Non tutti sanno che O.J. Simpson e la famiglia Kardashian ebbero una relazione di lunga data: in particolare, Robert Kardashian (padre di Kourtney, Kim, Khloe e Rob) fece parte del team di avvocati che lo difesero durante il processo per omicidio dell’ex moglie Nichole Brown Simpson e del cameriere Ronald Lyle Goldman nel 1994.
Kardashian e Simpson si conobbero verrso la fine anni ’60 e, oltre che amici stretti, furono anche soci in affari e investirono in diverse iniziative imprenditoriali. Le loro famiglie furono molto legate fino all’omicidio di Nicole: Kris Houghton, moglie di Kardashian all’epoca, era migliore amica di Nicole Brown e i figli dei Kardashian consideravano Simpson e Brown come membri della famiglia, chiamandoli affettuosamente “zia Nicole” e “zio O.J.”
Robert Kardashian e Simpson si sono incrociati per la prima volta nel lontano 1967, quando entrambi erano coinvolti nel mondo dello sport: Kardashian come “waterboy” per la squadra di football della University of Southern California, mentre Simpson era un running back. In seguito, si sono rincontrati durante una partita di tennis presso la casa di un amico in comune. Da lì, sono diventati amici intimi e Simpson è stato il testimone di nozze di Kardashian e Kris Houghton nel 1978. Simpson ha fatto visita ai Kardashian in ospedale quando è nata la prima figlia Kourtney e le famiglie andavano spesso in vacanza assieme. Kris ritiene addirittura di essere stata con Brown a New York quando ha comprato al marito i guanti che sarebbero poi diventati una prova cruciale nel processo. Entrambe le coppie hanno poi attraversato difficoltà matrimoniali e hanno divorziato quasi contemporaneamente, nel 1991 e nel 1992. Negli anni, si è speculato molto su una possibile relazione tra O.J. Simpson e Kris Jenner, arrivando a ipotizzare che Khloe Kardashian potesse essere la figlia dell’ex atleta, rumour più volte smentito dallo stesso.
Come dicevamo, oltre che amici Kardashian e Simpson sono stati anche soci d’affari affari, investendo insieme in diverse iniziative imprenditoriali. Tra queste, Juice Inc., una società che gestiva negozi di frozen yogurt, e Concert Cinema, un progetto che portava video musicali nelle sale cinematografiche prima della proiezione dei film.
Dopo l’omicidio di Nicole Brown Simpson e Ronald Goldman, avvenuto il 12 giugno 1994, Simpson si rifugiò a casa di Kardashian per evitare l’assalto dei media. Kardashian è stato visto portare la borsa di Simpson il giorno in cui Simpson è tornato da Chicago e i procuratori ipotizzarono che la borsa potesse contenere i vestiti insanguinati di Simpson o l’arma del delitto. Quando lo sportivo non si costituì alle 11 del 17 giugno 1994, Kardashian lesse una lettera di Simpson ai media riuniti, che fu interpretata da molti come una lettera d’addio.
Simpson è stato accusato degli omicidi e successivamente assolto da tutte le accuse in un controverso processo penale. Prima del caso Simpson, Kardashian aveva lasciato inattiva la sua licenza per esercitare la professione di avvocato, ma l’ha riattivata per aiutare la difesa di Simpson come assistente volontario nel suo team legale, accanto ai principali avvocati difensori di Simpson, Robert Shapiro e Johnnie Cochran. Essendo uno degli avvocati di Simpson e un membro del “Dream Team” della difesa, Kardashian non poteva essere costretto o citato a testimoniare contro Simpson nel caso, che includeva la storia passata di Simpson e il suo comportamento con l’ex moglie Nicole, e per quanto riguarda il contenuto della borsa degli indumenti di Simpson.
Robert Kaardashian rimase accanto a Simpson per tutta la durata del processo, tuttavia, è noto che iniziò ad avere dei dubbi circa la colpevolezza di OJ Simpson verso la fine del processo. Il New York Times ha riportato che Kardashian, in un’intervista del 1996 alla ABC con Barbara Walters, rivelò: “Ho dei dubbi. La prova del sangue è la più grande spina nel fianco; mi causa i maggiori problemi. Perciò lotto con le prove ematiche“. Kardashian e Simpson alla fine smisero di parlarsi.
Inizialmente, Robert Kardashian credette fermamente all’innocenza dell’amico. Kris, che in seguito ha sposato Caitlyn Jenner (allora Bruce Jenner), non la pensava allo stesso modo. La figlia Kim Kardashian West ha raccontato a Dr. Phil che questo creò un’enorme tensione nella loro famiglia: “Ci sentivamo davvero nel mezzo di questo processo. Non sapevamo con quale genitore schierarci“. In realtà, il processo non è stato l’unico effetto di Simpson sulla vita dei giovani Kardashian. Simpson minacciò anche di togliersi la vita nella camera da letto di Kim, che allora aveva 13 anni. Sebbene l’adolescente non fosse in casa in quel momento, suo padre impedì a Simpson di suicidarsi dicendo: “Non potrei mai entrare in questa stanza. Mia figlia non potrebbe dormire in questo letto. Avrebbe saputo cosa era successo“, come ha ricordato a Barbara Walters.
Kris, che da allora ha detto di aver sentito di aver “fallito come amica” di Brown, ha sostenuto la famiglia di Brown ed era in aula, incinta di Kendall Jenner, durante il verdetto. Ha dato alla figlia Kendall il secondo nome Nicole, in onore dell’amica defunta.