Franco Di Mare, reporter e inviato Rai per quasi quindici anni nei più disparati teatri di guerra internazionali, è morto venerdì 17 maggio a 68 anni, per le conseguenze del tumore polmonare che lo affliggeva da tempo: a comunicare il decesso, la famiglia, con una scarna nota alle agenzie di stampa: “Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari, oggi si è spento Franco Di Mare“.
Nato nel 1955 a Napoli, Francesco Di Mare inizia la sua carriera giornalistica nei ranghi del quotidiano comunista l’Unità, salendone i ranghi fino alla carica di caporedattore. Passato in Rai, nella redazione giornalistica del secondo canale, Di Mare ricopre il ruolo di inviato speciale per l’estero, in zone di guerra, lungo tutto il globo, dai Balcani all’Africa, per un decennio.
Dal 2002 passa a Rai 1, sempre con le stesse mansioni, prima di intraprendere una seconda carriera da conduttore di rotocalchi di informazione, sempre per viale Mazzini, da Unomattina, condotto a più riprese per 15 anni, fino a Frontiere, il suo ultimo programma, condotto fino al 2023, passando per La vita in diretta e varie edizioni della maratona benefica Telethon.
Di Mare è stato anche prolifico romanziere: da Non chiedere perché (2011) è stato tratto L’angelo di Sarajevo, fiction con Giuseppe Fiorello.
Ospite da Fabio Fazio a fine marzo 2024, il giornalista, ufficialmente in pensione dal 2021, aveva annunciato di essere da tempo malato di mesotelioma, un inguaribile forma di tumore polmonare legata all’esposizione all’amianto. In un’intervista al Corriere, Di Mare avrebbe poi spiegato a riguardo: “Sono stato a lungo nei Balcani, tra proiettili all’uranio impoverito, iper-veloci, iper-distruttivi, capaci di buttare giù un edificio. Ogni esplosione liberava nell’aria infinite particelle di amianto. Ne bastava una. Seimila volte più leggera di un capello. Magari l’ho incontrata proprio a Sarajevo, nel luglio del 1992, la mia prima missione. O all’ultima, nel 2000, chissà. Non potevo saperlo, ma avevo respirato la morte. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni. La malattia era contenuta nella pleura, a parte due puntini in cui era perforata. E da lì, maledizione, il tumore è uscito. La decorticazione mi ha regalato due anni di vita. Poi però, sei mesi fa, c’è stata una recidiva. Si è presentata allo stesso modo. Una fitta acutissima. Stavolta a sinistra. Respiro con un terzo della capacità polmonare“.
Di Mare aveva una figlia, Stella, adottata in Bosnia alla fine degli anni ’90 e cresciuta con la prima moglie Alessandra. I due si sarebbero poi separati nel 2012, e Di Mare avrebbe intrapreso una relazione con Giulia Berdini, sposata poco prima di morire.