Il film: Wash Me In The River, 2022. Regia: Randall Emmett. Cast: Jack Huston, Willa Fitzgerald, Robert De Niro, John Malkovich. Genere: Drammatico, Thriller. Durata: 101 minuti Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video.
Trama: Un tossicodipendente da oppiacei in via di guarigione cerca vendetta sugli spacciatori responsabili della vendita della droga che ha provocato la morte della sua fidanzata.
Il 6 dicembre ha debuttato nel ricco catalogo di Prime Video il thriller dalle tinte action Wash Me In The River; diretto dal mestierante Randall Emmett, il film vanta un cast di tutto rispetto composto, tra gli altri, da Jack Huston, Robert De Niro e John Malkovich. Non bastano però questi nomi altisonanti per giustificare la visione di una pellicola che, di certo nata per il variegato mercato del cinema direct-to-video, non sa che direzione artistica e narrativa prendere, dando vita a un lungometraggio a tratti sconclusionato.
Nella nostra recensione di Wash Me In The River ci soffermeremo proprio su quanto il film diretto da Randall Emmett commetta paradossalmente più di un “peccato mortale” dal punto di vista cinematografico, errando i toni dalla sua pellicola e non convincendo in fondo nessuno dei suoi potenziali spettatori, ingannati dalla presenza (a tratti ridondante) di attori del calibro di De Niro e Malkovich.
La trama: amore e droga nell’America di provincia
Shelby John e Ruby Red sono due ragazzi che si amano tantissimo, ma la loro storia sentimentale ha sempre avuto un terzo incomodo: l’abuso di oppiacei e stupefacenti. I due decidono di smettere di fare abuso di droghe e di mettere su famiglia, ma l’astinenza ha la meglio su Ruby Red; la ragazza, traviata dallo spacciatore di fiducia, cade nel tranello e fa nuovamente uso di droga, solo che stavolta la dose che si inietta le è fatale. Distrutto dal dolore e mosso da un irrefrenabile impeto di vendetta, Shelby John decide di fare fuori tutti i responsabili della morte della sua compagna e di distruggere una volta per tutte l’insidioso traffico di droga che appesta la cittadina di provincia in cui vivono. Ma il responsabile dietro al mercato di stupefacenti sarà inaspettato.
Wash Me In The River è il nuovo film diretto da Randall Emmett, già insospettabile produttore dietro a titoli diretti da Martin Scorsese come Silence e The Irishman, e dei successi commerciali di pellicole con Bruce Willis come ad esempio First Kill ed Hard Kill. Nonostante questo sia il suo secondo lungometraggio da regista (il primo era stato il poco fortunato Midnight in the Switchgrass), Emmett è un vero e proprio veterano del cinema thriller e d’azione sfacciatamente commerciale, medaglia nella quale si riconosce alla perfezione anche il suo Wash Me In The River.
Un look anni ’70 per un thriller contemporaneo
Di certo, a colpire inizialmente lo spettatore è la confezione con la quale Randall Emmett consegna il suo lungometraggio al pubblico di Prime Video: la direzione della fotografia, in special modo, sembra ricalcare il look che appartiene a un certo cinema di serie b degli anni ’70, sporco e dalla filigrana spessa e ruvida, quasi a dare una certa compattezza e un incipit visivo coerente alla tragedia che colpirà i suoi due giovani protagonisti. Ma poi, del grande cinema di genere degli anni ’70, Wash Me In The River condivide ben poco altro, preoccupato com’è di intrattenere la sua potenziale audience con una struttura narrativa sì inizialmente audace e interessante, ma poi slavata a mano a mano con il sorgere della seconda parte.
Il cast assemblato da Emmett, tra l’altro, è pure di tutto rispetto: i due protagonisti innamorati sono interpretati da Willa Fitzgerald e da un ferino ed efficace Jack Huston, mentre a fare da contorno alla tragica love story con vendetta finale ci pensano due pesi massimi del cinema americano: il premio Oscar Robert De Niro (qui nei panni del ruvido sceriffo Church) e un inedito John Malkovich. Specialmente il personaggio interpretato dal primo fa da interessante contrappunto alla storia maledetta dei due giovani; lui, agente dell’ordine anziano, disilluso e perseguitato da un passato doloroso, che si fa carico della ricerca del presunto assassino di trafficanti di droga della città e che, in certo qual modo, comprende seppur in forma differente il dolore e la rabbia provati da Shelby John dopo la prematura scomparsa di Ruby.
Battesimo di fuoco
La scomparsa prematura di Ruby Red porta il protagonista interpretato da Huston a intraprendere un doloroso percorso di vendetta verso la gerarchia responsabile della morte improvvisa della sua ex-partner; un cammino, quello che decide di iniziare Shelby John, che ha sempre di più il sapore della redenzione personale. Un vero e proprio battesimo del fuoco per il protagonista maschile che si concretizza con esecuzioni violente e scene d’azione adrenaliniche, seppur piuttosto convenzionali, ma che alla fine ben si sposano con coerenza narrativa all’ambizione del titolo internazionale del film di Randall Emmett.
“Wash Me In The River”, ovvero “battezzami nell’acqua del fiume”, un’esortazione quella del film americano a lavare via non solo i propri peccati, ma anche le proprie colpe, le proprie debolezze, i fallimenti e la sofferenza di vivere una vita schiacciata dallo spettro inquisitore della dipendenza da stupefacenti. Un fantasma ingombrante che spezza l’esistenza tormentata di Ruby ma che allo stesso tempo dona nuova linfa vitale a Shelby John, pronto quindi ad intraprendere un percorso di vendetta non molto dissimile da un’espiazione dei peccati del suo passato.
Un film sconclusionato
Tematiche senza dubbio sentite e interessanti quelle offerte dalla sceneggiatura originale firmata a quattro mani da Adam Taylor Barker e Chris Sivertson, che però danno vita a un lungometraggio direct-to-video sconclusionato e che non riesce a mescolare quantomeno con equilibrio i toni della narrazione. Se le premesse di Wash Me In The River risultano di certo accattivanti, non si può affermato lo stesso degli sviluppi del secondo atto, quando la pellicola di Randalle Emmett si tramuta in un revenge movie completamente fuori tonalità rispetto alle atmosfere e ai rimandi quasi da southern gothic che avevano caratterizzato l’incipit della tragica storia d’amore tra Shelby John e Ruby Red.
Un peccato fatale che conduce il film disponibile su Prime Video nel prevedibile reame della banalità, sia narrativa che nella messa in scena, superficiale e in definitiva poco accattivante. Un peccato, perché nulla di male c’è nel volersi godere un film squisitamente commerciale e senza pretese, schiacciato però in questo specifico caso da ambizioni e scelte artistiche totalmente fuori luogo e disfunzionali.
La recensione in breve
Wash Me In The River ha tutti i crismi del film direct-to-video e le pretese che ne conseguono, solo che ha anche il coraggio di assemblare un cast interessante composto da Robert De Niro e John Malkovich, tra gli altri. Interpreti sprecati per una pellicola che muta pelle in continuazione, senza sapere mai che direzione prendere; quando però lo fa, prende quella sbagliata.
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