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Home » Film » Recensioni film » Vera, la recensione: una nuova parte per la figlia d’arte

Vera, la recensione: una nuova parte per la figlia d’arte

La recensione di Vera: Tizza Covi e Rainer Frimmel tornano con un nuovo tassello di una filmografia a base di realtà e finzione insieme.
Max BorgDi Max Borg17 Settembre 20224 min lettura
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Vera Gemma e Asia Argento in Vera
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Il film: Vera, 2022. Regia di Tizza Covi, Rainer Frimmel. Cast: Vera Gemma, Daniel De Palma, Sebastian Dascalu, Annamaria Ciancamerla Walter Saabel, Asia Argento.

Genere: drammatico. Durata: 115 minuti. Dove lo abbiamo visto: alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in lingua originale.

Trama: Vera Gemma, figlia di Giuliano, vive nell’ombra del padre e cerca di reinventarsi a Roma. Un incidente automobilistico la porta a intrecciare un rapporto intenso con un bambino di otto anni e il di lui padre…


Dopo essere stati rivelati a Cannes nel 2009, il duo formato da Tizza Covi, italiana, e Rainer Frimmel, austriaco, ha frequentato a più riprese il concorso del Locarno Film Festival e successivamente ha presenziato alla Berlinale. Come vedremo in questa recensione di Vera, a due anni dall’esperienza tedesca la coppia è approdata alla Mostra di Venezia con un nuovo lungometraggio, che ha vinto il premio per la regia e per l’interpretazione femminile nel concorso Orizzonti.

La trama: una storia Vera

Vera Gemma in Vera

Siamo a Roma, dove Vera Gemma, figlia d’arte, cerca di farsi strada nel mondo dello spettacolo ma vive costantemente nell’ombra del padre, uno dei volti del cinema di genere italiano. Un giorno, mentre si sta facendo portare in giro dall’autista Walter, la sua macchina investe un bambino di otto anni, e dal conflitto iniziale nasce un nuovo rapporto personale con il bimbo e il padre di lui. Ma sarà sufficiente per dare una vera svolta a un’esistenza la cui routine comincia a farsi opprimente?

Il cast: vere presenze in ambito fittizio

Un'immagine del film Vera

Come da prassi nei film di Covi e Frimmel, i vari personaggi sono versioni (non tanto) romanzate dei loro interpreti, a cominciare da Vera Gemma che è davvero la figlia di Giuliano Gemma e ha conosciuto i registi durante la lavorazione di uno dei loro lungometraggi precedenti. E dai loro lavori precedenti proviene il comprimario Walter Saabel, che nel 2012, recitando in Der Glanz des Tages, ha vinto il premio per l’interpretazione maschile al Festival di Locarno. Presente in un ruolo minore anche Asia Argento, il cui padre Dario ai tempi ha lavorato con Giuliano Gemma.

Un percorso coerente

Un'immagine di Vera

“All’inizio di qualsiasi idea per un film, c’è la curiosità verso la vita degli altri e il tentativo di capire in che cosa davvero consiste quella vita dietro la facciata. Durante le riprese, le persone vere rimangono vere e allo stesso tempo si trasformano in personaggi immaginari. E al termine delle riprese, persino noi non sappiamo più che cosa è vero e che cosa è stato inventato.” Questa dichiarazione, parte della scheda del film sul sito della Mostra di Venezia, riassume perfettamente la poetica di Tizza Covi e Rainer Frimmel che, salvo rare eccezioni (come il precedente Notes from the Underground, che è un documentario nel senso classico del termine), tende a muoversi in un territorio sospeso tra realtà e finzione, con veri individui che interagiscono con peripezie narrative minimamente inventate, restituendo un’idea piuttosto plausibile del loro microcosmo di appartenenza. Un percorso affascinante e stratificato che nel corso degli anni è valso ai due registi vari apprezzamenti, in Austria e all’estero, con tanto di retrospettiva in occasione dell’edizione 2022 della Diagonale, principale evento mondiale dedicato al cinema austriaco.

Vie del cinema che si intrecciano

Vera Gemma e Asia Argento in Vera

Per certi versi, Vera è una summa del lavoro di Covi e Frimmel, esemplificato soprattutto dalla presenza di Walter Saabel che è stato protagonista di Der Glanz des Tages e, dietro le quinte, dalla promozione di Vera Gemma a protagonista dopo che lei ha incontrato il duo durante la lavorazione di Mister Universo. A questo si aggiungono altri strati di cinefilia, tramite il fantasma di Giuliano Gemma e sottili rimandi a film come Tenebre, nonché la presenza di Asia Argento come ulteriore omaggio al padre Dario e al suo lavoro con il genitore di Vera. E proprio quest’ultima, perfettamente autentica dall’inizio alla fine, con la macchina da presa che la segue con affetto, è il faro attorno a cui ruota tutto il resto, e l’elemento che dà forza e coerenza a quello che, di primo acchito, non è il più immediato dei lungometraggi dei suoi autori. Difatti, con la sua impostazione quasi da thriller, è il più artificioso, ma avendo a che fare con il mondo dello spettacolo è un artificio che finisce per nutrire la potente verosimiglianza dell’operazione, ancorata nelle genuine performance degli attori.

La recensione in breve

8.0 Veritiero

Anche se con una struttura leggermente più artificiosa del solito, il cinema in bilico tra realtà e finzione di Tizza Covi e Rainer Frimmel continua a colpire, soprattutto grazie alla magnifica, magnetica presenza di Vera Gemma.

  • Voto CinemaSerieTV 8.0
  • Voto utenti (1 voti) 8.8
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