“Specchio, specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?” Così Grimilde, la perfida Regina interrogava lo specchio magico per sentirsi dare la risposta che maggiormente la indisponeva. A vincere il primato di bellezza, infatti, era sempre e solo Biancaneve. Questo, almeno, nel 1937, quando la dolce e ingenua ragazza dalle labbra rosse e dalla pelle candida come la neve, fece la sua prima apparizione sul grande schermo.
Dal quel momento, però, ne sono succedute molte di principesse. Tutte dotate di un’innegabile avvenenza pronte a toglierle il primato di più bella. A questo, poi, sono stati aggiunti anche altri elementi importanti come quelli relativi al carattere e a una natura sempre più indipendente. Da quel lontano 1937, infatti, il modello femminile è decisamente cambiato e, con lui, anche la trasposizione animata.
Decennio dopo decennio, infatti, attendere passivamente il bacio salvifico del Principe Azzurro è andato decisamente fuori moda, dando vita a una nuova generazione di eroine più consapevoli e padrone della propria esistenza. A questo punto, però, sorge una domanda: quali saranno le protagoniste migliori o più apprezzate? Quelle del passato o del presente? Proviamo a dare una risposta stilando una classifica delle 10 migliori principesse Disney dall’ultimo al primo posto.
10. Biancaneve (Biancaneve e i sette nani)
Impossibile non includerla in questa lista, non fosse altro per essere stata la prima ed aver creato un vero e proprio trend principesco. Di fatto Biancaneve ha tracciato un sentiero ben preciso che, per qualche decennio le altre hanno seguito senza troppe variazioni. Il loro compito, infatti, era aderire completamente a una visione del femminile inteso come angelo del focolare bisognoso di attenzioni e protezione.
In sostanza, dunque, Biancaneve è il primo prototipo di “donzella in pericolo”, il cui scopo è dare un ruolo al Principe Azzurro che, solitamente, ha una funzione piuttosto marginale. Almeno per quanto riguarda la prima era dell’animazione Disney. Dal punto di vista caratteriale, poi, viene esaltato il suo candore e un’ingenuità che la porta a credere nella bontà del mondo, anche quando è assolutamente evidente il contrario.
Non è un caso, infatti, che rischi di essere uccisa dalla sua matrigna e, successivamente, sia indotta ad accettare una mela avvelenata sempre da lei sotto mentite spoglie. Fortuna che il lieto fine nel mondo delle favole è sempre garantito. Per non parlare del “e vissero felici e contenti”, per il quale la dolce Biancaneve non ha fatto poi molto, se non impegnarsi a rimanere viva.
9. Cenerentola (Cenerentola)
Quando nel 1950 questo personaggio è apparso sul grande schermo non avrebbe mai immaginato, anni dopo, di venir considerato come un prototipo di fortuna sfacciata. Ovviamente il riferimento è a Pretty Woman e a “quella gran culo di Cenerentola”, una battuta destinata a diventare un cult e un passe-partout utilizzato da tutte le donne almeno una volta nella vita. Una cosa è certa, però, Cenerella la sua fortuna se l’è meritata. Se Biancaneve deve affrontare le invidie di una matrigna, lei è costretta a sopportare i capricci di una famiglia onestamente insopportabile.
Ovviamente, mentre le perfide sorrellastre non fanno altro che subissarla di angherie, lei trova consolazione nei fidati topolini e canta consapevole che “i sogni son desideri chiusi in fondo al cuor”, spazzando la cenere che sembra dominare la sua vita. Nonostante la fatica sostenuta, però, anche lei come Biancaneve attende di essere salvata da un evento esterno. In questo caso non si tratta dell’arrivo del tanto atteso cavaliere su di un cavallo bianco ma di una fata madrina. Così, con il solo tocco di una bacchetta e l’altrettanto famoso Bidibi Bodibi Bu, ecco che la dolce ragazza è pronta per andare al ballo con le sue immancabili scarpette di cristallo. Un elemento, questo, che in modo del tutto inconsapevole la trasforma anche nella prima icona di stile del mondo animato, accendendo, in un numero imprecisato di generazioni di bambine, la passione per le calzature.
Ovviamente siamo ben lontani dagli esempi di autonomia che verranno dopo. Nonostante questo, però, Cenerentola è capace di rimandare tutta la magia di un sogno a occhi aperti, la bellezza di un salone da ballo e di un principe in uniforme bianca che, onestamente, più di ballare e far provare scarpe non fa.
8. Aurora (La bella addormentata)
Ultima principessa old style, Aurora merita un’attenzione diversa rispetto alle altre che l’hanno preceduta. Nonostante gli elementi narrativi non cambino, come il modello femminile cui far aderire il personaggio, ci troviamo in un contesto generale molto interessante. Questo dipende soprattutto dalle scelte estetiche fatte dagli animatori. Per la prima volta, infatti, si esce dalla zona di confort di un tratto classico, per avviarsi su una strada diversa.
Il punto di forza di questa principessa che, dopo essersi punta con il fuso di un arcolaio cade addormentata in attesa del bacio del Principe, è rappresentato proprio dall’animazione. In questo caso, infatti, il merito è stato di John Hench, un disegnatore di layout che propose alcuni schizzi ispirati ai disegni del pittore Eyvind Earie. Questo, poi, aveva trovato ispirazione all’interno di un manoscritto del quindicesimo secolo, Les Belles Heures du duc de Berry. Per finire, altro elemento d’innovazione interessa la figura del Principe che, finalmente, ha un nome proprio, Filippo, e si cimenta in una vera impresa.
7. Jasmine (Aladdin)
Cambio totale di scenario e di attitudine. Con la bella Jasmine, figlia del sultano, si comincia a respirare aria di novità tra le fila delle principesse. In questo caso, infatti, ci troviamo di fronte a un modello femminile desideroso di ribellarsi al concetto di protezione dal mondo. Anzi, sente dentro di sé crescere sempre più velocemente l’ansia per conoscerlo e scoprirlo.
Per tutti questi motivi, dunque, rifiuta il matrimonio combinato con il perfido Jafar, convinta di dover cercare da sola quell’amore in grado di accompagnarla per il resto della vita. Un primo atto di libertà e auto determinazione che è stato amplificato ancora di più nella versione live. Realizzata nel 2019, ossia diciassette anni dopo il film animato, mostra come il desiderio d’indipendenza di Jasmine non faccia sentire il suo peso solo sulla vita privata. La ragazza, infatti, ambisce a diventare lei stessa sultano, diventando parte attiva nella conduzione del suo regno.
6. Ariel ( La sirenetta)
Ad essere precisi la rossa e dolce sirenetta dal punto di vista cronologico precede l’arrivo di Jasmine, visto che la sua storia arriva sugli schermi nel 1989. Proprio per questo Ariel incarna il primo passo della Disney verso una visione più moderna e consapevole della figura femminile. Per questo motivo, dunque, rappresenta una via di mezzo, un punto d’incontro tra il passato e il futuro che si appresta ad arrivare.
Ariel, infatti, ha la leggerezza e un tocco d’ingenuità che la lega ancora alla tradizione ma, a muoverla verso orizzonti diversi, è un’ostinazione e una determinazione che le principesse del passato non hanno conosciuto. Proprio per questo, dunque, ci si trova di fronte alla prima principessa che è in grado di agire accettando il rischio, facendosi anche portatrice di un messaggio di unione tra i due mondi che abita.
5. Vaiana (Oceania)
Datata 2016, questa animazione consegna una figura femminile che ha definitivamente portato a termine la mutazione da spettatrice della propria vita a protagonista assoluta. Vaiana, infatti, incarna il bisogno di libertà e il senso di avventura nel massimo della loro espansione. E lo dimostra andando a scardinare una struttura troppo classica per la sua natura.
Così, nonostante il suo destino sembri essere stato già tracciato, rivendica il diritto a compiere le proprie scelte. Una forza che deve anche all’educazione ricevuta da una nonna particolarmente moderna. La stessa che le insegna il rispetto per se stessa e il gusto della scoperta. Per questo motivo, dunque, decide d’imbarcarsi in un’impresa caratterizzata da molti pericoli per mettere in salvo il suo mondo e le persone che ama. A questo punto, è possibile affermare con sicurezza che l’era del bacio salvifico è ormai conclusa lasciando spazio a delle giovani donne pronte a compiere l’impresa invece di attendere.
4. Merida (Ribelle – The Brave)
Merida è stata e continua ad essere molte cosa. Innanzitutto si tratta della prima principessa dell’era Pixar. In secondo luogo, poi, inaugura la stagione delle “guerriere”. Ossia giovani donne pronte a sovvertire i modelli sociali maschili per far ascoltare la propria voce. Certo, alcuni potrebbero specificare che, prima di Merida, sia toccato a Mulan questo ruolo. In realtà tra le due c’è una sottile ma significativa variazione narrativa.
La seconda, infatti, è mossa da un senso d’onore e di appartenenza alla famiglia. Sentimenti che, appunto, le fanno vestire gli abiti del guerriero. Merida, invece, agisce in totale autonomia, per determinare il suo diritto ad essere diversa e a desiderare altro rispetto a quanto previsto dalla società. In questo modo, dunque, va a scardinare le convenzioni sociali con una forza mai vista in precedenza. Una potenza che è mossa da molta incoscienza e che la porterà a compiere diversi errori. Un altro aspetto che rende l’immaginario della principessa sempre meno favolistico e inarrivabile.
3. Rapunzel (Rapunzel – L’intreccio della torre)
Grazie a questa principessa dalle lunghissime chiome la Disney entra nell’ambito di un racconto di crescita, offrendo alle più giovani un modello evolutivo importante nonostante la forma lieve e vagamente superficiale utilizzata. In effetti Rapunzel è l’emblema stesso della curiosità che, proprio negli anni giovanili della crescita, porta a bramare la conoscenza dell’esterno nonostante il desiderio di controllo da parte dei genitori.
Anzi, nella struttura narrativa del racconto, si trova al centro di un vero e proprio conflitto generazionale in cui la figura della madre viene messa seriamente in discussione. Più di ogni cosa, infatti, per Rapunzel ha importanza poter finalmente assistere allo spettacolo delle luci fluttuanti. Un momento che per lei rappresenta la conquista di uno spazio proprio, l’inizio di un’età adulta dove l’autonomia è essenziale. Certo, durante il tragitto s’innamora del cavaliere più imperfetto, vanesio e meno somigliante a un principe azzurro. Ma è inevitabile che insieme al modello femminile cambi anche quello maschile. E, oltretutto, era anche ora.
2. Anna ed Elsa (Frozen)
Due principesse in un’unica animazione. Questo è il pacchetto completo offerto da Frozen che, oltre agli immancabili personaggi di spalla, consegna all’immaginario le figure di due sorelle profondamente moderne. Elsa, ad esempio, è la prima principessa a ereditare un regno. Un particolare che in passato non era mai stato contemplato. Il suo carattere è complesso e anche imperfetto. Ma è proprio questo il suo valore più grande. Una caratteristica che le fa ricoprire un doppio ruolo. Da una parte, infatti, rappresenta l’anti eroe allontanatosi in solitudine a causa dei suoi poteri. Dall’altro, invece, è il “nemico” da fermare nel momento in cui il regno di Arendelle viene invaso dal ghiaccio.
L’altro elemento della narrazione, invece, è rappresentato da Anna, la sorella minore. Probabilmente più ingenua e meno complessa, è comunque mossa da una forza d’animo incredibile e dalla consapevolezza di dover agire senza attendere nessuno. In questo senso, dunque, rappresenta l’equilibro e la leggerezza che mancano a Elsa. Così, grazie alle loro differenze caratteriali che, però, le completano, le due sorelle rimandano il riflesso di una femminilità composita in grado di salvarsi, finalmente, da sola.
1. Bella (La bella e la bestia)
Da quando è apparsa sugli schermi nel 1991 Bella non ha mai smesso di conquistare e affascinare. Ad oggi possiamo dire che si tratti della migliore principessa Disney, perché riesce a riassumere tante e diverse caratteristiche, consegnando un ritratto piuttosto definito del mondo femminile. Intelligente, intuitiva, amante della conoscenza e dei libri, non si lascia trarre in inganno dalle apparenze ma continua per la sua strada. Allo stesso tempo è mossa da un animo generoso e compassionevole. Il che non la indebolisce in nessun modo.
Anzi, è ben decisa a percorrere sempre la propria strada, anche se si allontana da quella che altri ritengono più sicura e vantaggiosa. In definitiva, Bella non è assolutamente una persona scontata ed è riuscita a trovare il perfetto equilibrio tra un’anima delicata e una ansiosa d’avventura. Osservando tutto da questo punto di vista, dunque, l’amore per lei non capita, ma è frutto di una scelta consapevole, di un incontro casuale ma che trova forza nella costante frequentazione che diventa conoscenza.