Genio della scrittura dei personaggi, della messa in scena e della regia, Wes Anderson è oggi considerato a tutti gli effetti un autore cinematografico. Il suo stile dietro la macchina da presa è perfettamente riconoscibile, fatto com’è di scenografie e luoghi di color pastello accesissimo e dalle forme geometriche spesso rigorose e paradossali; i suoi personaggi sono tutti profondamente disadattati alla realtà che li circonda, incapaci di usare l’emozione a fin di bene, verso se stessi e verso gli altri. Allegri ed irresisitibili mascalzoni eternamente bambini che nel corso dei decenni hanno letteralmente conquistato una generazioni di cineasti e di cinefili appassionati.
In occasione dell’uscita nelle sale di Asteroid City e del debutto su Netflix della serie di cortometraggi tratti da alcuni racconti di Roald Dahl ed inaugurata da La meravigliosa storia di Henry Sugar, vi proponiamo la lista di tutti i film di Wes Anderson, dal peggiore al migliore. Nella classifica sono però esclusi dal novero i suoi cortometraggi, gli spot, i doumentari e i segmenti realizzati per alcuni lungometraggi episodici. Siete d’accordo con il nostro podio?
11. Un colpo da dilettanti (1996)
Esordio alla regia cinematografica con Un colpo da dilettanti, che Wes Anderson mette in scena partendo da un cortometraggio da lui stesso diretto ed intitolato “Bottle Rocket”. Nel cast di questa commedia sgangherata che satirizza e prende per i fondelli il genere dell’heist movie, alcuni dei suoi futuri interpreti feticcio: Owen Wilson ed fratello Luke Wilson, protagonisti di un colpo cinematografico però con poco mordente, che vale come esordio dietro la macchina da presa di un film destinato alle sale ma che ancora non presenta gli elementi e le ossessioni visivo-narrative di Anderson.
Dopo essere uscito da un istituto di igiene mentale, Anthony raggiunge il suo vecchio amico Dignan (un altro non proprio a posto con la testa). Con l’aiuto di un terzo sciroccato, il loro vicino di casa Bob, Anthony e Dignan partono con un preciso obiettivo: rapinare l’ex capo di uno di loro, Mister Henry. Sulla loro strada incontrano però una splendida fanciulla di nome Inez, che scombinerà i piani del trio criminale…
10. The French Dispatch (2021)
Penultimo posto in questa classifica per The French Dispatch, primo tassello per quello che al momento sembra essere un discorso contenutistico molto a cuore a Wes Anderson. Prima con questo titolo del 2021, ma poi anche con Asteroid City e La meravigliosa storia di Henry Sugar, il cineasta mette in atto un gesto di assoluto protezionismo artistico rispetto al suo passato dietro la macchina da presa: sempre più arroccato verso una rarefazione ed un parossismo narrativo senza precedenti, Anderson realizza un lungometraggio che omaggia con rispetto e brillantezza il linguaggio narrativo squisitamente giornalistico attraverso le divertenti e curiose storie raccontate dal solito super-cast di insieme.
Alla morte del loro amato editore e fondatore della rivista per cui lavorano, quattro giornalisti danno vita a quattro differenti e complicate storie, ambientate sullo sfondo di una cittadina francese del XX secolo. Ogni capitolo narrativo del film corrisponderà alla vignetta realizzata da ognuno dei quattro giornalisti del Kansas Evening Sun, il cui dispaccio si trova in Francia.
9. Il treno per il Darjeeling (2007)
In quello che forse è uno dei film più intimisti del regista statunitense, si decide di raccontare la divertente e a tratti commovente storia di tre fratelli ( i feticci di Anderson Owen Wilson, Jason Schwartzman e Adrien Brody) riunito dopo tanti anni assieme dopo la problematica morte del padre; per mettere una pietra sopra ai loro passati disasapori, intraprenderanno un viaggio in treno verso il Darjeeling indiano tra peripezie ed incontri sorprendenti. Un viaggio narrativo che permette a Wes Anderson di imprimere sul grande schermo tutti i colori sgargianti del Continente Indiano senza dimenticare l’umanità dei suoi tre irresistibili protagonisti. Nel tempo è diventato un piccolo cult.
Francis, Peter e Jack Whitman sono tre fratelli che si sono dati appuntamento su un treno in India, per intraprendere un bizzarro viaggio spirituale, organizzato dal fratello maggiore, che dovrebbe riunirli ed espandere le loro coscienze dopo che, dal funerale del padre, i tre si sono allontanati l’uno dall’altro. La relazione tra loro fatica però a riprendere quota, anche perché ciascuno di loro cela qualcosa agli altri. Il viaggio si rivela poi pieno di piccole sorprese e di imprevisti. E quando vengono buttati giù dal treno dal controllore indiano a causa di alcuni loro comportamenti poco ortodossi, l’avventura prenderà una nuova piega, imprevedibile e sempre più surreale.
8. Asteroid City (2023)
Dopo l’accoglienza poco calorosa ricevuta al 74° Festival di Cannes con The French Dispatch, Anderson continua la sua fase isolazionista e realizza opere cinematografiche tutte incentrare sulla profonda riflessione dedicata al potere della parola scritta, e poi recitata. In The French Dispatch era un’ode appassionata al giornalismo, con Asteroid City invece si celebra tutta la malia e la genialità della drammaturgia teatrale, sin dalla sua fase di concepimento mentale che nella messa in scena vera e propria. Con un pizzico (abbastanza inaspettato nella filmografia di Anderson) di sci-fi movie che quasi sorprende ed emoziona.
1955. In una cittadina statunitense isolata nel deserto si tiene l’annuale Junior Stargazer, convention di astronomia che accoglie studenti e genitori di tutto il paese, riuniti per partecipare a competizioni scolastiche, ma anche per godersi una vacanza educativa e del meritato riposo.
7. L’isola dei cani (2018)
Secondo lungometraggio realizzato totalmente in stop motion da Wes Anderson, L’isola dei cani è anche uno dei più genuinamente commoventi del regista americano. Ambientando la storia originale in un futuro “tra venti anni” all’interno di un arcipelago giapponese non meglio precisato, il film avverte tra il serio ed il faceto dei possibili pericoli del futuro, della minaccia di epidemie che possono mettere a repentaglio la vita degli esseri umani, ed infine dello straordinario legame che si può creare uomini ed animali domestici. Più in particolare, con i fedelissimi cani.
Atari Kobayashi è una guardia di dodici anni che vive a Megasaki City, città giapponese di cui è sindaco Kobayashi. Quando, con un decreto esecutivo, tutti i cani domestici vengono esiliati in un’enorme isola adibita ai rifiuti, Atari si allontana da solo alla ricerca del suo cane Spot. Con l’aiuto di nuovi amici, inizierà un epico viaggio che deciderà il destino e il futuro dell’intera Prefettura.
6. Fantastic Mr. Fox (2009)
Non era però la prima volta che Wes Anderson si buttava a capofitto nell’animazione in stop-motion. L’isola dei cani è stata difatti una felicissima seconda volta, mentre la prima è rappresentata dal glorioso Fantastic Mr. Fox. Tratto da un racconto omonimo per ragazzi di Roald Dahl, il film che è apparso nelle sale di tutto il mondo a partire dal 2009 ha nel tempo conquistato tutti, per la sua tecnica di realizzazione, per gli irresistibili personaggi, ed infine per tutto l’interessante discorso che porta avanti sulla dicotomia tra privilegio borghese e socialismo animale ante-litteram.
Il signore e la signora Fox vivono in un albero insieme ai figli, al Tasso, al Coniglio e alla Donnola. Non lontano dimorano tre disonesti agricoltori, Boggis, Bunce e Bean, che il signor Fox deruba tutte le sere per procurarsi la cena. Ma un giorno il trio di contadini decide di vendicarsi.
5. Rushmore (1998)
Il 1998 è l’anno del secondo lungometraggio dietro la macchina da presa per Wes Anderson; dopo il semi-flop di Un colpo da dilettanti, il regista e sceneggiatore firma lo script (assieme ad Owen Wilson) di Rushmore, a posteriori forse tra i film fondanti delle tematiche e lo stile futuro del cineasta americano. Una confluenza di poetiche ricorrenti che si incanala alla perfezione nel protagonista, l’irrequieto e brillante Max Fisher interpretato da Jason Schwartman, qui al suo primo film con Anderson. Stessa cosa per l’indimenticabile Herman Blue dal volto di Bill Murray; entrambi gli attori diventeranno i feticci per eccellenza del cinema di Wes Anderson negli anni a venire.
Intelligentissimo, iperattivo nelle cosiddette attività “extracurricolari” ma incapace di incanalare le proprie doti nel tradizionale cursus scolastico, il quindicenne Max Fischer rischia l’espulsione dalla Rushmore Academy, la prestigiosa scuola privata alla quale è iscritto. Nella sua vita entrano però due personaggi: il ricchissimo ma infelice Herman Blume e Rosemary Cross, una giovane insegnante vedova di cui entrambi si innamorano. Saranno guai.
4. Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (2012)
Forse tra i titoli più amati dell’intera filmografia di Wes Anderson, Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore mette per la prima volta al centro della narrazione di un lungometraggio del pittoresco autore due interpreti adolescenti e con pochissima esperienza davanti la macchina da presa. Nel mettere in scena la misteriosa fuga d’amore tra Sam e Suzy e le conseguenze della scomparsa dei due ragazzi nella comunità del New England, Anderson firma forse il suo film più tenero, uno dei ritratti cinematografici più sinceri del dissidio tra padri e figli mai realizzati nel cinema americano del Nuovo Millennio. Un gioiellino.
Negli anni Sessanta, su un’isola al largo delle coste del New England, i dodicenni Sam e Suzy fanno un patto e decidono di fuggire insieme dopo essersi conosciuti e innamorati. Da quel momento, prima che una violenta tempesta si abbatta sulla zona, tutti gli abitanti del posto, compresi i genitori di Suzy e le autorità, cominciano a ricercarli in ogni dove, dividendosi in due diverse fazioni che, parteggiando per l’uno o per l’altra, mettono a soqquadro ogni angolo della città e determinando il destino di tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda.
3. Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004)
Tre anni dopo il successo strepitoso de I Tenenbaum, Wes Anderson raccoglie tutti gli accoliti del suo cinema famigliare e realizza un surreale omaggio cinematografico alla figura di Jacques Cousteau, che qui diventa l’irresistibile e cialtrone Steve Zissou interpretato da Bill Murray. Un film che si sposta dalla terraferma alle inquiete maree e e alla fluidità naturale dell’oceano per mettere in scena un racconto degli affetti e dei desideri/aspirazioni dei peculiari personaggi che popolano il mezzo di trasporto acquatico di Steve Zissou. Medaglia di bronzo nella classifica dei migliori film di Anderson.
Steve Zissou, leggendario esploratore subacqueo noto per i suoi documentari, decide di mettere in piedi una spedizione per trovare lo squalo giaguaro che ha divorato Esteban, il suo migliore amico e socio in affari. All’equipaggio, composto da un gruppo di bizzarri personaggi, si aggiungono una giornalista incinta e Ned Plimpton che dice di essere figlio di Steve.
2. I Tenenbaum (2001)
Prima parlavamo del cinema degli affetti e dei sentimenti che Anderson ha da sempre affrontato (a modo suo) nel suo cinema peculiare, colorato e pittorico. Capostipite cronologico di questa tendenza contenutistica è senza dubbio I Tenenbaum, capolavoro assoluto del cineasta statunitense che si merita senza se e senza ma la medaglia d’argento di questa classifica dal titolo peggiore a quello migliore. Storia di una delle famiglie disfunzionali americane per eccellenza sul grande schermo che frutta a Wes Anderson la sua prima, meritata candidatura all’Oscar per la sceneggiatura.
Royal O’Reilly Tenenbaum è lo strambo genitore di una famiglia non proprio ordinaria. Lui e la moglie Ethel si sono lasciati da tempo, ma sono soprattutto i figli ad aver perso di vista il padre per circa 17 anni. Richie precocissimo campione di tennis; Chas genio della finanza fin dalla tenera età e Margot, la figlia adottata, scrittrice in erba. Royal li riunisce e va incontro a una serie di guai.
1. Grand Budapest Hotel (2014)
Prima posizione per l’acclamatissimo (e premiatissimo) Grand Budapest Hotel. Nel 2014 il nostro regista e sceneggiatore firma forse la sua opera cinematografica più compiuta, ambiziosa e strabordante, tanto che a ragion veduta molta della critica di settore ha affermato che dopo questo film c’è stata una decisa svolta nello stile e nella struttura delle sue pellicole successive, sempre più rarefatte ed ostinatamente estetizzanti. Uno spartiacque imprescindibile per il cinema di Wes Anderson nel bene e nel male, che però ad oggi è forse il suo film più amato e riconoscibile nell’immaginario pop. Per noi medaglia d’oro assoluta.
Gustave H, leggendario concierge di in un famoso hotel europeo tra le due guerre mondiali, stringe amicizia con il giovane impiegato Zero Moustafa, che diventa il suo protetto di fiducia. La loro storia si intreccia con quelle di un furto, e del successivo, recupero di un dipinto rinascimentale dall’inestimabile valore, della battaglia per un enorme patrimonio familiare e dei lenti o improvvisi sconvolgimenti che hanno trasformato l’Europa nella prima metà del XX secolo.