La giornalista che ha accusato Rocco Siffredi di molestie, in seguito a un’intervista concessa dall’ex pornodivo in occasione di Supersex, la serie Netflix sulla sua vita, dà ora la sua versione dei fatti, e non si nasconde dietro un dito, ricostruendo punto per punto tutta la vicenda, nella sua spiacevolezza.
La donna, che ha deciso di rimanere anonima, inizia puntualizzando, al Corriere della Sera: “L’intervista non era stata autorizzata, ha chiesto lui di farla ugualmente, di persona, venendo a Roma in hotel. Quando ha capito che non c’era trippa per gatti, come si dice, è scappato“.
Stando al racconto della donna, poi, Siffredi si sarebbe indispettito per essere stato “rifiutato“, dopo averla apertamente corteggiata, prendendo a pretesto presunti problemi con la sbobinatura del colloquio: “Voleva che levassi alcune sue frasi su Alessandro Borghi dall’intervista, l’ho accontentato ma non gli andava bene ugualmente nonostante, rileggendo tutto, non c’era niente di impreciso. Da lì è trasceso con insulti e valutazioni pesantissime sul mio conto che mi hanno messo ansia e agitazione anche per il tono usato: per ore ha insistito a chiamarmi e a mandare messaggi.”
Una persecuzione. Non accetta il rifiuto e mi svilisce come donna, dicendo che devo fare più sesso per tornare “normale”. Sono stata e sto ancora male
Ma cos’è successo esattamente alla fine dell’intervista, di così clamoroso da mettere Siffredi sull’attenti? Se lo chiede anche la giornalista: “Ci siamo fatti una foto assieme a fine intervista come capita spesso con personaggi famosi e l’ho anche postata sui miei social. Poi ci siamo salutati con due baci sulle guance e questo è tutto, non so come può aver frainteso: ho un figlio di nove anni, un compagno di 15 anni più giovane e ci provavo con lui? Capisco la fama che lo accompagna, e può essere considerato un bell’uomo, ma non è proprio il mio tipo e né potrei andare mai con uno con la sua storia“.
Siffredi, nel suo racconto, e nei messaggi divulgati dalla giornalista, cita anche un’altra donna (“Il problema è che sono sempre molto sensibile e ho sentito tanto. Quando è arrivata l’amica tua, ciao! Eravate in due e non una e me ne sono scappato. Non per paura, ma per non fare danni“) e riferisce come la giornalista per prima abbia deviato il discorso sulla sfera sessuale: “Per tutto il tempo ha fatto allusioni al sesso, spiegando di essere una molto forte a letto, invitando una amica che festeggiava il compleanno e insistendo perché andassimo a cena. Una provocazione continua: “Rocco, tu si che sei un vero uomo” e cose così”.
Nel merito, la giornalista ora replica: “Alla mia amica, che festeggiava il compleanno, ho chiesto io di essere presente. Sia perché è una sua fan e aveva l’occasione di conoscerlo, sia perché la sua presenza mi rassicurava, visti i precedenti messaggi di Siffredi e la sua fama di predatore“.
Siffredi, naturalmente, respinge tutti gli addebiti (qui il riepilogo della vicenda dal suo punto di vista) e si dice pronto ad adire a sua volta le vie legali nei confronti della donna; una minaccia che non spaventa la giornalista, già al contrattacco: “La polizia ha già una chiavetta Usb con tutto quello che ci siamo detti e scritto, compreso il testo dell’intervista. Com’era e come è stata modificata su sua richiesta. Non ho omesso niente. Sulle offese personali avrei potuto sorvolare ma non accetto in nessun modo che venga messo in dubbio il mio lavoro e la mia professionalità”.