Il quinto capitolo della saga di Scream era chiamato all’arduo compito di rilanciare la storica saga con cui Craven aveva rivoluzionato lo slasher e l’horror in generale. La strada scelta dal duo di registi Bettinelli – Olpin e Gillett è stata quella del requel, ovvero un ibrido tra sequel e reboot. Nuovi e vecchi personaggi, tutti di nuovo a Woodsboro e, in un modo o nell’altro, legati tra loro. Come detto nella nostra recensione il risultato è stato raggiunto e il film si è rivelato un successo tale da mettere subito in cantiere i sequel. Molto lo si deve al terzo atto, denso di riferimenti e sottotesti. Andiamo quindi ad analizzare il finale di Scream.
Non una casa qualsiasi
Nella parte finale Sam decide insieme al fidanzato Richie di prendere Tara dall’ospedale e andarsene da Woodsboro. Durante il percorso in auto la giovane scopre di non avere con sé il suo inalatore. Ne ha uno di scorta a casa dell’amica Amber e decidono quindi di andarlo a recuperare. Nella villetta si sta tenendo una festa in onore dello scomparso Wes, ucciso da Ghostface insieme alla madre. Gale e Sidney stanno seguendo tramite un gps l’auto con sopra i tre ragazzi.
Si rendono subito conto che il luogo in cui si stanno recando non è una casa qualsiasi. È quella appartenuta un tempo a Stu Macher, uno dei due Ghostface originali e in cui si concludeva il primo Scream. Non si tratta ovviamente di un caso bensì di un ultimo omaggio, il luogo perfetto dove ambientare il terzo atto del massacro.
I due killer, le motivazioni e l’horror contemporaneo
In quella casa, come da tradizione, si chiude anche il terzo atto di questo Scream. I due assassini sono Richie (il fidanzato di Sam) e Amber. Si sono conosciuti su un reddit dedicato alla serie di Stab e le loro motivazioni sono uno dei punti cardine di questo capitolo e della riflessione che vuole fare sul genere. I due sono rimasti insoddisfatti dalla piega che ha preso la saga. In particolare dall’ottavo capitolo che si distacca completamente dall’attinenza dei fatti e dallo stesso sotto-genere slasher, cercando la via dell'”elevated horror”. Amber e Richie vogliono salvare il franchise, dargli un nuovo e più puro inizio. Impersonano quel fenomeno in cui fan di un determinato prodotto lanciano raccolte firme e “rivolte” per veder realizzato quello che secondo loro è un film/serie/finale meritevole.
Sam e il rapporto con Billy Loomis
Uno dei punti centrali – e più interessanti – su cui ruota questo Scream è il rapporto tra Sam e Billy Loomis, l’ex fidanzato di Sidney e primo Ghostface nel film originale. La ragazza è la figlia del serial killer. Viene posta al centro di questo nuovo racconto da Richie e Amber proprio per via del legame che intercorre tra i due. Ha diverse visioni del padre, con cui dialoga come se fosse l’altro lato della sua personalità schizofrenica, quello ovviamente omicida. E proprio nel finale, quando si trova a scontrarsi con Richie decide di abbracciare quella parte di sé.
Imbraccia la psicopatia come se fosse un super-potere per liberarsi di quella minaccia e massacrare il suo ex fidanzato. I due registi mettono quindi al centro di questa nuova saga una protagonista con disturbi mentali e tendenze omicide. Un percorso che viene poi approfondito in Scream VI e che rende tutta l’operazione molto interessante e aperta a grandi possibilità in vista di nuovi capitoli.