Libero De Rienzo è sempre stato Picchio per amici, colleghi e familiari. Ma perché veniva chiamato così? Non abbiamo notizie specifiche in merito. Possiamo, però, ipotizzare che il nomignolo affettuoso avesse un collegamento con l’uccellino dal becco particolarmente duro. Volatile che utilizza a mo’ di scalpello per incidere la corteccia degli alberi e nutrirsi di insetti. Tenace e testardo, insomma. Ma anche rapido e pieno d’energia. Caratteristiche che si potevano ravvisare anche nell’indole di Libero De Rienzo.
La teoria stata confermata da Paolo Calabresi, che con De Rienzo aveva condiviso il set della trilogia di Sydney Sibilia, Smetto quando voglio, e di Takeaway di Renzo Carbonera. «Forse perché anche lui era rapido di testa e nel parlare. Con lui abbiamo riso tantissimo, era un talento naturale, uno a cui non serviva nulla» aveva raccontato a Il Messaggero, commentando la scomparsa dell’amico.
Anche l’attore e regista Edoardo Leo lo aveva commemorato chiamandolo teneramente Picchio, a dimostrazione di quanto il soprannome fosse ormai legato alla sua persona.
Quante risate Picchio. Quanto mi hai fatto ridere. Nel dolore voglio pensare solo a questo. Riposa in pace. #LiberoDeRienzo pic.twitter.com/zhPvjf6ldo
— edoardo leo (@edoardoleo) July 16, 2021
Sono stati forse i compagni di scuola del liceo classico Mamiani di Roma, frequentato da De Rienzo nella prima metà degli anni ’90, i primi a chiamarlo così. Frequentato da De Rienzo nella prima metà degli anni ’90. Alla notizia della sua morte, infatti, avvenuta il 15 luglio del 2021 per un infarto causato dall’assunzione di un mix di sostanze stupefacenti, i suoi amici di gioventù hanno voluto ricordarlo riferendosi a lui unicamente come Picchio. “Siamo choccati perché uno vitale e con il sorriso pronto come Picchio non può morire” aveva raccontato all’ANSA l’ex studentessa del Mamiani e compagna di classe di De Rienzo, Martina Luisetti.