei…
Prendersi troppo sul serio
Come vi anticipavamo in apertura il grosso difetto di questo film, e ciò che lo rende inevitabilmente meno coinvolgente agli occhi dello spettatore, è il tono scelto: questo genere di storie devono evocare sì atmosfere dark ed adrenaliniche, ma hanno anche bisogno di un certo humor per stemperare la tensione (pensiamo al divertente e divertito Jason Statham in Shark).
Una battuta ogni tanto, una situazione impossibile che viene inaspettatamente risolta, un protagonista sopra le righe che salva eroicamente altri personaggi da morte certa, questi sono tutti elementi che in questo genere di titoli risultano fondamentali. Under Paris resta sempre “dentro le righe” e, anche se racconta la storia di uno squalo gigantesco geneticamente modificato che si annida nella Senna, si nutre di parigini e partorisce migliaia di suoi simili, non cerca mai quel “release comico” quanto mai necessario.
Berenice Bejo e il resto del cast
Un’attrice del calibro di Bérénice Bejo risolleva abbastanza la situazione, regalando al suo personaggio la giusta profondità. Quello che manca è però lo sviluppo dei personaggi secondari, che restano fin troppo sullo sfondo per creare la giusta connessione emotiva con loro. Quando i personaggi di questa storia cominciano a morire – ovviamente andando a cercare uno squalo gigantesco nelle catacombe parigine allagate è una conseguenza prevedibile – lo spettatore non è coinvolto quanto dovrebbe e il film non ha su di lui quel peso emotivo che vorrebbe ottenere.
Anche la “villain” di turno, la sindaca di Parigi interpretata da, è troppo caricaturale: se le motivazioni del sindaco Larry Vaughn de Lo squalo (per quanto stupide) avevano un loro senso, la crudele politica di Under Paris è così assurdamente irresponsabile e sconsiderata da risultare estremamente irrealistica. La sua presenza è necessaria esclusivamente per portare avanti la trama in una certa direzione, preparando il terreno per il disastroso finale a cui la pellicola vuole arrivare, e non ha assolutamente spessore come personaggio. A condire il tutto, purtroppo, un comparto degli effetti speciali non particolarmente all’altezza dell’ambizione del film: le scene in cui Lilith si mostra in tutto il suo crudele splendore, e pasteggia con molti dei personaggi, sono rese meno efficaci da una CGI fin troppo posticcia.
In conclusione, ci dispiace dirlo, ma forse questa versione parigina di Shark – Il primo squalo avrebbe funzionato meglio con un “tone of voice” più statunitense: non ci resta quindi che sognare una versione in cui Lilith risale il Mississippi e attacca Saint Louis.
La recensione in breve
Under Paris è un disaster movie dalle premesse interessanti ma che sbaglia completamente tono: per funzionare questo genere di film deve puntare anche su una certa leggerezza, in questo caso completamente mancante.
Pro
- Le premesse della trama sono interessanti
- La protagonista Bérénice Bejo conferisce al suo personaggio il giusto peso emotivo
Contro
- Il tono è completamente sbagliato
- Gli effetti speciali lasciano un po' a desiderare
- I personaggi secondari non sono approfonditi a dovere
- Voto CinemaSerieTv.it