Gianni Guido, uno dei perpetratori del massacro del Circeo, oggi è libero e lavora come traduttore in italiano di opere letterarie di carattere religiosom ma gestisce anche il patrimonio di famiglia lasciatogli dai genitori. Una mansione che svolge dopo ben 30 anni passati dietro le sbarre per l’assassinio brutale di Rosaria Lopez assieme ai suoi coetanei Angelo Izzo e Andrea Ghira a San Felice Circeo, nel 1975. Un caso di cronaca nera che sconvolse un Paese intero e che ancora oggi riecheggia con furore nell’opinione pubblica nostrana.
Condannato all’ergastolo, Guido ha avuto la sua pena ridotta a 30 anni ed è evaso ben due volte, spingendosi fino in Sudamerica. Nel 2009, dopo diverse vicissitudini – che raccontiamo di seguito – l’uomo è uscito dal carcere. Raramente ha rilasciato dichiarazioni pubbliche, ma sappiamo che durante la fuga in Sudamerica si è sposato con una donna, Dora Matos, dalla quale poi ha divorziato. Al suo ritorno in libertà fu difeso dai vicini di casa, che chiesero ai media di lasciarlo in pace.
Gianni Guido, all’anagrafe Giovanni, è nato il 10 gennaio 1956 a Roma da Maria Pia Ciampa e da Raffaele Guido, dirigente della Banca Nazionale del Lavoro. Il 29 settembre 1975 Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira sono stati giudicati colpevoli del massacro del Circeo e condannati all’ergastolo. Qualche giorno prima Guido ed Angelo Izzo incontrarono casualmente due ragazze, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, rispettivamente di 17 e 19 anni, convincendole a partecipare ad una festa presso una villa di proprietà del loro amico Andrea Ghira che si sarebbe tenuta qualche giorno dopo. Il 29 settembre i quattro ragazzi giunsero a Villa Moresca, proprietà della famiglia Ghira, sul promontorio del Circeo. Dopo alcune ore dedicate all’ascolto di musica e alla conversazione, Guido e Izzo cominciarono a fare delle avances alle ragazze; queste si rifiutarono scatenando la reazione violenta dei giovani che le seviziarono e violentarono per 36 ore.
Delle due, soltanto Donatella riuscì a salvarsi fingendosi morta dopo essere stata prima drogata e poi stuprata; rinchiusa nel bagagliaio della macchina dei due ragazzi (convinti che come Rosaria, anche l’altra ragazza fosse deceduta), riusci a salvarsi dopo aver battuto insistentemente dal bagagliaio dell’auto mentre i due colpevoli si erano fermati a Roma per cenare. Un metronotte che passava di lì si accorse della richiesta di aiuto e salvò la vita a Donatella. Andrea Ghira riuscì a sfuggire, mentre Gianni ed Angelo vennero incarcerati.
Il 29 luglio 1976 Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira sono stati giudicati colpevoli del massacro del Circeo e condannati all’ergastolo. Nel 1977, dopo aver preso in ostaggio una guardia carceraria, hanno tentato di evadere dal carcere di Latina, senza però riuscirci. Purtroppo nel 1980 la condanna di Gianni Guido è stata ridotta a 30 anni in seguito al suo pentimento e al risarcimento nei confronti della famiglia di Rosaria Lopez. Nel 1981 il criminale è riuscito a evadere dal carcere di San Gimignano fuggendo a Buenos Aires dove è stato arrestato più di due anni dopo. Nel 1985 è fuggito anche dall’ospedale di Buenos Aires, dove era stato ricoverato per una epatite contratta probabilmente in carcere. Nel 1994 è stato catturato a Panama e l’11 Aprile 2008, dopo 14 anni trascorsi nel carcere è stato affidato ai servizi sociali.
Come riporta Il Giornale, nel ’94 dichiarò: “La mia vita prima del 30 settembre 1975 è stata un’esistenza di puro egoismo e divertimento. È stato questo modo di vivere a portarmi a commettere l’episodio per cui sono stato condannato nonché una serie di episodi minori che si situano più o meno in quel medesimo contesto umano”
La sua pena è cessata definitivamente il 25 agosto 2009, grazie a uno sconto di 8 anni, dovuto all’indulto. Durante la sua permanenza in carcere Gianni Guido ha conseguito la Laurea in Lingue e Letterature Straniere e, seecondo alcune informazioni, pare che Gianni dopo la scarcerazione abbia iniziato a lavorare come traduttore di opere religiose, collaborando anche alla gestione del patrimonio di famiglia.