Sandra Milo se n’è andata nella serenità della sua casa circondata dal calore della famiglia, come lei stessa desiderava e del resto l’attrice ha sempre avuto un rapporto particolare con la morte, dovuto all’esperienza di profondo dolore vissuta durante la malattia di sua madre Marie Greco, nel 1962. Sandra ammise di aver aiutato sua mamma a morire, su sua richiesta, e alcuni anni dopo ne subì le conseguenze, in ambito giudiziario.
In un’intervista di alcuni anni fa durante la trasmissione Verissimo, infatti, la Milo ha ricordato come, ad un certo punto, nei primi anni ’60 si è trovata ad aiutare sua madre a morire. Marie da tempo martoriata da un tumore che non le avrebbe dato scampo e che, con il tempo, l’aveva paralizzata completamente. Alla fine dei suoi giorni poteva muovere solamente le mani e tutte le sere aspettava che Sandra rientrasse a casa, perché potesse darle un po’ di conforto, con dei massaggi alle gambe. L’attrice, proprio in quel periodo, stava girando 8 e mezzo di Fellini ed era incinta.
“Quando sono rimasta incinta della mia prima figlia, Deborah, le parlavo di questa bimba nel grembo. Lei mi ascoltava però soffriva tantissimo. Era diventata magrissima, aveva solo le ossa e la pelle. Voglio dire questa cosa: l’eutanasia è una cosa giusta. Lei sapeva di dover morire però aveva delle sofferenze atroci, malgrado la morfina e tutto questo. Non ce la faceva più, non voleva più vivere”
Adempiere al desiderio di sua madre, però, non è stato affatto facile. La Milo, infatti, si rifiuta categoricamente all’inizio, sentendo di non avere la forza necessaria. Alla fina ne, però, ha ceduto di fronte l’evidenza di una sofferenza insostenibile. “Fu difficile! Sono cattolica, credente e amo profondamente la vita. Un gesto di quel genere prima che mia madre me lo chiedesse, sarebbe stato un venir meno ai miei principi. Eppure la richiesta era così pressante, così sincera, così disperata. Io continuavo a dirle che ero incinta, che mi avrebbero arrestato e la mia vita sarebbe stata un inferno. Ma lei niente. Alla fine ho accettato di sostenerla nel gesto”
“Mi chiedeva aiuto per andare via ma io mi rifiutavo. Poi un giorno mi ha detto: ‘Io per te lo avrei fatto’ e allora mi sono vergognata del mio egoismo. Quindi l’ho fatto, l’ho aiutata a morire. Sono rimasta vicino a lei, le ho tenuto la mano, le ho parlato del mio amore per lei. Ad un certo punto mi ha detto: ‘Vai via, ti prego. Se tu mi tieni la mano, io non posso andare via. Il tuo amore mi trattiene”. Mi sono addormentata nella stanza accanto, quando mi sono svegliata, lei era andata via. Era una donna meravigliosa”
“I problemi sono sorti nel 1985 dopo un’inchiesta a un settimanale” – proseguì Sandra al Messaggero – “Mi hanno denunciata e sono andata in giudizio per due volte ma mi hanno sempre prosciolta”.