Paolo Villaggio era di sinistra, ma non amava i politici: rivelare questo particolare sull’orientamento politico dell’attore, è la figlia Elisabetta Villaggio, che al Corriere ha anche parlato del suo impegno politico e delle sue idee.
Che l’attore avesse una personalità sicuramente più sfaccettata e complessa dei suoi personaggi è sempre stato chiaro ed evidente. Meno noto, però, è il suo impegno politico. Sempre stando alle parole di Elisabetta Villaggio rilasciata al Corriere della Sera. infatti, sembra che Villaggio fosse particolarmente legato ai temi relativi alle libertà individuali. Da qui, dunque, nasce la sua intenzione di candidarsi, per ben due volte. La prima con Democrazia proletaria di Mario Capanna e la seconda coi Radicali di Marco Pannella.
Due tentativi che non hanno portato ad un risultato evidente e che, probabilmente, non hanno causato alcun rimpianto in Villaggio. L’attore, infatti, non ha mai dimostrato una grande stima per la classe politica che considerava tutti tendenzialmente poco portati alla sincerità. Per questo motivo, dunque, il fatto che venisse snobbato da loro non lo colpiva minimamente.
Altro discorso, invece, per i critici. Secondo la figlia, infatti, il loro giudizio negativo al suo cinema lo colpiva molto di più di quanto facesse vedere. Il tempo, però, gli ha dato ragione trasformando il suo Fantozzi in un cult movie cui viene riconosciuto anche una valenza sociale e culturale ben precisa. Ricordiamo che il ragionier Ugo Fantozzi nasce tra le pagine di una fortunata serie di racconti firmati da Paolo Villaggio. Basti pensare che il primo libro, edito nel 1971, ha venduto oltre un milione di copie. A questo ha risposto il successo di sala della trasposizione cinematografica del 1975, diventando campione d’incassi del biennio 74-75.