Vittorio Gassman ebbe quattro figli da altrettante donne diverse, Paola, nata nel 1945 dalla relazione con Nora Ricci; Vittoria, nata nel 1953 dal rapporto con Shelley Winters; Alessandro, il più conosciuto, nato nel 1965 dalla storia con Juliette Mayniel e l’ultimogenito, Jacopo, nato nel 1980 dalla storia con Diletta D’Andrea. In modi diversi, Paola, Alessandro e Jacopo hanno intrapreso una carriera nel mondo dello spettacolo, tra teatro (soprattutto) e cinema. Victoria invece è l’unica ad aver fatto un percorso differente e oggi è un medico.
Dai loro racconti viene fuori un ritratto di Vittorio come un padre spesso assente, sicuramente eccentrico, con il quale hanno intrattenuto un rapporto intenso. Essendo nati in epoche differenti però, ognuno di loro ha vissuto un’esperienza diversa col genitore. Oggi i tre fratelli Gassman rimasti in vita sono molto legati, anche se non si vedono spesso. Va detto che Vittorio fu un secondo padre anche per Emanuele Salce, l’altro figlio di Diletta, ma anche in questo caso fu un rapporto non sempre facile.
Paola Gassman, la signora del teatro
Paola Gassman, nata a Milano il 29 giugno 1945 e morta il 10 aprile all’età di 78 anni, era la primogenita di Vittorio Gassman, avuta con l’attrice Nora Ricci. Si è dedicata principalmente al teatro e ha condiviso la sua vita e il palcoscenico con il compagno di lunga data, Ugo Pagliai. Ha avuto due figli: Simona Virgilio, avuta dal precedente marito, l’attore Luciano Virgilio e Tommaso Pagliai. Da parte materna, discendeva da una quinta generazione di teatranti, poiché Nora Ricci era figlia del rinomato Renzo Ricci e di Margherita Bagni, a sua volta figlia di Ermete Zacconi e Ines Cristina, tutti noti attori di famiglie d’arte.
All’inizio della sua carriera, ha trascorso tre anni nella compagnia Teatro Libero, diretta da Luca Ronconi, portando in scena spettacoli come “Orlando furioso” in molte nazioni europee e negli Stati Uniti. Ha partecipato anche a produzioni come “La tragedia del vendicatore” e “Cucina”, diretta rispettivamente da Ronconi e Lina Wertmuller. Successivamente, si è unita alla compagnia Brignone-Pagliai, contribuendo a spettacoli memorabili come “Spettri” e “Processo di famiglia”.
Sotto la guida del padre Vittorio, ha interpretato opere come “Cesare o nessuno”, “Fa male il teatro” e “Bugie sincere”. Insieme a Ugo Pagliai, ha dato vita a numerosi spettacoli, spaziando dal dramma alla commedia brillante. Il loro lungo periodo dedicato a Pirandello, insieme a produzioni di autori come Goldoni, Feydeau e Shakespeare, rimane indelebile nella storia del teatro italiano.
Paola ha spiegato in diverse interviste che il suo fu un padre assente, e che recuperarono il loro rapporto proprio sul palcoscenico: il lavoro infatti, diede ad entrambi più di un’occasione di confronto, anche con litigate pesanti, ma li aiutò a conoscersi reciprocamente e a “diventare più complici”, raccontò lei.
Paola Gassman ha lavorato con una serie di registi illustri e ha arricchito il suo repertorio con una vasta gamma di opere, dalle commedie di Coward e Goldoni ai classici greci come “Ifigenia in Aulide” ed “Elena” di Euripide. Negli ultimi anni, insieme a Ugo Pagliai, ha esplorato anche la poesia e il repertorio della memoria. Nel 2007, ha pubblicato l’autobiografia “Una grande famiglia dietro le spalle” con Marsilio Editore, offrendo un’intima prospettiva sulla sua vita e sulla sua carriera.
Vittoria Gassman, il medico
Vittoria Gassman, detta Tori, poco nota al grande pubblico rispetto al padre e al fratello Alessandro, ha tracciato un percorso professionale fuori dagli schemi dello spettacolo, optando per una carriera nella medicina. Nata il 14 febbraio 1953 a Los Angeles, California, da Vittorio Gassman e dall’attrice Shelley Winters, ha mostrato fin da giovane una propensione per lo studio e la scienza, dedicandosi con passione e competenza alla sua professione di medico geriatra. Laureata in due discipline, opera con dedizione a Westport, nel Connecticut.
Sulla sua vita privata, sappiamo che oltre trent’anni è sposata con Robert e la coppia ha due figli: Harry, giornalista, e Ben, attivista ambientale. Il suo secondo nome, Gina, è un omaggio all’icona del cinema Gina Lollobrigida, che per sua madre era “la donna più bella del mondo”. Aveva un anno e mezzo quando i suoi genitori si lasciarono: “Rimasi negli Stati Uniti con mamma che soffrì molto quando poi seppe della nascita del terzo figlio, Alessandro, avuto da Juliette Mayniel” Poi però Juliette e Shelley si conobbero, grazie a Vittorio, ed diventarono molto amiche.
Ha dimostrato sin da giovane una spiccata abilità linguistica, padroneggiando ben cinque lingue e del resto suo padre le mandava lettere in italiano, perché voleva che imparasse anche la sua lingua d’origine. “Mi scriveva spesso e io mi annoiavo a leggere le sue lunghissime lettere in italiano”
In un’intervista, il padre Vittorio Gassman la descrisse come “maniacalmente intelligente“, sottolineando la sua sensibilità e profondità di pensiero. Nonostante la distanza che la separava dal padre, Vittoria ha sempre dimostrato rispetto e gratitudine per la madre Shelley Winters, riconoscendo la sua generosità e presenza costante, nonostante fosse “una donna infelice, con la quale non era facile convivere”.
Anche Vittoria, come Paola, descrive Gassman come un padre assente, con il quale si vedeva periodicamente. Lui andava a trovarla negli States, un paio di volte all’anno e lei trascorreva un mese di vacanze estive in Italia, dal padre. Il loro fu un rapporto segnato anche da grandi litigi: “Le emozioni però superavano i contrasti”.
Alessandro Gassmann, l’attore
Alessandro Gassmann, nato nel 1965, dalla relazione del padre con la francese Juliette Mayniel, seguì sin da subito le orme paterne, facendosi presto un nome, in coppia con uno dei figli di Ugo Tognazzi, Gianmarco; i due reciteranno insieme in Uomini senza donne, Facciamo fiesta, Lovest, I miei più cari amici, Teste di cocco, Ex e Natale a Beverly Hills
Raggiunta la fama, Gassmann diventa un ricercato volto pubblicitario e scopre un’inedita versatilità, recitando in pellicole socialmente impegnate (I banchieri di Dio) e prendendo parte ad adattamenti d’autore (Caos calmo, da Veronesi) proseguendo comunque sempre nel solco della commedia. Da notare, nell’ultimo decennio, il lungo sodalizio artistico con il regista Massimiliano Bruno, per il quale Gassmann ha recitato in Viva l’Italia (2012), Gli ultimi saranno ultimi (2015), Beata ignoranza (2017), Non ci resta che il crimine (2019) e il suo seguito Ritorno al crimine (2021). Lui però ha sempre detto che alla recitazione preferisce la regia e la scrittura e che ha sempre l’ansia al pensiero di esibirsi, nonostante sia un attore affermato.
Sposato dal 1998 con Sabrina Knaflitz, Alessandro Gassmann ha un figlio, Leo, cantautore, nato nello stesso anno delle nozze. L’attore ha parlato spesso delle sue origini ebraiche, ristabilendo anche la grafia originale del cognome di famiglia, modificata ai tempi delle leggi razziali.
Alessandro, tra i figli di Vittorio Gassman è quello che ha condiviso più generosamente ricordi su di lui, in occasione di ogni intervista. Oggi gli resta il ricordo di un padre molto severo, eccentrico, con il quale ha condiviso numerosi viaggi di lavoro. Ma ha svelato anche numerosi aneddoti sul rapporto tra Vittorio e i suoi colleghi più amati, come Gigi Proietti o Ugo Tognazzi. Ad esempio con Tognazzi, per tutta la vita portò avanti una bizzarra sfida edilizia.
“A metà anni ’50 papà comprò una casa a Velletri. Ugo la vide, si complimentò e ne fece costruire una poco lontano, ma più grande e con più terreno. Allora Vittorio decise un allargamento con una dependance e la fece tre volte quella di Ugo, mise persino una torre. Tognazzi rispose subito costruendo un altro immobile gigantesco, inarrivabile. Papà allora mise la piscina e il campo da tennis. Ugo replicò con uno da calcio e la piscina coperta. Papà aggiunse la sauna, per sfregio. Sono andati avanti così tutta la vita”
Jacopo Gassman, il regista teatrale
Jacopo Gassman, figlio di Vittorio e Diletta D’Andrea, ha spiegato che da giovane si trovò ad un bivio, tra la recitazione e la regia e oggi.è un rinomato regista teatrale di fama internazionale. Nato a Roma nel 1980, si laurea in regia cinematografica alla NYU e in seguito ottiene un master in regia teatrale a Londra. Dopo essersi fatto notare, tra il 2010 e il 2012, con alcuni adattamenti del drammaturgo ispanico Juan Mayorga, negli anni successivi Gassmann porta sulla scena opere inglesi contemporanee come “Confirmation” e “There’s possibly been an incident”, di Chris Thorpe, più volte replicate. Nel 2019 torna a Mayorga con “Il ragazzo dell’ultimo banco”, che gli frutta un premio Flaiano; per gli adattamenti di Thorpe, peraltro, Gassman aveva già ottenuto vari riconoscimenti; nel 2024, il giovane debutta alla regia di un’opera, portando in scena il Macbeth di Verdi.
Tra i fratelli Gassman è quello che del padre Vittorio ha un ricordo più dolce, ma segnato anche dai problemi dovuti all’età avanzata. “Ho vissuto il suo aspetto senile, più saggio, più dolce: quasi quello di un nonno nei confronti di un nipote” – spiegò al Corriere – “Da giovane era tosto, duro, con me più accondiscendente. Purtroppo, ho vissuto anche la sua vecchiaia e la depressione, dove alternava momenti di esaltazione, quando saliva in palcoscenico, a quelli in cui si chiudeva in casa: era silenzioso e si dedicava alla lettura, alla scrittura”