Tutto si può dire del cinema di Christopher Nolan tranne che sia semplice, immediatamente fruibile per il pubblico. L’autore inglese, trionfatore al box office con Oppenheimer, ama sfidare spettatrici e spettatori, con storie cervellotiche, interpretabili in mille maniere, mai noiose. Prendete Tenet, ad esempio, lungometraggio del 2020, enigmatico e complesso. Si tratta di una spy-story dalle implicazioni filosofiche sul senso del tempo, uno dei fattori chiave della poetica di Nolan (vedi Interstellar). Un po’ come se 007 (che Nolan potrebbe addirittura dirigere) fosse finito in una macchina in grado di creare una realtà parallela che scorre all’indietro.
Che sia un tempo reale, percepito, anticipato o solo immaginato, questo elemento è il sale di ogni opera di Nolan. Ma come vedremo nella spiegazione del finale di Tenet, anche la pietanza in sé è molto prelibata. Per provare a portarvi per mano in quella che è una vera e propria esperienza metafisica, scomporremo il film in tante parti più piccole, cercando di ricomporre il puzzle una volta arrivate all’epilogo. Neanche a dirlo, qui trovate tutti gli spoiler possibili e immaginabili. La scelta è a voi.
Tenet for Dummies
Prima di partire però, vogliamo darvi qualche informazione utile per capire meglio Tenet. Punto numero 1: abbandonate ogni logica lineare. Da spettatrici/spettatori la tendenza immediata è quella di voler comprendere tutto subito, passando da A a B a C e via di seguito. In questo caso non è possibile. Tenet è un film paradosso che si regge proprio sull’assurdità della premessa (se potessimo far scorrere il tempo a ritroso, cosa succederebbe?). Punto numero 2: non focalizzatevi, non subito almeno, ovvero sul fatto che la parola Tenet sia un palindromo, che si può leggere cioè anche nell’altra direzione. Questo tema ha sì valore fondante, ma rischia di distogliervi dal flusso della storia. Perciò, incamerate l’informazione ma non costruiteci sopra (lo ha già fatto Nolan).
Punto numero 3: sentite, non capite. Per uno strano meccanismo il cinema di Nolan è estremamente logico e razionale eppure le cose importanti dovete sentirle e non affrontarle in maniera mentale. Lo diceva Niels Bohr a Oppenheimer. Lo dice anche la scienziata Laura al Protagonista. Punto numero 4: il film è seminato da indizi di ogni tipo. Non perdete di vista anche il più piccolo particolare. Sguardi che si incrociano, macchine che si ribaltano, colori che si avvicendano.
La trama (a ritroso)
Proviamo a immaginare Tenet come una storia lineare (così non è, ma lo facciamo per comodità) e allora ipotizziamo di saltare direttamente allo spiegone del film, per dare un senso a tutti i colpi di scena che lo costellano. Siamo in un futuro apocalittico. La Terra è sull’orlo del collasso e una scienziata, l’Oppenheimer della sua generazione (sic.) costruisce un algoritmo che è in grado di viaggiare indietro nel tempo. Da scienziata coscienziosa, sa bene che un simile potere nelle mani sbagliate rischia di essere letale.
Così, a differenza di Oppenheimer si ribella. E prima di suicidarsi suddivide il congegno in nove parti. Spedisce ogni parte nel passato, assegnandola a nove potenze mondiali affinché la custodiscano segretamente, nei propri giacimenti di plutonio. Sempre in questo futuro, un gruppo di uomini potenti e senza scrupoli assoldano un giovane Andrei Sator nel passato.
Lo riempiono di soldi con una richiesta: distruggere il genere umano, in modo che ogni nefandezza perpetrata dagli uomini al nostro pianeta finisca. Sator, che poi scopriamo essere malato terminale, nel tempo deve recuperare i 9 pezzi dell’algoritmo e attivarli con un’esplosione che di fatto cancellerebbe l’umanità intera. Gli uomini del futuro gli consegnano anche la tecnologia per costruire i tornelli di inversione, ovvero delle porte in grado di far comunicare presente e futuro.
Un agente, venuto a conoscenza di questo piano, decide di formare una sezione speciale dell’intelligence, chiamata Tenet per impedire a Sator di attivare l’algoritmo. Il capo della sezione Tenet recluta il giovane agente Neil e con lui opera un’azione a tenaglia, tra passato e futuro. In uno di questi andirivieni temporali (che andirivieni non sono, poiché tutto avviene nello stesso tempo), Neil (Robert Pattinson) arriva a ritroso fino a trovare il suo capo, Il Protagonista (John David Washington), ancora ignaro di tutto.
Ora complichiamo tutto
Letta così la trama di Tenet è quasi facile, vero? Ora raccontiamo la storia dal punto di vista del Protagonista. Il Protagonista è un agente speciale che durante un’operazione all’Opera di Kiev, poi fallita, fatta per recuperare un oggetto non identificato rubato, viene prima salvato da un agente con un nastro rosso attaccato allo zaino. Poi catturato da alcuni soldati nemici.
Per non mettere a repentaglio l’intera operazione, assume una pillola avvelenata con l’idea di morire. In realtà, la pillola non è letale. Si tratta solo di un escamotage per verificare l’affidabilità dell’agente in questione. Il Protagonista viene quindi contattato dall’organizzazione Tenet. La vera missione (impossibile) è quella di proteggere il mondo dalla sua disintegrazione.
Qui ed ora
Assoldato dal Tenet, Il Protagonista scopre che esistono degli oggetti, anche armi, in grado di avvolgere il tempo all’indietro su cui deve mettere le mani. Arriva così a Priya, una donna che maschera il suo ruolo chiave all’interno del Tenet con quello di trafficante d’armi. Secondo la donna c’è un personaggio, Andrei Sator (Kenneth Branagh) che comunica con il futuro e rischia di minacciare l’intera umanità. Egli è prossimo alla morte e vuole portare con sé il mondo, completando un algoritmo (ossia un calcolo matematico), che devii completamente lo scorrere del tempo, facendolo scorrere all’indietro. Riportando cioè ordine dove ordine non c’è. L’algoritmo è collegato all’orologio fitness che porta sempre con sé. Quando il quadrante segnerà lo zero, ovvero quando Sator sarà morto, si attiverà.
Per arrivare a lui, Il Protagonista contatta l’ex-moglie di Sator, Kat (Elizabeth Debicki), un’esperta d’arte ricattata da Sator poiché aveva fatto passare per vero un falso di Goya. Il Protagonista si offre di prelevare il quadro in modo da liberare la donna dal peso e rivedere così suo figlio Max. Ad aiutarlo ci pensano altri due agenti segreti Neil (Robert Pattinson) e Ives (Aaron Taylor-Johnson).
Il furto è un flop, perché Sator ha tolto il dipinto dal caveau. Inoltre, Il Protagonista e Neil vengono attaccati da un uomo mascherato che solo Neil riesce a vedere in volto. Kat riesce però a far incontrare Sator e Il Protagonista che si “vende” all’uomo per rubare del plutonio. Anche in questo caso la missione fallisce. Sator si fa consegnare la refurtiva mostrando al Protagonista di aver rapito Kat, a cui sparerà con una pallottola invertita. Si fa consegnare la valigetta arancione dove non si trova il plutonio, ma l’ultimo pezzo dell’algoritmo, quello che di fatto darà il via all’operazione che cancellerà l’umanità.
Pian piano Il Protagonista capisca cosa stia succedendo. E il film di Nolan cambia verso. Abbiamo un pericolo imminente, una donna in fin di vita, Kat, e un portale che mette in connessione presente e futuro. Il Protagonista viaggia indietro nel tempo e prova a fermare Sator. Torna quindi all’inseguimento visto poco prima, quello in cui Sator si fa consegnare la valigetta col pezzo 241, ma non riesce a impedire che Sator si appropri del prezioso ingranaggio. Sator quindi ha a disposizione l’intero marchingegno e può togliersi la vita per attivare l’algoritmo
Tenet, la spiegazione del finale
Tutto, a livello teorico, può avvenire. Come fare allora per impedire che il disastro si compia? Anzitutto, bisogna trovare l’algoritmo. Le squadre speciali di Tenet lo ravvisano al centro di Stalsk-12, patria di Sator e vecchia città invisibile dell’URSS, dove tempo prima era stata segnalata un’esplosione nucleare sotterranea. Poi, bisogna bloccare il detonatore, ovvero Sator. Una volta compreso che l’uomo si toglierà la vita per attivare l’algoritmo, devono individuare luogo e tempo del suicidio. Kat lo capisce: succederà al largo del Vietnam, dove l’uomo è stato felice per l’ultima volta con moglie e figlio. Prima di completare la missione, Il Protagonista dà alla donna un cellulare speciale, collegato con la posterità, con cui, una volta finito tutto, potrà sempre contattarlo nel caso di pericolo.
Inizia quindi una manovra a tenaglia temporale (quindi nel tempo, non nello spazio), in cui i vari attori in campo lavorano assieme. Il Protagonista e Ives con la squadra rossa agiscono “in avanti”. Neil, con la squadra blu, lavora in direzione invertita. Kat, ormai ripresa dalla ferita, va nel passato e si mette in contatto con Sator, raggiungendo il Vietnam. Dopo aver visto la sé stessa del passato abbandonare lo yacht di Sator con Max, si riavvicina a nuoto all’imbarcazione e, con una scusa, prova a sedurre l’uomo per impedirgli di uccidersi. Nell’altro spazio-tempo Il Protagonista, Ives e Neil devono raggiungere e disattivare l’algoritmo. Che in qualche modo, non senza difficoltà e non senza intromissioni di Sator, riescono a neutralizzare. Kat uccide allora il russo, qualche secondo prima del dovuto. Tutti sono liberi.
Il Protagonista, Neil e Ives prendono ciascuno un pezzo dell’Algoritmo. Dovranno nasconderlo e poi togliersi la vita. Ognuno deciderà quando. Neil parla con Il Protagonista e gli rivela che è proprio lui il creatore di Tenet. Scopriamo che i due sono/saranno grandi amici (cosa che Il Protagonista in quel momento non sa). La scena finale vede Kat e Max finalmente sereni all’uscita di scuola del bambino. Il Protagonista, infatti, allertato dalla donna sul cellulare, scopre che c’è qualcuno che voglia ucciderla perché è a conoscenza di troppe informazioni. Si tratta di Priya, l’eminenza grigia dell’intera operazione, che Il Protagonista uccide.