Andrea Pizzcocolo, nato nel 1972, di Arese, in provincia di Milano, oggi sconta una condanna all’ergastolo per l’omicidio di una escort, Lavinia Simona Ailoiei, nel 2013. Pizzocolo lavorava come ragioniere contabile alla Hydronic di Pero, aveva una compagna brasiliana e una figlia che all’epoca dei fatti aveva 5 anni. Ma conduceva una doppia vita di cui nessuno sospettava: assassino e necrofilo, filmava incontri di sesso estremo con prostitute nei motel nei quali si registrava con un nome falso, Francesco Giorgio Galparoli. Si sospetta che possa essere un serial killer e che vendesse i filmati da lui archiviati ad appassionati del genere snuff. Il suo caso, come vedremo in questo articolo, viene collegato brevemente a quello di Yara Gambirasio.
Pizzocolo viene descritto come una brava persona, GQ scrive che addirittura per i suoi ex compagni di classe è un bonaccione, appassionato di musica metal, che dopo il diploma si mise a distribuire volantini per racimolare qualche soldo. Da ragazzo aveva fatto anche l’educatore. Negli ultimi tempi però l’uomo faceva una vita piuttosto riservata, al di fuori dei contatti familiari e con poche interazioni sociali, al lavoro come nel vicinato. La sua compagna, una donna di origine brasiliana di cui non si conoscono le generalità, non immagina che Pizzocolo possa essere un assassino, perché l’ha aiutata e non è mai stato violento con lei. Come scrive Panorama, la donna dichiara:
“Sono sconvolta. Con me è stato così affettuoso. Grazie a lui sono una cittadina italiana. Mi ha pagato il biglietto per venire in Italia. Mai una violenza. Mi ha aiutato tanto, mi portava a Mirabilandia”
Eppure Pizzocolo frequenta numerosi motel, nei quali si registra con il documento sottratto ad un suo conoscente, Francesco Giorgio Galparoli, sul quale ha incollato la sua foto. Il 6 settembre 2013 si registra all’Hotel Mo.Om di Olgiate Olona, dove aspetta una escort, Lavinia Simona Ailoaiei, di 18 anni, romena. Pizzocolo la contatta sul sito BakecaIncontri, dove lei si presenta come Dora. Pattuiscono un compenso di 500 euro e si vedono. Lei prima di vedere il cliente riceve un messaggio dal suo fidanzato che le consiglia di “tenerselo buono”, perché ha i soldi. La ragazza non sa che Pizzocolo ha organizzato la camera del motel come un set, con quattro telecamere ad alta risoluzione collocate in diversi punti, a riprendere quello che succederà. L’uomo ha anche un’altra telecamera al polso. Scambiano qualche chiacchiera, poi consumano un rapporto sessuale estremo, tutto documentato dalle telecamere, e alla fine lui la uccide strangolandola durante un rapporto orale con due fascette stringicavi, di quelle di plastica. Dopo un po’ porta il cadavere fuori dal motel e lo introdice in un altro motel, il Silk di Lodi, al quale accede tramite il garage, con discrezione. Nella seconda stanza, consuma altri rapporti sessuali con il cadavere, le parla e la prende in giro. Anche qui, facendosi sempre riprendere dalle telecamere. Prima di sbarazzarsi del cadavere, si riprende i 500 euro.
Il 7 settembre il corpo della ragazza viene trovato in un campo di mais nel lodigiano. Sul viso ha una salvietta che permette agli inquirenti di risalire facilmente al motel in cui Lavinia Simona ha trascorso le sue ultime ore e al suo assassino. Le prove nei confronti di Pizzocolo sono schiaccianti, oltre al video dell’omicidio e dello stupro, in suo possesso vengono trovati 500 giga di materiale video su decine di ragazze romene e cinesi, tutte impegnate in rapporti estremi con il ragioniere. Vengono trovate anche le fascette stringicavi, una boccetta di etere, oltre a materiale da sexy shop: bambole gonfiabili, frustini, falli artificiali. Come scrive La Stampa, la giudice Isabella Ciriaco, che convalida il fermo di Pizzocolo, dirà a propsito dei video:
“Anche la descrizione più dettagliata e realistica non può rendere con sufficiente giustizia la freddezza, la lucidità, la tenacia e la crudeltà che trasuda dai filmati”
Si ipotizza che Andrea Pizzocolo possa essere l’uomo che ha ucciso Yara Gambirasio a Brembate di Sopra, anche lei giovanissima e trovata in un campo. Ma, come riporta Bergamo News, gli esami del DNA commissionati dalla PM Letizia Ruggeri, lo escludono sin da subito.
Poi ci sono cinque carte di credito trovate nel portafoglio del ragioniere e spese dispendiose, tra hotel ed escort di lusso, che non erano giustificati da 1800 euro di stipendio. Verrà poi scoperto che pagava con soldi sottratti all’azienda in cui lavorava – si parla di 600mila euro – e per questo verrà condannato anche per truffa e appropriazione indebita.
Pizzocolo asserisce che con Lavinia-Simona era un gioco erotico finito male, ma dai video è evidente che avesse intenzione di ucciderla e che fosse consapevole, I giudici respingono anche l’eventualità che la dipendenza dalla cocaina del ragioniere possa aver influito sul suo stato mentale, quella sera. Stando a quanto scrive il Giorno, dichiarano:
“Pizzocolo ha agito con brutalità verso Lavinia, noncurante delle urla disperate della ragazza. È sempre stato lucido e cosciente. Voleva solo ucciderla”.
Determinante sarà anche la testimonianza di Gabriela, una prostituta romena di vent’anni che era riuscita a salvarsi dopo un’aggressione di Andrea Pizzocolo, un mese prima dell’omicidio di Lavinia Simona. Come scrive il Corriere, la donna raccontò che era andata con Pizzocolo in un motel e lui le aveva chiesto di vedere un film hard insieme, ma lei aveva rifiutato. Lui aveva fumato “una sigaretta artigianale con tabacco mischiato a polvere bianca” e dopo era diventato aggressivo. Le aveva detto: “ti faccio vedere come si gioca con una donna” e dopo averla sopraffatta, l’aveva immobilizzata con le fascette e poi l’aveva tramortita con dei pugni. Dopo essere usciti dal motel, lui l’aveva rinchiusa nel bagagliaio dell’auto, per poi abbandonarla nelle campagne del lodigiano. Sempre immobilizzata dalle fascette, Gabriela si mette in ginocchio e striscia fino a raggiungere la strada, dove poi viene soccorsa da alcuni passanti.
Prima della condanna all’ergastolo il ragioniere si era dichiarato nuovamente estraneo ai fatti e aveva lascianto intendere che si sarebbe ucciso. Come scrive il Corriere, pochi mesi dopo la condanna, nel 2013, è stato aggredito da un detenuto, che con la scusa di dargli un rotolo di carta igienica in cella, lo aveva tirato a sé, e gli aveva dato numerosi schiaffi e pugni, procurandogli un occhio nero.
#UnGiornoinPretura torna sull’inquietante caso Pizzocolo, il ragioniere di Arese che uccise e filmò la sua vittima. La Corte d’Assise di Appello di Milano deve decidere se confermare la condanna all’ergastolo.
Questa sera in seconda serata su #Rai3 pic.twitter.com/vdKI0PYIb5
— Un Giorno in Pretura (@ginpretura) November 30, 2024