Oggi è il Carbonara Day e ne approfittiamo per ripescare la ricetta di questo piatto così amato da un’icona del cinema italiano e della cucina come la Sora Lella, cuoca eccellente e volto indimenticato dei film di Carlo Verdone. Renato Trabalza, il nipote dell’attrice, assicurò che la seguente ricetta è quella vera, perché “girano molte versioni fasulle” e ha la caratteristica di essere fatta con un uovo intero e restanti tuorli, per una ragione ben precisa.
“Lei la carbonara la faceva con il guanciale, assolutamente senza panna e con le uova intere, perché fossero più protette dalla coagulazione, nel momento in cui si fa saltare la pasta in padella, e per e far arrivare a tavola il piatto bello caldo e fumante senza che l’uovo diventasse una frittata”. A Repubblica Trabalza spiegò anche che la Sora Lella preparava il condimento sbattendo tutte le uova e i tuorli con quattro “pizzichetti” di formaggio e uno di sale. Il guanciale invece va tagliato in fette di tre centimetri, prive della cotenna e affettate a rettangoli con uno spessore di circa due, tre millimetri. Si fa cuocere in padella nel suo grasso, fino a quando non risulta croccante e poi si fa sfumare con del vino bianco secco, per poi dopo aggiungere del pepe macinato al momento.
Nel frattempo si cuoce la pasta al dente, la si scola e si passa in padella in modo da farla saltare con il guanciale per farla insaporire. Dopo un minuto, spegnerete la fiamma e aggiungerete alla pasta la salsa di uova e formaggio, con un altro po’ di pecorino grattugiato. Trabalza svela anche un trucco nel caso la salsa non si addensi a dovere: “Riaccendete la fiamma, ma non tenete la padella a contatto col fuoco” in modo da non far cuocere l’uovo. Dopo aver impiattato la pasta, la condirete con altro pecorino e un pizzico di pepe.
Elena Fabrizi, questo il vero nome della Sora Lella, era la sorella di Aldo Fabrizi ma tra i due i rapporti non erano idilliaci, come spesso accade tra tratelli. Oggi è ricordata per i suoi ruoli nei primi film di Carlo Verdone e il web l’ha consacrata definitivamente con numerosi meme che la vedono protagonista: uno su tutti quel “Famme magnà, ma che me frega”, battuta che chiudeva il film Sette chili in sette giorni, in cui era una signora sovrappeso, che insieme ad altri, era ospite di una clinica dimagrante gestita da da due simpatici cialtroni. Allo stesso modo però, Lella fu anche ristoratrice, con due ristoranti all’attivo, uno dei quali oggi, all’Isola Tiberina, è gestito dai nipoti, tra cui appunto, Renato.
Spesso le attività di cuoca e attrice coincidevano, tanto che Verdone ha ricordato più volte i meravigliosi pranzi sul set dei suoi film, con le pastasciutte della Sora Lella, che stendevano tutti e rallentavano anche le riprese. “C’è una fotografia di tutta la troupe che un giorno, dopo venti minuti dal pranzo, era stesa a dormire sulla sedia” – raccontò Verdone a proposito delle riprese di Acqua e Sapone – “Una troupe sterminata dal gas nervino. L’unico sveglio era l’organizzatore che non aveva pranzato, ma a quel punto non poteva fare niente”