“Aveva gli occhi neri come quelli di Hagrid, ma del tutto privi del suo calore. Erano gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio.” Con queste parole J.K.Rowling ha introdotto ai suoi giovani lettori il personaggio di Severus Piton. Direttore della Casa di Serpeverde ed insegnante di Pozioni, ha sempre rappresentato una figura minacciosa nella sua inflessibilità. Per non parlare della passata fascinazione per Lord Voldemort che lo rende sempre passabile di un probabile e futuro tradimento ai danni di Hogwarts.
Tutte caratteristiche che, al momento di decidere se accettare o meno il suo ruolo, hanno fatto tentennare non poco un grande interprete come Alan Rickman. L’attore, infatti, non volevo vestire i panni di un personaggio così nettamente negativo e, se non fosse intervenuta J.K. Rowling in persona, probabilmente oggi nessuno ci avrebbe consegnato un Piton così magistralmente interpretato tra poche luci, molte ombre ed una sensazione di non detto a mantenere sempre l’attenzione accesa. L’autrice, infatti, offrì a Rickman un piccolo frammento sul futuro del suo personaggio e sul probabile ruolo che avrebbe avuto nell’evoluzione della storia. Un particolare cui l’attore si è aggrappato per costruire una parabola evolutiva così ampia, lasciando dei piccoli indizi, spesso contraddittori, nel corso dei diversi film.
Fino ad arrivare all’ultimo capitolo Harry Potter e i Doni della Morte. Soprattutto nella seconda parte, infatti, svaniscono le ombre e si comprende cosa leghi, nel bene e nel male, questo misterioso mago ad Harry. Si tratta, probabilmente, di una delle più grandi rivelazioni della serie che, guardando a posteriori, era stata più volte preannunciata. Per comprendere meglio le caratteristiche di uno dei personaggi più amati della saga, dunque, consideriamo 6 curiosità su Severus Piton.
1. Piton, perché è il principe mezzosangue
Iniziamo proprio dal suo nome. Per gran parte della serie verrà conosciuto esclusivamente come Piton. Quando nel sesto capitolo, però, s’inizierà a parlare di questo misterioso “principe mezzosangue”, l’insegnante di Pozioni rivendica per se il titolo. A dire il vero svela l’arcano proprio nelle fasi finali del film davanti agli occhi sbalorditi di Harry Potter.
Si tratta di un nomignolo, una sorta di nick name che ha forgiato ai tempi della scuola, quando era un semplice studente di Hogwarts. Questo deriva direttamente dalle sue origini. In pochi sanno, infatti, che è figlio di un babbano, Tobias Piton, e di una strega, Eleen Prince. Quindi si tratta, tecnicamente, di un mezzosangue, visto che proviene da una famiglia mista. Il termine principe, poi, fa ovviamente riferimento al cognome da ragazza della madre. Una personalità che amava molto più di quella del padre, dal quale non si è mai sentito compreso.
2. L’amore per Lily
Nel corso della narrazione e dei diversi romanzi potteriani si comprende che il gelido Piton, in realtà, ha un cuore e dei sentimenti. Questi, in particolare, sono rivolti a Lily, la futura madre di Harry Potter. I due si conoscono fin da bambini, abitando nella stessa città. Anzi, sarà proprio lui a far capire a Lily che le sue sono delle qualità eccezionali.
Successivamente, poi, i due ragazzi diventano amici intimi e trascorrono il tempo fantasticando sul futuro ad Hogwarts e sul mondo della magia. Particolari con cui istruisce l’ignara amica, proveniente da una famiglia di babbani. Quando, però, partono effettivamente alla volta della scuola di Magia, i suoi sogni s’infrangono con la dura realtà. Già sul treno s’imbatte in James Potter e Sirius Black che, a onor del vero, non brillano certo di simpatia nei suoi confronti. Successivamente, poi, deve subire anche il dispiacere di essere separato da Lily, visto che lei viene collocata nella casa di Grifondoro e lui in Serpeverde.
Con il passare del tempo le cose non migliorano. Il suo amore per la ragazza perdura e cresce ma la vede innamorarsi di Potter con il quale proprio non riesce a competere. Da tutte queste esperienze e dai dolori di un grande amore non corrisposto, dunque, nasce il suo atteggiamento contraddittorio nei confronti di Harry. Da una parte rivede negli occhi del ragazzino quelli della sua amata Lily, ma la somiglianza con il padre James non fa che riportargli alla memoria brutti ricordi.
3. Come diventa un mangiamorte
È un dato di fatto che Piton sia stato un mangiamorte. Ma come è arrivato a militare tra i seguaci di Lord Voldemort durante quella che viene ricordata come la Prima Guerra dei Maghi? Tutto ha inizio ad Hogwarts quando, sbeffeggiato dal gruppo di James Potter e Sirius Black, trova rifugio nello studio, soprattutto pozioni, e nel gruppo dei Serpeverde. Qui inizia ad avvicinarsi ed abbracciare le teorie sulla purezza del sangue. Una visione pericolosa che lo porterà ad offendere senza possibilità di ritorno anche la sua Lily.
Il passo successivo, dunque, è diventare un seguace di Voldemort. Anzi, sarà proprio lui, dopo aver ascoltato in parte la premonizione della professoressa Cooman sul bambino che avrebbe sconfitto il Signore Oscuro, a rivelare tutto a Voldemort. Una decisione di cui si pente velocemente nel momento in cui capisce che questo ha individuato nel figlio di Lily il pericolo. Per questo motivo chiede aiuto a Silente per proteggere la donna e, dopo la sua morte, passerà senza alcun dubbio dalla parte dell’Ordine della Fenice.
4. Una spia al servizio di SIlente
Di fatto il ruolo che Piton assume in tutta la vicenda potteriana è quello di spia volta a proteggere il giovane Harry. Un compito che assume come una sorta di espiazione per aver causato, indirettamente, la morte della donna amata. Allo stesso tempo la sua lealtà va interamente a Silente, il preside di Hogwarts, con cui costruisce un rapporto di cieca fiducia.
Anzi, sarà proprio il mago a evitargli la prigione di Azkaban testimoniando i grandi pericoli sostenuti da Piton con la sua attività di spia. In segno di perenne gratitudine, quindi, questo misterioso insegnante di Pozioni torna ad essere al centro della vicenda quando, proprio sotto richiesta di Silente, riprende a fare il pericoloso doppio gioco alla “corte” di Voldemort. Un ruolo di cui sono consapevoli tutti i membri dell’Ordine della Fenice, tranne Harry, Hermione e Ron che in lui vedono ancora una possibile minaccia e un traditore.
5. Perché Piton uccide Silente?
Uno dei momenti più drammatici raccontati dalla Rowling e poi portato al cinema è, senza dubbio, la morte di Silente per mano di Piton. Ma perché l’insegnante si fa carico di questo atto che lo definisce, ancora una volta, come un traditore? Si sa che le apparenze ingannano e mai questo principio si è adattato così bene a determinati fatti come nella rappresentazione di questo personaggio. Piton, infatti, sembra prendere il controllo della situazione sulla torre di Astronomia, visto che Draco Malfoy non riesce a portare a termine il compito assegnatoli da Lord Voldemort in persona.
La realtà, però, è ben altra. Silente, consapevole del poco rimastogli da vivere dopo aver indossato l’anello dei Gaunt con inerente maledizione, stringe con Piton un patto segreto: quando verrà il momento sarà lui a ucciderlo. In questo modo, infatti, vuole assicurarsi che la bacchetta di Sambuco, uno dei Doni della Morte, non cada nelle mani di Voldemort, diventando a tutti gli effetti un’arma potentissima. Si sa, infatti, che questa bacchetta risponde solo a chi la vince in un duello. Per questo, come si vedrà nel corso degli eventi successivi, farà resistenza allo stesso Signore Oscuro.
6. La morte di Piton
Alla fine del settimo libro e dell’ottavo film il personaggio di Piton viene finalmente scagionato da qualsiasi dubbio e accusa. Morente, dopo che Voldemort ha deciso di ucciderlo, l’uomo fa in tempo ad affidare i suoi ricordi a Harry che, per la prima volta, scoprirà tutto sul passato del suo insegnante e, soprattutto, sull’intensità dei sentimenti per la madre. Come ultimo atto, poi, chiede al ragazzo di guardarlo negli occhi perché vuole andarsene fissando quel frammento della sua Lily tramandato al figlio. Di fatto si tratta di uno dei momenti più emozionanti che spiegano anche per quale motivo Piton abbia lo stesso patronus di Lily, una cerva.