Il famoso comico americano Jerry Seinfeld, star dell’omonima sitcom e regista di Unfrosted, il film Netflix sulla nascita dei Pop-Tarts, ospite di una trasmissione radiofonica, ha tuonato contro la cultura woke e il politicamente corretto, responsabili di aver ucciso la comicità, limitando molto la libertà d’espressione dell’artista.
Per spiegarsi, Seinfeld utilizza una metafora sportiva molto efficace, paragonando uno spettacolo comico a una discesa con gli sci: “Tu stai scendendo, e i paletti continuano a spostarsi; devi essere abbastanza furbo e agile da evitarli prima che te li piazzino davanti.
La verità è che se un copione passa continuamente di mano, viene revisionato da quattro-cinque comitati che vogliono dire la loro su quello che tu scrivi, allora è finita. E la colpa è tutta dell’estrema sinistra, di quel cavolo di politicamente corretto, della paura di offendere“.
L’atteggiamento critico di Seinfeld verso i cambiamenti dell’industria non cade certo inaspettato; già alcuni giorni fa, in alcune dichiarazioni riportate da The Hollywood Reporter, il comico cantava il de profundiis del cinema come lo conosciamo: “Il cinema non è più un pilastro della società civile, come lo era ai miei tempi. Quando usciva un film che valeva la pena vedere, andavamo tutti a vederlo; adesso dobbiamo farci largo in una giungla di informazioni solo per raccapezzarci. Nessuno, neanche sui set, sa cosa succederà di giorno in giorno. Quando ho lavorato su Unfrosted, tutti attorno a me erano terribilmente seri, non avevano minimamente idea di avere a che fare con qualcosa di morto e stramorto.
Unfrosted (qui la presentazione del trailer) racconta la lotta per il predominio del mercato dei prodotti da prima colazione nell’America anni ’60 e rappresenta come detto il debutto di Seinfeld da regista, dopo il successo planetario (paradossalmente, escludendo il nostro Paese) della longeva sitcom omonima di cui fu autore e protagonista negli anni ’90.