Nella memoria collettiva di oggi Franca Rampi è una madre coraggiosa e generosa, alla quale la vita ha tolto due figli, Alfredino, precipitato in un pozzo artesiano a Vermicino, nel 1981, e il secondo figlio, Riccardo, morto nel 2015 a causa di un infarto. Eppure, a causa di un ghiacciolo, che le fu offerto per riprendere un po’ di forze, nel caldo asfissiante e in una situazione caotica come fu quella dei tentativi di recupero di Alfredo, su Franca si concentrarono le critiche e i sospetti più indegni, da parte di una certa stampa bigotta e dall’opinione pubblica. Inoltre, a metterla in cattiva luce, fu quel dolore composto che agli occhi di alcuni non sembrava adeguato al circo mediatico che nel giro di tre giorni si era creato attorno al pozzo di Vermicino, tra giornalisti, curiosi, soccorritori e bibitari.
Oggi si sente dire fin troppo spesso, soprattutto da certi boomer, o da quegli esponenti della generazione X che già avanzano verso il boomerismo, che un tempo “la vita era più semplice”, c’era più solidarietà e non si leggevano commenti e post così velenosi sui social. A Franca Rampi, i commenti e le illazioni più velenose, arrivarono direttamente a mezzo stampa o addirittura al telefono, da gente che senza vergogna, anche dopo la morte di Alfredo, le chiese se il bambino era davvero suo figlio o se era illegittimo. Ci fu anche chi mise in dubbio che i genitori di Alfredo fossero sposati e amassero davvero il loro figlio, perché nella loro logica perversa, solo le madri biologiche amano, e solo le persone sposate possono amare i loro figli. E poi ci fu anche chi chiese a Franca perché si era cambiata d’abito, durante quei tre giorni d’inferno. Tra i tanti che furono solidali ai Rampi, ci fu anche chi cercò di scandagliare ed esaminare la personalità di questa mamma giudicata “strana” solo perché viveva il suo dolore senza seguire un copione prestabilito. Nella loro testa di complottisti ante-litteram si immaginavano come i detective che indagavano su una vicenda che aveva coinvolto tutti, ma sulla quale si sentivano più lucidi e intelligenti di tutti, da potersi permettere di avanzare ipotesi volgari e offensive per chiunque, non solo per i Rampi.
Come scrisse l’Unità, il 17 giugno, quattro giorni dopo che Alfredo fu dichiarato morto e con il suo corpicino ancora in fondo al pozzo (sarà recuperato solo a luglio) i Rampi furono costretti a riunire i giornalisti per far chiarezza sulle domande più morbose della gente. A rispondere alle domande della stampa però, c’era Adriano Bizzarri, fratello di Franca e zio di Alfredino. Bizzarri difese sua sorella e chiarì che Alfredo non era figlio illegittimo ed era stato molto amato.
“Lo amavamo come si amano i bambini. Alfredino era mio nipote, figlio di un uomo e di una donna normali. Era malato e per questo era stato portato in America. Era stato visitato anche da un dottore famoso, Azzolina”
L’Azzolina al quale si riferì Bizzarri probabilmente era il dottor Gaetano Azzolina, scomparso nel 2023, il primo in Italia ad operare bambini con malformazioni cardiache congenite. L’uomo poi proseguì a parlare di Franca, che stava vivendo un momento cruciale nella sua fase di elaborazione del lutto.
“L’avete vista così, mia sorella, ma vi assicuro che Franca è una donna come tutte. Soffre, piange e ora comincia a sragionare. Hanno accusato Franca di essersi cambiata l’abito… l’abbiamo costretta noi (a cambiarsi) dopo due giorni che non riuscivamo a farla staccare da quel pozzo”
Poi svelò che per tre giorni, la signora Rampi aveva ospitato in casa un sedicente “Mago di Modena”, che continuava ad assicurarle che Alfredino era ancora vivo. Quando suo marito decise di mandarlo via, lei diede in escandescenze, perché il “mago” rappresentava un’ultima speranza, molto vana, alla quale attaccarsi. Questo nonostante Franca avesse mantenuto un certo pragmatismo, fino a pochi giorni prima. Il fatto che avesse iniziato a “sragionare” poi, scrive il quotidiano, sembrò quasi dare soddisfazione ai giornalisti presenti, ai quali il lutto di Franca sembrava così fuori dagli schemi.
Bizzarri poi elencò le altre domande più infami:
“Ma è vero che Alfredo l’ha ammazzato il padre? E se l’avesse buttato giù un amico?” Ci stanno distruggendo piano piano”
Anche Anna Foglietta, che ha interpretato Franca Rampi nella fiction Alfredino – una storia italiana, ha parlato a Repubblica del modo in cui fu giudicata la mamma di Alfredo e della questione del ghiacciolo.
“Venne giudicata perché non soffriva nel modo in cui l’iconografia della madre imponeva di fare ma reagiva, voleva essere utile, a disposizione dei soccorritori. Ha avuto rari attimi di fragilità, io mi sarei lasciata andare. È rimasto tutto dentro, nascosto in uno scrigno chissà dove nel corpo di questa donna”.
“Fu criticata: perché si cambiò d’abito, mangiò un gelato, ma se non lo avesse fatto, non avrebbe recuperato le forze necessarie. L’aiuto che le hanno dato, anche con un ghiacciolo, è stato fortificante. È facile giudicare. Sta per svenire, le danno un gelato e qualcuno dice ‘ha il figlio nel pozzo e pensa a mangiare’. Che violenza, che crudeltà, che mancanza di empatia. Un circo infernale di anime brutte.”
Poco dopo la tragedia però, Franca trovò un modo utile per affrontare il suo dolore, aprendo il Centro Alfredo Rampi, che tuttora si occupa di sicurezza in diversi ambiti, per fare in modo che quello che è accaduto ad Alfredo non accada più a nessuno. Franca Rampi oggi è una signora che ha mantenuto il suo riserbo sulla vicenda e nonostante abbia perso anche un secondo figlio, Riccardo, si limita a parlare quasi esclusivamente delle attività del Centro e della sicurezza in Italia.