Oggi il giornalista Alfonso Basterra continua a scontare la sua condanna a 18 anni per l’omicidio di sua figlia adottiva Asunta e si trova nel carcere di Teixeiro, in Spagna, dove fino a qualche anno fa era rinchiusa anche la sua ex moglie Rosario Porto, morta suicida nel 2020. In una lettera ad uno degli autori della serie Asunta, ha manifestato l’intenzione di togliersi la vita per ricongiungersi con sua figlia, una volta che tornerà libero. Allo stesso modo Basterra ha spiegato di voler chiedere scusa a chi lo ha condannato, così come all’assassino di sua figlia, di aver nutrito nei loro confronti il desiderio di ucciderli.
Basterra trascorre le sue giornate nella biblioteca del carcere di Teixeiro, dove inizialmente era richiusa anche la sua ex. Rosario Porto si è suicidata in carcere dopo altri due trasferimenti e due tentativi di suicidio. Non gli sono stati concessi permessi, fino ad ora, e non ha fatto alcuna ammissione sull’omicidio di sua figlia adottiva.
Di recente Basterra ha inviato una lettera a Ramon Campos, uno degli autori della miniserie Asunta, da poco uscita su Netflix, e gli ha spiegato che ha deciso di mettere da parte la rabbia nei confronti del giudice per le indagini preliminari, del pubblico ministero, degli avvocati dell’accusa, dei media e di “colui che ha messo fine alla vita della mia Asunta”, perché questi sentimenti, ha spiegato, lo porterebbero “inevitabilmente verso la follia e l’autodistruzione”.
“Dopo averci pensato a lungo, ho capito che il perdono è la mia strada” – scrive Basterra – “L’unico modo possibile per restare sulla mia strada e superare questa grande sfida che il destino mi ha riservato. Dopo tante ore di meditazione ritengo che questa nuova direzione sia, oltre che corretta, quella definitiva. Non posso cadere in episodi di rabbia come quelli che ho vissuto”. Inoltre, il giornalista è arrivato alla conclusione che “tutti loro abbiano agito in modo professionale e secondo l’etica più pura, magari sbagliando, ma senza infrangere la legge e senza alcuna intenzione di condannare per il gusto di farlo.”
La missiva assume toni inquietanti quando Basterra spiega che tra sei annni “quando mi sarà concesso il terzo grado (simile alla nostra libertà vigilata ndr) invece di uccidere coloro che ho menzionato, come avevo immaginato di fare in tante occasioni, vorrei sedermi con loro ad un tavolo e discutere, se lo desiderano, cosa è stato quel processo”
“Porgerò loro le mie scuse per aver avuto (nei loro confronti) pensieri così terribili derivanti da una follia inimmaginabile che non auguro a nessuno. E per lo stesso motivo farò lo stesso con l’assassino di mia figlia, perché ora sono convinto che il suo gesto sia stato frutto di quella follia. Nessuno nel pieno uso delle proprie facoltà mentali commetterebbe una mostruosità del genere. Per finire, faccio una confessione: quando riconquisterò la libertà, ho la ferma intenzione di scomparire, nessuno avrà più mie notizie”
“Ho solo una ragione per restare in vita, che non è altro che essere di nuovo un uomo libero e riunirmi con la mia Asunta” – conclude Alfonso Basterra manifestando l’intenzione di suicidarsi – “Infatti ho già pensato al come e al dove, mi manca solo il quando ma ci arriverò. La mia vera condanna non è il carcere, ma il fatto di non aver potuto aiutare Asunta quando aveva più bisogno di me. È qualcosa per cui non potrò mai perdonarmi. Quindi, signor Campos, quando apprenderà della mia morte, la prego di stappare una bottiglia di spumante e di brindare con i suoi cari. Solo allora capirà che ho ritrovato la mia felicità. La mia bambina ha bisogno di me e io ho bisogno di lei.”
La serie Asunta, interpretata da Candela Pena e Tristan Ulloa nei ruoli dei coniugi Basterra, ricostruisce le circostanze dell’omicidio di Asunta Basterra, una ragazzina di 12 anni, di origine cinese, che Alfonso Basterra e sua moglie Rosario Porto avevano adottato quando aveva pochi mesi. Asunta scomparve da casa il 21 settembre 2013 e il suo corpo fu ritrovato in un bosco poco distante dalla casa di campagna di proprietà di sua madre. Molti indizi raccolti durante le indagini fecero pensare che la bambina era stata uccisa dai suoi genitori – ahche se ad oggi non è stato ancora individuato un movente ufficiale.