O.J. Simpson, star del football americano tra il 1969 e il 1979, poi, attore in alcuni film, ed entrato nella coscienza collettiva come imputato in un famoso processo per omicidio nel 1994, è morto il 10 aprile 2024, a 76 anni, a causa di un cancro; a comunicarlo, la famiglia attraverso un tweet, che vi proponiamo qui sotto
On April 10th, our father, Orenthal James Simpson, succumbed to his battle with cancer.
He was surrounded by his children and grandchildren.
During this time of transition, his family asks that you please respect their wishes for privacy and grace.
-The Simpson Family
— O.J. Simpson (@TheRealOJ32) April 11, 2024
Il 10 aprile 2024, nostro padre, Orenthal James Simpson, ha perso la sua battaglia contro il cancro. Chiediamo venga rispettata la nostra privacy in questo momento di dolore
Nato nel 1947 a S. Francisco, Simpson intraprese una carriera nel football americano, sin dalla high school, che lo avrebbe portato a ottenere molte soddisfazioni personali. Scelto al draft 1969 dai Buffalo Bills, Simpson, per i primi anni non riuscì ad esprimere tutto il suo potenziale, ma nel 1973 ottenne la consacrazione, vincendo il titolo di MVP della stagione, oltre a quello di Miglior giocatore offensivo; nelle stagioni seguenti, sempre in forza ai Bills, Simpson stabilì altri record personali, prima di entrare in una lunga fase di declino, a partire dal 1977, causata da alcuni gravi infortuni.
Simpson aveva coltivato un forte interesse per la recitazione sin dai tempi della sua carriera sportiva, collezionando ruoli in film come L’inferno di cristallo, del 1974.
Una volta ritiratosi, poi, divenne attore a tempo pieno, apparendo più che altro in produzioni a basso costo; memorabile, ad ogni modo, la sua partecipazione nei tre film de La pallottola spuntata, con Leslie Nielsen, nel ruolo del detective Nordberg.
All’apice della sua seconda carriera, nel 1994, però, accadde qualcosa che avrebbe per sempre cambiato la vita dell’ex campione. La notte del 12 giugno 1994, Nicole Brown, già seconda moglie di Simpson, e l’amico Ron Goldman, furono trovati uccisi, con molteplici ferite da taglio, all’esterno dell’appartamento della donna a Brentwood, quartiere di Los Angeles: Simpson, che anni prima si era dichiarato colpevole di violenza domestica nei confronti della moglie, fu immediatamente messo in stato di fermo, a piede libero, in attesa di essere posto sotto custodia cautelare il 17 giugno.
Quel giorno, però, Simpson, non si presentò all’appuntamento concordato con le autorità e, dopo essere salito sul suo Ford Bronco bianco, si diede alla fuga. Le autorità, dopo essere riuscite a contattarlo, stabilirono che alla guida del mezzo c’era l’ex compagno di squadra e amico Al Coughlin, presente sotto minaccia di una pistola.
Per questa ragione, la polizia, una volta rintracciato il veicolo, decise di inseguirlo a bassa velocità, per non compromettere l’incolumità dell’ostaggio. Il tutto fu trasmesso in diretta televisiva nazionale, e l’atteggiamento delle autorità fu da subito molto criticato (è ancor oggi ricordato negativamente); molti pensarono infatti che, data la fama del personaggio, si volessero attuare dei trattamenti di favore nei suoi confronti.
Il susseguente processo per omicidio si sarebbe rivelato come uno dei più importanti eventi mediatici degli anni ’90, dove imputato, procuratore e difesa raggiunsero una popolarità e uno status mai visti prima; lo stesso procedimento, trasmesso in televisione, divenne una storia cui gli Americani si appassionarono incredibilmente; il collegio difensivo di Simpson era composto da penalisti di grido come Johnnie Cochran e Robert Kardashian, padre delle future modelle e imprenditrici; i legali fecero di tutto per tutelare gli interessi del proprio cliente, trasformando il processo in un autentico show. Dopo mesi di dibattimenti, interrogatori e contro interrogatori, Simpson sarebbe stato dichiarato non colpevole il 3 ottobre 1995, per poi essere condannato, stavolta in sede civile, nel 1997, al pagamento di quasi 70 milioni di danni ai parenti delle vittime.
La storia del processo Simpson è al centro della prima stagione di American Crime Story, serie creata da Ryan Murphy, con Cuba Gooding Jr. nei panni di OJ e Sarah Paulson in quelli del procuratore Marcia Clark.