La morte di Matthew Perry non è stata causata da un’overdose di fentanyl o metamfetamina; secondo quanto appreso in esclusiva da TMZ, infatti, i risultati delle prime analisi tossicologiche effettuate escluderebbero la presenza di queste sostanze, così come quella di altri stupefacenti nell’organismo dell’attore al momento del decesso; a queste prime analisi, seguiranno, nelle prossime settimane, esami più approfonditi.
Al momento dei primi soccorsi, in casa di Perry non sono state rinvenute tracce di sostanze illecite; sono stati trovati però alcuni psicofarmaci, in dosi compatibili con alcune ricette mediche regolarmente emesse. Perry, negli ultimi tempi, stando ad alcune testimonianze, si trovava peraltro in una situazione psicologica equilibrata; aveva in cantiere alcuni progetti lavorativi tra cui un film, un dramma teatrale, e la scrittura di alcune sceneggiature. Poco prima del malore fatale, l’attore aveva addirittura partecipato, come faceva ormai abitualmente, a una partita di pickleball, una sorta di versione alternativa del padel.
Due ore dopo, alle 16.10 di sabato 28 ottobre, Perry era poi stato trovato esanime all’interno della sua vasca idromassaggio da una pattuglia della polizia di Los Angeles, allertata poco prima con una chiamata al 911. Come da prassi in queste occasioni, ad occuparsi del caso è stata la squadra omicidi; gli investigatori, però, hanno escluso sin da subito che la morte potesse essere avvenuta in conseguenza di un reato.
Considerato che negli anni Matthew Perry ha sofferto di dipendenze da farmaci e alcool, molti hanno ipotizzato che l’abuso di sostanze possa aver avuto un ruolo nella sua morte, ma per stabilire l’effettiva causa del decesso di Matthew Perry bisognerà quindi attendere il completamento di tutti i rilevamenti tossicologici del caso; stando sempre a quanto riporta TMZ, gli esiti di queste ulteriori analisi non saranno comunque disponibili prima di quattro mesi.