Guglielmo Marconi morì il 20 luglio 1937 a Roma nella sua casa a via dei Condotti a causa dell’aggravarsi di un attacco cardiaco che si era manifestato il giorno precedente con un malore. Lo scienziato aveva 63 anni e già dal 1927 aveva iniziato a soffrire di angina pectoris, ma negli ultimi mesi della sua vita i suoi problemi di salute si erano intensificati, tanto che i medici gli avevano sconsigliato di fare viaggi lunghi.
Come dicevamo, Marconi aveva iniziato a manifestare i primi problemi cardiaci già nel 1927. Due anni dopo il primo attacco di angina, lo scienziato ne subì un altro, mentre si trovava a Gaeta. Dal 1935 in poi, quando si trasferì a Roma, lo scienziato si affidò alle cure del professor Cesare Frugoni, che in carriera fu il medico di altri pazienti illustri come Mussolini, Toscanini, Togliatti e il Re Fuad d’Egitto. Lo stesso anno, mentre si trovava in Brasile, Marconi fu colto da un altro attacco e al suo ritorno in Italia Frugoni constatò che le sue condizioni erano talmente precarie che gli impose un lungo periodo di riposo fisico e mentale e lo affidò alle cure quotidiane di un suo collega, il dottor Arnaldo Pozzi. Nei primi mesi del 1937 Marconi fu colpito da un altro attacco e poi da un edema polmonare acuto, a marzo.
La mattina del 19 luglio lo scienziato e premio Nobel aveva accompagnato sua moglie, Maria Cristina Bezzi Scali alla stazione Termini per prendere il treno per Viareggio, dove la marchesa avrebbe raggiunto la loro figlia Elettra Marconi che già si trovava lì. Marconi avrebbe raggiunto la sua famiglia in Toscana il giorno seguente, per trascorrere le vacanze insieme in un posto non troppo distante, come avevano indicato i medici, e con l’intenzione di proseguire i suoi esperimenti scientifici. Nel pomeriggio però, Guglielmo si sentì male e fu anche costretto a disdire un appuntamento con Mussolini. Nel frattempo sua moglie fu avvisata e rientrò a Roma qualche ora dopo, ma Elettra rimase a Viareggio, protetta dalle prime notizie sulla morte del padre.
Nonostante l’intervento tempestivo del dottor Pozzi, e il successivo arrivo del dottor Frugoni, in serata, l’inventore della radio peggiorò e chiese l’estrema unzione. Morì alle ore 3.45 del mattino. Sembra che le sue ultime parole, rivolte a Frugoni che cercava di incoraggiarlo, siano state.
“Del resto, non me ne importa niente”
Secondo altre fonti invece, avrebbe detto a Pozzi di sentirsi molto male, proprio poco prima di spirare.
Sua figlia Elettra, tuttora in vita, ha raccontato che suo padre si sentì male nella stanza del palazzo di via dei Condotti 11 in cui oggi dormono suo figlio e sua nuora. Ricordiamo che la fiction Guglielmo Marconi – l’uomo che ha connesso il mondo è in streaming. Nel ruolo del protagonista, c’è Stefano Accorsi.