Nando Broglio, nato nel 1938, era un vigile del fuoco in pensione che oggi è ricordato per aver parlato per ore ed ore, con un megafono, ad Alfredino Rampi, il bambino precipitato in un pozzo artesiano a Vermicino, nel giugno del 1981. Nando e Alfredo avevano stabilito un rapporto di fiducia e l’instancabile vigile del fuoco, aveva fatto di tutto per intrattenere e distrarre il bambino, fin quando non c’era stato più nulla da fare. In quei momenti aveva pensato anche ai suoi quattro figli, Fabrizio, Roberto, Andrea e Silvia, nati dal matrimonio con sua moglie Rina Bernardini. Broglio è morto nel 2017, a causa di un infarto, in una clinica romana.
Il viso di Nando Broglio era di quelli che ispirano fiducia: era una persona perbene, un uomo semplice, forte e buono e questo trova conferma sia nelle parole spese per lui, al suo funerale, che in quello che fece nei tre giorni in cui Alfredo Rampi era in fondo al pozzo. Come scrive La Stampa, Broglio, che allora aveva 46 anni, per tre giorni e tre notti, continuò a parlargli col megafono, rassicurandolo e promettendogli che una volta uscito gli avrebbe fatto visitare la caserma dei vigili del fuoco e gli avrebbe fatto fare anche un giro sulla macchina dei pompieri.
“Non so come facevo, che cosa riuscivo a dirgli per consolarlo, forse pensavo a quello che avrei detto ai miei quattro figli, che erano poco più grandi di lui, quando avevano paura”‘
Nando tranquillizzò Alfredo anche in merito ai forti rumori che gli arrivavano quando si iniziò a scavare un tunnel parallelo per cercare di recuperarlo, e gli disse che Mazinga stava arrivando a salvarlo. Per consolare Alfredo gli parlarono dei suoi personaggi preferiti dei cartoni animati dell’epoca, Goldrake, Jeeg Robot ecc. Ad un certo punto, tra il vigile del fuoco e il bambino, si stabilì un rapporto di fiducia tale, che Alfredo chiamava anche lui, oltre a sua mamma. Come dichiarò Nando, infatti:
“Ricordo che c’e stato un momento che mi era allontanato per un bisogno fisiologico e mi sono subito venuti a chiamare, perché Alfredino mi aveva cercato”
Come riportò Huffington Post, anche Franca Rampi ha espresso gratitudine nei confronti di Nando, perché rimase lucido e interagì con Alfredo per ore, cosa che lei, la madre del bambino, non riusciva sempre a fare.
“Nando mi ha liberato dall’angoscia di dover essere io a parlare con Alfredo. In quel momento non ero in grado, avevo costantemente il suo urlo dentro la testa. Psicologicamente è stato fondamentale. A distanza di tanti anni, oggi penso che quel suo dialogo con mio figlio mi abbia salvato la vita”
Purtroppo, a causa delle trivellazioni, Alfredino scivolò per altri 30 metri ancora più in fondo, e il suo dialogo con Nando si fece sempre più rado, fino a quando il piccolo perse conoscenza e morì. Un’esperienza che Nando non ha mai archiviato, tanto che ne parlava spesso in famiglia, con emozione. In casa, in una vetrinetta, aveva una foto di Alfredo, quella con la canotta a righe, che conosciamo tutti. Nel 2001 concesse un’intervista all’ANSA in parlò dell’impatto che quell’episodio aveva avuto sulla sua vita.
Morto il #vigiledelfuoco Nando Broglio: sostenne il piccolo Alfredino nel pozzo di #Vermicino parlandogli per oltre 24ore con un megafono pic.twitter.com/YtB4YRTJVR
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) June 29, 2017
Dopo due anni di salute precaria, Nando Broglio si è spento in una clinica di Roma e a dare l’annuncio, sui social, sono stati proprio i vigili del fuoco, che hanno partecipato anche alle esequie. Come riporta il Messaggero, molti ai suoi funerali hanno ricordato la sua stretta di mano forte, il fatto che parlasse romano, in maniera diretta. E soprattutto il fatto che una parte di lui era rimasta a Vermicino, accanto a quel pozzo.
Per i figli di Nando, lui era solo il loro padre, “un grandissimo papà” che però tutti hanno avuto modo di conoscere durante i fatti di Vermicino. Come scrive Amica, Fabrizio, Roberto, Andrea e Silvia Broglio hanno aiutato Vinicio Marchioni a interpretare il personaggio di Nando nella miniserie Alfredino – una storia italiana.
“Il nostro è stato un omaggio a tutte le persone che hanno partecipato a quella vicenda e che di quella vicenda non si sono liberati mai più. Ho sentito da subito una grande responsabilità. Soprattutto, ho cercato di rendere la gigantesca umanità di Nando Broglio. Sono stati i suoi figli a dirmi che l’esperienza con Alfredino gli rimase dentro per tutta la vita”
In effetti le vite toccate dalla vicenda di Alfredino sono state molte. Oltre a quella di Broglio, anche quella di Angelo Licheri, che si calò nel pozzo e arrivò a toccare il bambino. E certamente anche dei genitori del piccolo. Oggi Franca Rampi è ancora viva e continua a portare avanti i progetti della onlus che porta il nome di suo figlio. Ma Alfredino è nei ricordi di tutti, condivisi su Twitter durante la messa in onda della serie, sulla Rai.