Oliver Stone è stato ospite del 41esimo Torino Film Festival per presentare il suo documentario Nuclear Now, ne ha approfittato per fare un giro al Museo del Cinema, ed è anche stato insignito del premio Stella della Mole, che ha ricevuto nel corso di una cerimonia svoltasi al Cinema Massimo. Durante la sua visita al Museo, il regista ha notato un piccolo refuso riguardante la data di realizzazione di un suo film – e non ha perso l’occasione per sottolineare l’errore.
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Davanti alla nicchia del Museo dedicata al suo JFK – Un caso ancora aperto, infatti, Oliver Stone ha rimproverato il museo per un refuso nell’anno di uscita del film riportato nel pannello. Il titolo non è stato distribuito nel 1995 ma, bensì, nel 1991. Errori che capitano! Nel corso del festival, il regista ha presentato Nuclear Now, apologia del nucleare di ultima generazione, documentario ispirato al saggio A Bright Future di Joshua Goldstein, che ha lavorato nei panni di sceneggiatore del titolo.
Si tratta, ancora una volta, di un film politico. Il regista ha dichiarato: “Si tratta di un film politico perché riguarda il governo del mondo, che chiede sempre più energia e nel quale è difficile comunicare la verità. E che fa confusione tra armi nucleari ed energia nucleare. Lo sviluppo dell’energia nucleare oggi paga lo scotto della bomba nucleare e la gente si rifiuta di andare a fondo e capire, cosa che ho cercato di fare io parlando con scienziati e ricercatori. Un film che vorrei fosse uno strumento per le persone per non farsi prendere in giro”.
Oliver Stone attacca chi “nasconde” questa verità, anche pensando di fare il bene del mondo come Greenpeace, i tanti ambientalisti come Jane Fonda, “che si prestano a fare il gioco del sistema”, e anche i Paesi dichiaratamente No nucleare come la Germania, che ha distrutto i suoi impianti e investe sulle rinnovabili. Il regista ha dichiarato: “Non dico no alle rinnovabili ma non arriveranno mai a coprire il fabbisogno del mondo. Gli atomi di uranio della crosta terrestre contengono un’energia concentrata molto meno rischiosa di altro. Si parla tanto di Cernobyl e degli incidenti degli impianti nucleari, ma si tace sugli incidenti legati ai combustibili fossili, per non dire dell’inquinamento e del coinvolgimento di queste fonti di energia nel cambiamento climatico”.