Il film: Voglio crederci, 2023. Regia: Evren Karabiyik Günaydin e Murat Saraçoglu. Cast:Ayça Aysin Turan, Ekin Koç, Cagla Irmak, Cagri Citanak. Genere: Commedia romantica. Durata:100 minuti. Dove l’abbiamo visto: Netflix.
Trama: La vita di una giovane editor all’interno di una rivista di successo non è sempre facile. Soprattutto se si entra in competizione con un collega poco incline alla collaborazione. Per questo motivo Sahra è disposta a tutto pur di ottenere un’intervista non solo esclusiva ma addirittura impossibile. Un giovane fotografo, infatti, ha suscitato l’attenzione del panorama artistico grazie a degli scatti carichi di una bellezza emotiva.
Come se non bastasse, poi, ad amplificare la fama è sopraggiunto anche un mistero riguardo la sua identità. L’uomo, infatti, non solo si rifiuta di mostrare il proprio volto ma evita d’incontrare qualsiasi giornalista per lasciare al proprio lavoro il privilegio di parlare per sé. Come fare, dunque, ad ottenere la sua attenzione ed assicurare il successo a se stessa e alla propria squadra? La risposta potrebbe arrivare da un imprevisto viaggio sull’isola di Lesbo, richiamata dall’intraprendenza di due vivaci nonne, decise a far tornare l’amore nella vita dei propri nipoti.
Negli ultimi anni la Turchia ha iniziato a far conoscere il proprio volto televisivo e cinematografico grazie a delle produzioni sempre più numerose. A contribuire alla loro diffusione sono state i canali privati e, in modo particolare, le piattaforme streaming. Nello specifico Netflix sembra essersi concentrata sulla possibilità di dare spazio a dei progetti e delle realtà cinematografiche che, altrimenti, non avrebbero avuto occasione di uscire fuori dai confini nazionali.
Ovviamente si tratta di produzioni dall’anima particolarmente commerciale come, ad esempio, l’ormai nota serie tv La ragazza e l’ufficiale, oltre alla nuova My Home, My Destiny. Tutte narrazioni che basano le loro fondamenta sull’esaltazione del romanticismo o su di una ricostruzione storica. Elementi, soprattutto il primo, che definiscono anche il nuovo film Netflix Voglio Crederci. Diretta a quattro mani da Evren Karabiyik Günaydin e Murat Saraçoglu, la pellicola può essere tranquillamente definita come una commedia romantica da manuale. Il che vuol dire, come è possibile vedere dalla recensione di Voglio crederci, confrontarsi con una struttura prevedibile e assolutamente priva di scossoni. Unico elemento che colpisce lo sguardo ed anche il cuore, però, sono le incredibili ambientazioni turche che assolvono il ruolo di tour operator per la zona in vista di vacanze future.
Trama: Lei, lui e un amore incompreso
Sotto il sole estivo le letture sembrano “alleggerirsi” e così anche la visione dei film. Questo vuol dire che, per chi desidera affrontare la calura a cuor leggero e mente lieve, la struttura narrativa di Voglio Crederci potrebbe risultare perfetta. Anche troppo. In effetti il film presenta un’architettura prevedibile e talmente ordinata da non ammettere nessun tipo di colpo di scena che non sia preannunciato con netta evidenza. Un insieme composto dalla bellezza paesaggistica della zona relativa lo stretto dei Dardanelli e da due protagonisti che hanno lo scopo di riassumere il potenziale seduttivo turco.
Ayça Aysin Turan, infatti, interpreta il personaggio di Sarha, una giovane in carriere dotata d’intraprendenza e di una bellezza leggiadra e raffinata. Dal canto suo Ekin Koç ricopre il ruolo del misterioso Deniz per dare forma al modello del “ bello e tenebroso”. Ai loro tratti estetici, poi, corrispondono due caratteri ben definiti che hanno lo scopo di farli entrare in collisione. Testarda e determinata lei, scontroso e sfuggente lui. A completare l’insieme anche un’incomprensione misteriosa vissuta durante gli anni adolescenziali che, a quanto pare, Deniz è ancora lontano dal dimenticare.
Per questo motivo, dunque, tra i due s’innesca una guerra silenziosa che le loro nonne, amiche, vicine di casa e complici, decidono di portare a termine vestendo momentaneamente i panni di due cupido dalle frecce decisamente imprecise. Ma è sufficiente costringerli ad una vacanza “forzata” sull’isola di Lesbo per mettere a tacere i rancori del passato e trovare una nuova ed imprevista connessione? Sicuramente per Sahra è importante riacquistare la fiducia di Deniz per motivi strettamente professionali.
Grazie ad una foto, infatti, scopre che dietro il volto del ragazzo si nasconde l’identità di uno degli artisti più misteriosi e sfuggenti degli ultimi anni. Nonostante le sue mostre abbiano riscosso un grande successo a livello internazionale, infatti, ha deciso di sfuggire la notorietà nascondendosi dietro ad un netto ed invalicabile anonimato. Avere una sua intervista esclusiva, dunque, permetterebbe a Sahra di rendere inattaccabile la sua posizione all’interno del magazine in cui lavora. Per ottenere questo, però, deve riguadagnare la fiducia di Deniz. Una missione che comporta il rischio d’innamorarsi e rendere ogni cosa più complessa.
La commedia dei cliché
Se mai qualcuno volesse realizzare un bignami della commedia romantica dovrebbe interpellare Evren Karabiyik Günaydin e Murat Saraçoglu. I due registi, soprattutto grazie a questo film, hanno dimostrato di conoscere le regole del genere ma, soprattutto, di poterle applicare in modo piuttosto scolastico. Questo vuol dire mettere in scena una narrazione ricca di clichè per esaltare un romanticismo assolutamente prevedibile che prende come elemento d’ispirazione i prodotti americani.
Una connessione facilmente deducibile grazie alla presenza di alcuni elementi inconfondibili. Oltre all’iniziale incomunicabilità dei due protagonisti, che sembrano essere distanti anni luce l’uno dall’altro, si aggiungono anche una serie di gag dallo scarso potenziale comico e, soprattutto, una coppia di amici il cui scopo è di fare da spalla e riunire la coppia, per poi lasciarsi distrarre dalla loro reciproca attrazione.
Unico elemento narrativo dal forte potenziale è la presenza delle due intraprendenti nonne, decise a riportare il romanticismo nella vita dei loro ragazzi, troppo dediti al lavoro e alla carriera. Peccato, però, che questo aspetto sia utilizzato per costruire un prologo promettente e, poi, velocemente abbandonato senza troppi preamboli. In questo modo, dunque, si rinuncia ad ampliare e utilizzare un volano verso quel tipo di comicità “naturale”, capace di dare brio e ritmo ad una buona commedia romantica.
Un elemento soppiantato dall’evoluzione di una storia d’amore che, presa nella sua essenza, risulta essere fragile e poco consistente. L’architettura della narrazione, infatti, non concede tempo all’approfondimento o al naturale volversi della situazione, portando i due protagonisti ad un’esplosione del sentimento che non ha motivazioni e tempistiche.
Il vero protagonista è la Turchia
Mettendo da parte l’aspetto puramente narrativo, questo film è stato pensato e progettato per avere un chiaro impatto visivo. Alle bellezze naturali della zona dei Dardanelli, infatti, è affidato gran parte del fascino da esercitare sullo spettatore. Questo vuol dire che la scelta di metterlo in catalogo durante il periodo estivo è stato tutt’altro che casuale.
In attesa di fare le valige, infatti, la provincia di di Çanakkale, con le sue incredibili coste e un mare dall’azzurro accecante, fa percepire tutto il suo potenziale vacanziero. Per non parlare anche di alcune zone interne come, ad esempio, quelle intorno all’Altare di Zeus a Mıhlı. Una location ammantata dal fascino mitologico visto che, secondo i racconti antichi, proprio da questo luogo il padre di tutti gli dei abbia assistito allo svolgersi della guerra di Troia. E non è certo un caso che nei pressi della zona si trovino i resti della città. In sostanza, dunque, Voglio Crederci offre la possibilità di viaggiare con lo sguardo e trasforma le bellezze naturali del posto in una particolare specie di product placement a carattere turistico. Tanto per suggerire dove dirigere le proprie scelte il prossimo anno o per un viaggio dell’ultimo minuto.
La recensione in breve
Dopo un prologo promettente caratterizzato da un ritmo brioso e dal potenziale di due personaggi spalla dal chiaro potenziale comico, il film cambia nettamente direzione. Evren Karabiyik e GünaydinMurat Saraçoglu, infatti, decidono di seguire la strada di una narrazione romantica piuttosto classica e prevedibile dove mancano motivazione e brio. A sollevare le sorti del film arriva l'elemento estetico che, facendo affidamento sulla bellezza della costa turca, trasporta lo spettatore in un'atmosfera lieve e vacanziera.
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