Moana Pozzi è morta il 15 settembre 1994 a Lione, a causa di un tumore al fegato, un carcinoma epatocellulare probabilmente causato da un’epatite B o C. La celebre attrice aveva solo 33 anni ed era ricoverata all’ospedale Hôtel-Dieu de Lyone da qualche settimana. Dopo le esequie, il suo corpo fu cremato e le ceneri furono consegnate ai suoi familiari. Questa è la spiegazione ufficiale sulla scomparsa di Moana, che tuttavia non è mai stata del tutto accettata, tanto che ad essa si sono sovrapposte molte altre versioni dei fatti, alcune decisamente fantasiose o incoerenti.
Secondo alcuni Moana Pozzi sarebbe ancora viva e nascosta all’estero, sotto un’altra identità, ma questa ipotesi è stata smentita dai suoi familiari, in particolare da suo figlio Simone Pozzi, e dai documenti mostrati dal programma Chi l’ha visto? Secondo altri invece, non sarebbe morta quel giorno, ma nei giorni o nelle settimane successive. Altre ipotesi sulla fine dell’attrice riguardano una presunta eutanasia, da lei chiesta all’ex marito per mettere fine alle sue sofferenze, e la natura della sua malattia. Si è parlato di AIDS – teoria che ha trovato terreno fertile in alcune dichiarazioni un po’ eclatanti di Paolo Villaggio – così come un tumore epatico, l’ipotesi più accreditata. Villaggio nel 2009, raccontò in tv da Chiambretti che Moana gli aveva detto di essere sieropositiva: “Un giorno eravamo al Ritz di Madrid, in una suite. Moana va in bagno e torna solo con gli slip indosso. Mi guarda e fa: “Io con te l’amore non lo farò mai. Ti voglio molto bene. Sono sieropositiva”. È stata una frase che mi ha molto colpito. L’ho abbracciata e lei si è commossa”. Peccato che le successive dichiarazioni di Villaggio sulle presunte origini umili di Moana, non trovino alcun riscontro nella realtà dei fatti.

Per farsi un’idea delle condizioni di salute dell’attrice basta guardare i pochi frame di un video, ritrovato nel 2005, e che fu girato presumibilmente poche settimane prima della morte dell’attrice, in cui Moana appare sorridente, ma magrissima e segnata dalla malattia. Il video sarebbe stato girato nell’agosto del 1994 da Riccardo Schicchi – fondatore, insieme ad Ilona Staller dell’agenzia Diva Futura, di cui facevano parte Moana e altre pornostar – e suscitò molto clamore, all’epoca in cui fu rilasciato. Per avere un’altra prova di quello che l’attrice deve aver affrontato negli ultimi mesi della sua vita, basta cercare sui siti delle agenzie fotografiche le foto che le furono scattate nel 1993 e nei primi mesi del 1994, quando ancora faceva apparizioni pubbliche. Il confronto è impressionante: nelle foto del 1993, Moana è bellissima come sempre, sorridente e luminosa. Nelle immagini scattate qualche mese dopo, il suo aspetto è molto diverso ed è così magra che gli occhi e il sorriso risaltano come una maschera spettrale. Sul petto, l’attrice regge con attenzione una stola di pelliccia, probabilmente per nascondere i segni di una magrezza eccessiva.
Ma passiamo alle teorie sulla sua morte, di cui parliamo anche nella recensione di Essere Moana, il documentario sull’attrice. Una delle dichiarazioni più eclatanti arrivano dall’ex marito di Moana, Antonio di Ciesco, che nel 2007 ammise di aver praticato l’eutanasia sull’attrice, su sua richiesta. Il racconto di Di Ciesco, rilanciato anche da Il GIornale, inizia raccontando i primi sintomi della malattia, arrivati nell’estate del 1994, durante un viaggio in India. “Stava male, ebbe dei disturbi gastrointestinali ma non ci preoccupammo, in India era quasi normale. Quando tornammo a Roma però stava ancora male, era dimagrita, debolissima” La situazione, secondo il racconto, precipitò ad un punto tale, che l’attrice decise di farsi ricoverare a Lione, per evitare gli ospedali italiani ed eventuali fughe di notizie. La diagnosi non lasciava speranze, si trattava di un tumore al fegato in fase avanzata e anche con la chemioterapia si potè fare poco. “Moana volle parlare con il primario e al colloquio c’ero anch’io. Disse: voglio la verità. Sia sincero fino in fondo, quanto mi resta da vivere? Il professore rispose: due, tre mesi”
A quel punto Moana avrebbe chiesto ad Antonio di aiutarla a morire: “Arriverà un momento in cui non sarò più in grado di potermi difendere e la mia mente sarà offuscata e il mio corpo sarà torturato e usato contro il mio volere. Non voglio trovarmi in un letto con tubi dappertutto. Allora dovrai aiutarmi ad andare, dovrai mettere fine alle mie sofferenze” gli avrebbe detto. E quel momento fu descritto da Di Ciesco nel suo libro, pubbicato anni dopo la scomparsa di Moana:
“Io e Moana restiamo vicini e ci stringiamo in silenzio. Sappiamo tutti e due cosa sta per accadere. L’infermiere ci trova abbracciati. Dice che è ora di dormire. Quando esce ci guardiamo, ci abbracciamo, i baci sono un addio. Poco dopo si addormenta tra le mie braccia. Facendo entrare piccole bolle d’aria nella flebo lei non si accorge che la vita l’abbandona. E con essa anche le sofferenze.”
Alle dichiarazioni di Di Ciesco, fanno seguito quelle di Riccardo Schicchi, il quale presentò un esposto denuncia alla Procura di Roma, proprio per chiedere di far luce sulla morte della diva. Nello specifico, Schicchi spiegò che aveva sentito Moana al telefono il giorno prima della sua morte e non aveva manifestato alcuna intenzione di farsi praticare l’eutanasia. Qualche anno prima, lo stesso Schicchi, alla morte di Moana, aveva dichiarato a L’Unità che l’attrice era ricoverata a Lione da quattro settimane – “Speravamo che la malattia si potesse risolvere, invece tutto è precipitato”
La moglie di Riccardo Schicchi, Eva Henger, nel 2013, aveva dichiarato che Moana non era morta il 15 settembre 1994, ma probabilmente più avanti. Come riporta Fanpage, nella stessa occasione l’attrice, aggiunse delle dichiarazioni un po’ sibilline, probabilmente estorte dalla sua intervistatrice, sulla possibilità che Moana fosse ancora viva. Dichiarazioni forti che diedero vita ad un acceso botta e risposta tra Henger e Ilona Staller, con quest’ultima che dichiarava di essere un’amica di Moana e di sapere in che condizioni fosse, prima di partire per Lione. La presunta amicizia tra Staller e Pozzi fu smentita però dalla Henger e dalle dichiarazioni della stessa Moana, qualche anno prima.
L’ultima parola però spetta a Simone Pozzi, il figlio segreto dell’attrice, che nel suo libro – intervista, Moana – tutta la verità – ha raccontato gli ultimi giorni dell’attrice, le innumerevoli visite in ospedale, l’ultima telefonata – con un fil di voce, sotto ossigeno – smentendo di fatto qualsiasi illazione fantasiosa su improbabili fughe all’estero o in luoghi sperduti. Prima di ritirarsi a sua volta a vita privata, Simone ha anche ridimensionato il ruolo che molti sostenevano di avere nella vita di Moana Pozzi. tra cui l’ex marito Antonio Di Ciesco. A loro volta però, le ex colleghe di Moana, tra cui Eva Henger, hanno dichiarato che Simone non è il figlio dell’attrice scomparsa, ma di sua sorella Tamiko, anche lei attrice hard per un breve periodo.
Un mistero, quello che ha contribuito ad accrescere il mito della pornostar che uscì di scena nel suo momento di massima popolarità, con quindici anni di carriera alle spalle, sette dei quali nel mondo dell’hard, tutti vissuti da icona pop, nei salotti televisivi e sulle copertine dei giornali di primo piano, mai ai margini del cinema hard.