Domenico Modugno morì il 6 agosto 1994 a causa di un infarto cardiaco mentre si trovava nel giardino della sua villa a Lampedusa. Il cantante aveva 66 anni e aveva avuto un altro infarto di minore entità, nel 1991, e prima ancora, era stato colpito da un ictus, nel 1984. Per ammissione dello stesso artista, la malattia che segnò gli ultimi dieci anni della sua vita, fu una conseguenza del fatto che era stato un forte fumatore.
Come scrive il quotidiano La Provincia di Cremona in un articolo d’archivio, l’artista di “Volare” fu colpito da un infarto mentre era nel grande giardino di Villa Spiaggia dei Conigli, che aveva acquistato negli anni ’70 e che oggi è un resort. Nel pomeriggio, insieme ad alcuni operatori del WWF, l’artista aveva assistito alla rimessa in mare di una tartaruga che era stata curata nei giorni precedenti, ma si era detto dispiaciuto di non aver potuto partecipare attivamente, a causa delle sue causa delle sue condizioni di salute.
I problemi di salute di Modugno iniziarono il 16 giugno 1984, quando fu colpito da un ictus mentre si trovava negli studi di Canale 5, a Cologno Monzese, per registrare una puntata del quiz La luna nel pozzo, di cui era il conduttore. Modugno fumava dalle 50 alle 60 sigarette al giorno e gli impegni televisivi erano gravosi, perché lui voleva che tutto fosse perfetto. Come riporta TvVBlog, il medico di servizio alla Fininvest sottostimò le sue condizioni e gli consigliò di prendere un’aspirina e riposarsi. Prevedibilmente, nella notte le sue condizioni peggiorarono e Mimì fu ricoverato all’ospedale San Raffaele e poi trasferito nel reparto di neurochirurgia del Niguarda.
Successivamente proseguì le cure in una clinica romana, ma rimase con un lato del corpo paralizzato e con difficoltà a parlare. Dopo tre mesi di riabilitazione migliorò, ma fu costretto a mettere da parte la sua carriera musicale e televisiva. Alla conduzione del programma di Canale 5 infatti, Modugno fu sostituito da Marco Columbro (che per un’amara ironia della sorte fu colpito da un ictus anche lui, anni dopo). Decise di fare causa alla Fininvest chiedendo un risarcimento di otto miliardi proprio a causa della diagnosi errata del medico che l’aveva visitato in studio, ma la società di Berlusconi ribadì che il medico in questione era un libero professionista non vincolato alla produzione.
Negli anni in cui fu lontano dalle scene, Modugno si dedicò soprattutto alla politica, impegnandosi per i diritti dei disabili e degli artisti, con il Partito Radicale e con i Verdi, ma come svelò sua moglie Franca in un’intervista al Corriere della Sera, l’ictus gli aveva tolto quasi tutto.
“Ho vissuto la sua malattia con grande tenerezza e gli ho perdonato tutti i tradimenti. Aveva perso tutto: non poteva più essere né il dongiovanni, né l’artista. Siamo tornati a vivere attaccati, per dieci anni, come prima del successo.”
Lino Banfi, che fu un grande amico di Modugno, in un’intervista a L’Edicola invece ha ricordato con un divertente aneddoto che nonostante le condizioni di Mimì in quel periodo non fossero buone, lui era rimasto un grande nuotatore e riusciva a ritrovare vitalità a contatto diretto col mare e da questo punto di vista la villa di Lampedusa gli fu di grande aiuto.
“Dopo che ebbe l’ictus andai a trovarlo a Lampedusa (…) All’epoca non riusciva a camminare bene, era ingrassato. Disse che mi avrebbe insegnato a nuotare. “Ma a chi? Sei scemo” gli risposi. Io ho paura dell’acqua, lui era un delfino. La sua forza era proprio quella, quando gli chiedevo come facesse a nuotare così visto che a malapena riusciva a muovere le braccia e le gambe lui mi rispondeva: “È questa fottutissima vita che faccio”. Ce l’aveva con la vita perché aveva avuto questa malattia e non era più quello di prima. La sua forza era il mare”
Nel luglio del 1991 Domenico Modugno fece il suo grande ritorno sulle scene con un concerto alle Terme di Caracalla al quale seguirono altri concerti, anche all’estero, ma a novembre dello stesso anno, ebbe un infarto lieve mentre si trovava sul volo di ritorno da New York.
Nel 1993 Modugno fece la sua ultima apparizione televisiva a Domenica In, accanto al figlio Massimo per presentare la canzone Delfini e apparve quasi irriconoscibile, con la folta barba grigia e l’aspetto provato dalla malattia. Lo stesso anno, il 26 agosto, tiene il suo ultimo concerto a Polignano, la sua città natale.
A proposito della sua morte, suo figlio Massimo raccontò in un’intervista che nel periodo immediatamente precedente alla sua scomparsa, Domenico era consapevole che se ne stava andando.
“Quando è morto è stato il momento più brutto della mia vita. La sua ultima frase? “Ci vediamo a Palermo per andare in tourneé” Dopo 15 giorni salii sul palco e mi esibii”
Dopo la sua morte, il corpo del cantautore fu trasportato a Roma, presso la sua villa sull’Appia Antica, dove si tenne la camera ardente. I funerali invece si tennero nella Basilica di San Sebastiano fuori le mura. Oggi Domenico Modugno riposa nel cimitero Flaminio, di Roma.