Pier Francesco Favino ha ammesso di aver avuto un’esperienza gay in gioventù spiegando di aver voluto “togliersi un dubbio” riguardo il proprio orientamento sessuale, pur precisando come non vi sia stato mai alcun un incontro carnale: “Un uomo più grande di me mi corteggiava, e io ho voluto togliermi un dubbio sulla mia sessualità, per non portarmelo dentro tutta la vita. L’ho sciolto, ho capito che omosessuale non lo ero. Era un tempo in cui se sentivi un’emozione per un uomo ti chiedevi cosa avevi di sbagliato; adesso per le nuove generazioni è tutto più semplice“. Favino ne ha parlato in un’intervista per il Corriere della Sera, a cura di Aldo Cazzullo
Favino aveva già accennato a questi suoi trascorsi giovanili nel 2010, usando più o meno le stesse parole: “Stavo in quella fase in cui volevo capire che cosa desideravo dalla vita. Avevo paura di essere qualcosa di diverso rispetto a quello che ero e non volevo portarmi il dubbio per tutta la vita. Essere felice dovrebbe essere consentito a tutti“. Peraltro, nella sua carriera il poliedrico interprete ha vestito più volte i panni di personaggi omosessuali: in Da zero a dieci di Luciano Ligabue, Saturno Contro, di Ferzan Ozpetek. Inoltre, nel varietà televisivo italiano Non perdiamoci di vista, ha interpretato il ruolo di un alieno transessuale.
La dichiarazione di Favino nasce nel contesto della presentazione del film Comandante diretto da Edoardo De Angelis in cui l’attore interpreta Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Comandante Cappellini, che decide di salvare i 26 naufraghi a bordo del piroscafo belga Kabaio. A Venezia, a De Angelis è stato chiesto conto dei possibili rapporti gay che potrebbero fiorire in un ambiente ristretto e completamente maschile come quello di un sommergibile. Ecco la sua risposta: “Nel sommergibile, c’è la contiguità, cosa che spesso stimola il desiderio, e in realtà ci sono un paio di immagini che suggeriscono questa eventualità ma il tema non rientrava negli intenti del film, per questo non è stato approfondito“.