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Home » Film » Unlocked, la spiegazione del finale del thriller coreano su Netflix

Unlocked, la spiegazione del finale del thriller coreano su Netflix

La spiegazione del finale di Unlocked, nuovo thriller coreano su Netflix con protagonista Chun Woo-hee e Yim Si-wan.
Sofia BiaginiDi Sofia Biagini20 Febbraio 20236 min lettura
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Chun Woo-hee è Nami nel film Netflix coreano Unlocked
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Debutto alla regia dell’attore coreano Kim Tae-joon, Unlocked è un film dalla tensione crescente che segue la vita di una normale impiegata, Nami (Chun Woo-hee), dopo aver smarrito il suo telefono cellulare sull’autobus. Recuperato da uno sconosciuto, lo smartphone le viene restituito ma con uno spyware installato all’interno. In questo modo, il ragazzo (Yim Si-wan) dall’altra parte dello schermo – che ci vi viene presentato col nome di Jun-yeong –  inizia a spiare ogni movimento della ragazza, ad ascoltare ogni sua conversazione e a prendere appunti ossessivi sulla sua vita, sul suo lavoro e sulla sua rete sociale. Nel frattempo, come abbiamo visto nella nostra recensione di Unlocked, il detective Ji-man (Kim Hee-won) è sulle tracce di un feroce serial killer che sospetta essere, in realtà, proprio suo figlio Jun-yeong. Se siete arrivati alla fine della visione di questo thriller coreano, sicuramente conoscerete la verità sull’identità del killer. Ma potrebbero esserci diversi elementi che vi sono sfuggiti in una trama così intricata; scopriamoli insieme nella nostra spiegazione del finale di Unlocked.

Chi è Jun-yeong?

Yim Si-wan nel film Unlocked

Il personaggio di Jun-yeong viene inizialmente presentato come uno stalker, che si impossessa dello smartphone della protagonista Nami e glielo restituisce installando al suo interno uno spyware, così da ascoltare le sue conversazioni e seguirne i movimenti. Piano piano, però, ci accorgiamo che il vero obiettivo di Jun-yeong non è quello di spiare la ragazza, ma di accedere a tutte quelle informazioni sensibili che gli permettano di rovinarle la vita e di allontanare da lei tutte le persone care. Questo perché, come si comprende già dopo la prima mezz’ora del film, il giovane, in realtà, è uno spietato serial killer con almeno sette vittime sulla coscienza. A dargli la caccia è Ji-man, detective della polizia nonché padre del ragazzo. Almeno questo è quello che ci vogliono far credere.

Qual è il piano per catturare Jun-yeong?

Chun Woo-hee nel film Unlocked

Una volta che il detective Ji-man e il suo collega vengono a conoscenza dell’esistenza di Nami, ottava potenziale vittima, decidono di elaborare con lei un piano per incastrarlo. Nami invita Jun-yeong a casa sua con la scusa di aver bisogno di un controllo al pc e fingendo di non essere a conoscenza del fatto che sia stato lui a installare lo spyware nel suo telefono. Così, appostati sotto casa della ragazza, i due detective intercettano Jun-yeong proprio prima di salire; ma accade una cosa inaspettata: il giovane dice di non essere la persona che stanno cercando e, in effetti, Ji-man sembra non riconoscerlo come suo figlio. Jun-yeong viene allora lasciato andare e, una volta allontanatosi, scrive a Nami di aver avuto un contrattempo e che sarebbe andato da lei nel weekend. Non potendo rimanere appostati per l’intero fine settimana, i poliziotti consigliano alla ragazza di mettere la sua SIM in un vecchio telefono e di trascorrere i giorni successivi a casa di un amico o un familiare. La accompagnano, così, a casa del padre, che Nami ancora non sa essere stato fatto prigioniero proprio dallo stesso Jun-yeong. Mentre i detective e la ragazza si salutano, quest’ultima dice loro che manderà un messaggio ogni giorno, per assicurare di star bene; ma mentre pronuncia queste parole, mostra loro un biglietto scritto di suo pugno del quale non ci viene svelato il contenuto.

Dov’è il padre di Nami?

una scena del film Netflix Unlocked

Entrata a casa del padre, Nami vede il genitore dormire beatamente nel suo letto anche se, ovviamente, noi sappiamo trattarsi di una messinscena del serial killer. Poco dopo, riceve un messaggio da Jun-yeong che chiede alla ragazzo di chiamarlo; ma una volta avviata la telefonata, Nami sente un telefono vibrare nella stanza a fianco. Corsa in camera del padre e trovando solo cuscini sotto le coperte, la giovane si rende conto di essere stata incastrata: e, infatti, da dietro il divano spunta proprio Jun-yeong. Quest’ultimo, obbliga la ragazza a mandare un messaggio ai detective con scritto “Ora vado a dormire, ci sentiamo domani.” e poi la conduce nel bagno dove si trova suo padre, legato e imbavagliato dentro la vasca piena d’acqua. Proprio in quel momento, l’unità persone scomparse contatta il detective Ji-man per comunicargli che, una delle vittime del serial killer, presenta il suo stesso DNA; l’uomo capisce, così, che il figlio è morto e che l’assassino al quale sta dando la caccia non ha nulla a che vedere con lui.

Come viene salvata Nami?

Unlocked: una scena del film coreano

Intanto Jun-yeong ha legato e imbavagliato anche Nami e, dopo averla gettata nella vasca insieme al padre per provocare ad entrambi la morte per annegamento, torna in salotto per rilassarsi. Qui, però, si accorge di un biglietto accartocciato e buttato per terra; si tratta di quello che Nami aveva mostrato ai detective prima di congedarsi e riporta scritto: “Niente messaggi, soltanto chiamate”. Jun-yeong capisce quindi di essere stato incastrato e, infatti, proprio in quel momento i due poliziotti irrompono nell’appartamento e lo aggrediscono, riuscendo a immobilizzarlo. Mentre Ji-man colpisce più volte il ragazzo con il calcio della pistola, il suo collega tira fuori Nami dalla vasca da bagno, salvandola, e inizia a praticare il massaggio cardiaco al padre ormai privo di sensi.

Come finisce Unlocked?

uno dei momenti finali di Unlocked

Dopo aver ridotto il suo volto a una maschera di sangue, Ji-man riesce ad estorcere al killer la sua confessione: il figlio del detective, il vero Jun-yeong, non era stato altro che la vittima numero 0, la cui identità era stata rubata e impiegata per compiere tutti quegli efferati crimini. Mentre il detective fruga nella borsa del ragazzo alla ricerca di prove, Nami, che nel frattempo è riuscita a trovare le forze per alzarsi, raccoglie una pistola e si dirige verso l’assassino, sparandogli due volte al petto ma senza ucciderlo. Proprio in quel momento, la ragazza si sente chiamare dalla flebile voce del padre che il collega di Ji-man è fortunatamente riuscito a rianimare.

Qual è la vera identità del killer?

Yim Si-wan nel film Unlocked

Dopo l’arrivo di polizia e ambulanza e il rinvenimento di tutti i cellulari appartenenti alle vittime del killer, la notizia di quel che è successo inizia a diffondersi a macchia d’olio, anche per la presenza della folla accorsa sul posto che, immancabilmente, immortala tutta la scena con i propri smartphone. Dal telegiornale apprendiamo poi che, il colpevole, non era mai stato registrato alla nascita e che gli inquirenti proveranno a risalire alla sua vera identità una volta svegliatosi dal coma.

Nami è al sicuro?

Una delle locandine del film Unlocked

In un’epoca in cui i cellulari sono una necessità, potrebbe accadere a chiunque.

Questo è quello che leggiamo in una delle tante notizie riguardanti gli eventi narrati nel film; una frase che fa riflettere su come gli smartphone, in fondo, possano rappresentare un’arma pericolosa nelle mani sbagliate.
Nell’ultima scena vediamo qualcuno, probabilmente un semplice curioso – ma non possiamo avere la certezza riguardo alle sue intenzioni – scrivere un messaggio in una chat di amici: “Ho trovato il bar di Kirke (Nami), lei è davvero qui.”, al quale seguono varie risposte: “che aspetto ha?” “devo andarci“, “dille di tenere duro“, “forza Kirke“, “mandaci una foto“. Il curioso o presunto tale le scatta quindi una foto da lontano con lo zoom del cellulare e lei, inquietata, se ne accorge. Nami (forse) sarà anche al sicuro ormai, ma la sua privacy sicuramente no.

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