Lo sapevate che il celeberrimo musical di Broadway Wicked ha ispirato (seppur non in maniera esplicita) il capolavoro d’animazione Disney Frozen? Il cartoon del 2013 ebbe un successo immediato sin dal momento della sua uscita nelle sale di tutto il mondo. Il lungometraggio co-diretto da Chris Buck e Jennifer Lee ebbe una eco straordinaria grazie soprattutto al tappeto musicale originale impreziosito dalle musiche di Christophe Beck e i testi della coppia premio Oscar formata da Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez; tutti ad oggi conoscono a menadito la canzone “Let It Go”, vero e proprio momento showstopper per il cartoon Disney entrato di diritto tra le melodie di maggior successo nella storia della Casa di Topolino.
Una melodia che, in arrangiamenti e contenuti, sembra ricordare da vicino la famigerata “Defying Gravity” di Wicked. E non è soltanto questa l’unica similitudine tra il musical di Broadway ideato da Winnie Holzman e Stephen Schwartz e il blockbuster di successo mostruoso targato Walt Disney Pictures. In occasione dell’uscita nelle sale di Wicked e del buon passaparola che sta ottenendo in territorio italiano, scopriamo assieme le insospettabili similitudini tra il film con Cynthia Erivo e Ariana Grande e il classico d’animazione vincitore di 2 Oscar.
Da Hans Christian Andersen a Gregory Maguire
Anche nelle radici letterarie Wicked e Frozen hanno punti in comune. Basti pensare al blockbuster animato del 2013, liberamente ispirato alla fiaba La regina delle nevi pubblicata nel lontanissimo 1844 dal danese Hans Christian Andersen, e al musical del 2003 di Holzman e Schwartz, che rielabora il romanzo omonimo di Gregory Maguire arrivato sugli scaffali delle librerie di tutto il mondo a partire dal 1995. In casa Disney, si è ovviamente deciso di produrre un cartoon musicale che esula di certo dagli elementi più dark ed adulti della fiaba di Andersen, portando dunque sul grande schermo un racconto per tutte le famiglie accessibile, immediato ed al contempo particolarmente efficace.
Ma anche nell’adattamento dalle pagine al palcoscenico c’è stato un processo di “epurazione” degli elementi più maturi del romanzo di Gregory Maguire. Difatti, Wicked è anch’esso visione edulcorata ed adatta ad un vastissimo pubblico di ogni età di quello che a tutti gli effetti era un romanzo fantasy destinato ad un pubblico di lettori adulti, smaliziati e particolarmente colti. Rielaborando gli eventi principali del celeberrimo lungometraggio Il Mago di Oz del 1939, lo scrittore statunitense ha avuto l’ardire di donare dignità e rotondità narrativa al personaggio della Perfida Strega dell’Ovest, in Wicked protagonista semi-assoluta del palcoscenico e del grande schermo ed anti-eroina per eccellenza che ha ammaliato con il suo viaggio personale e con delle canzoni memorabili milioni di avventori teatrali in Usa.
All’alba sorgerò
Nel 2003, quando il musical ideato da Winnie Holzman e Stephen Schwartz debutta a Broadway, a vestire i panni di Elfaba, la Perfida Strega dell’Ovest fu la cantante ed attrice Idina Menzel, affiancata da una splendida e divertentissima Kristin Chenoweth nei panni di Glinda, la Strega Buona del Nord. E non è allora un caso che, a distanza di dieci anni dal debutto del musical, Disney porti nelle sale di tutto il mondo il suo Frozen; che si ispira sì alla celeberrima fiaba di Hans Christian Andersen, ma che ha moltissimi punti in comune con Wicked. A partire dalla voce originale scelta per interpretate la glaciale Elsa di Arendelle: nientepopodimeno che Idina Menzel, che torna prepotentemente alla ribalta del mondo dello show business (stavolta non soltanto quello di Broadway, ma anche cinematografico e musicale tout court) quando riceve il plauso unanime del pubblico e della critica di settore come performer della straordinaria canzone “Let It Go” (in lingua italiana, “All’alba sorgerò”).
Inno all’indipendenza femminile e al potere della diversità che si trasforma in pochissime settimane dal debutto nelle sale di Frozen alla fine del 2013 una hit musicale di strabordante successo globale. Seguiranno due Oscar al film l’anno successivo e l’entrata ufficiosa del classico diretto da Chris Buck e Jennifer Lee nel pantheon dei più alti incassi nella storia della Walt Disney Pictures. Che sia stata scelta proprio Idina Menzel nel prestare la sua voce ad Elsa non è di certo stato un caso, perché molti sono i tratti comunali tra il personaggio femminile co-protagonista di Frozen e l’impavida Elfaba di Wicked, personaggio che la stessa Menzel aveva interpretato, come già precedentemente accennato, dieci anni prima sui palcoscenici di tutta America.
La gravità si inchina a me
Se in Frozen Elsa di Arendelle viene dipinta come una bambina dotata di straordinari poteri magici (quelli di poter trasformare il mondo e le persone in ghiaccio e neve) nascosti agli occhi dal mondo per paura del pregiudizio, anche Elfaba viene raccontata prima da Maguire e poi nel musical come ragazza diversa e particolarmente dotata in quel di Oz. Nata con una peculiare carnagione verde e per questo denigrata fino all’adolescenza per la sua diversità, la futura Perfida Strega dell’Ovest è tuttavia simbolo di una lotta serpeggiante al potere politico (quello del truffaldino e corrotto Mago di Oz, che vorrebbe togliere la parola e soggiogare al suo governo il mondo degli Animali) che batte orgogliosamente la bandiera dei reietti, degli outcast, degli emarginati.
In fuga dalle trame di palazzo del Mago che la vorrebbe al suo fianco per controllare i suoi sudditi grazie al potere sovrumano della ragazza verde, Elfaba decide infine di diventare lei stessa la reietta della società di Oz, di fuggire lontano lontano nell’Ovest del regno fatato creato ai primi del Novecento dalla penna di L. Frank Baum per ordire una rivolta sotterranea al potere centrale e diventare così il “nemico pubblico numero uno”. Un percorso narrativo che sembra in un certo qual modo condivide anche la Elsa di Frozen: ragazza dagli incredibili poteri, si allontana dalla sua dimora famigliare (e dagli affetti della sorella Anna) per sfuggire alla sua stessa diversità, lontana lontana all’interno di un solitario castello di ghiaccio. E ovviamente, il regno di Arendelle farà di tutto per catturarla e dipingerla agli occhi dei suoi sudditi come un mostro pericoloso per la loro incolumità.
Il potere della diversità
Due anti-eroine, Elsa ed Elfaba, che lottano per legittimare il potere della propria diversità a suon di canzoni di straordinaria efficacia (è chiaro che la Let It Go di Frozen sia del tutto ispirata alle melodie e ai testi di auto-determinazione personale della celebre “Defying Gravity” di Wicked), e che grazie al proprio percorso narrativo donano ai lettori e agli spettatori (teatrali o cinematografici che siano) la giusta carica per affrontare e combattere con efficacia piaghe quali la discriminazione e le conseguenze tossiche dell’emerginazione sociale. Senza dimenticare quanto le nostre due protagoniste siano al contempo propugnatrici di un’emancipazione femminile la cui lotta affonda le sue radici proprio nella figura ancestrale della strega.
Quella figura della fattucchiera che per troppi secoli è stata vista dalla società in trasformazione come nemica di un sistema squistamente patriarcale e mascolino che vedeva nell’intuito e nelle capacità femminili la minaccia ad uno status quo gerarchico fuori e all’interno delle strutture dei ruoli nei nuclei famigliari, di ieri e di oggi. Per tali motivi Wicked e Frozen, in forma speculare, parlano tutto sommato della stessa cosa con linguaggi ed obiettivi similari, efficaci e capaci di arrivare ad un pubblico amplissimo e variegato. Pronto finalmente a piegare a sé la gravità per cambiare un mondo nel quale la parità di generi sembra ancora un orizzonte fin troppo lontano da toccare con mano.