In 1899, un gruppo di migranti a bordo di un transatlantico diretto in America si imbatte in una nave scomparsa quattro mesi prima. Un ritrovamento apparentemente fortuito che però darà il via a una serie di eventi inspiegabili al confine tra sogno e realtà. Lo show è presente su Netflix con i suoi otto episodi da 50 minuti ciascuno e, come vi abbiamo detto nella nostra recensione di 1899, si tratta della nuova serie tv ideata da Baran bo Odar e Jantje Friese, già creatori di Dark. Mentre il suo predecessore giocava con il concetto di viaggio nel tempo, questo nuovo prodotto, egualmente ricco di mistero e suspense, esplora il significato stesso di realtà, applicandolo alle simulazioni. Se avete completato la visione di 1899, è probabile che siano ancora molte le domande che vi ronzano in testa; questo perché lo show è stato ovviamente pianificato per estendersi su più stagioni. Nonostante questo, però, siamo già in possesso di numerosi indizi per dare spiegazione ad alcuni dei più grandi enigmi della serie; enigmi che sviscereremo, uno a uno, in questa nostra spiegazione del finale di 1899.
Chi sono Henry, Daniel ed Elliot?
Henry (Anton Lesser), Daniel (Aneurin Barnard) ed Elliot (Fflyn Edwards) sono la famiglia di Maura (Emily Beecham). Quella di Henry è stata la prima identità ad essere rivelata nel corso della serie: era stata proprio Maura, infatti, ad ammettere che suo padre fosse Henry Singleton, il presunto proprietario della compagnia navale di cui facevano parte sia il Kerberos, la nave su cui viaggiavano i protagonisti, sia il Prometheus, il transatlantico disperso. É invece lo stesso Daniel a confessare a Maura di essere il marito con il quale la donna è sposata da ben 12 anni e di cui lei non sembra assolutamente ricordarsi; contemporaneamente, Daniel le rivela anche che il bambino rinvenuto sul Prometheus, Elliot, è loro figlio. L’uomo lascia intendere che ad Elliot sia successo qualcosa di terribile al di fuori della simulazione nella quale attualmente si trovano, ma non spiega mai esattamente cosa.
Che cos’è il Progetto Kerberos?
Fin dalle prime battute dello show, si capisce che qualcosa non va a bordo del Kerberos. I passeggeri che si trovano sul transatlantico, infatti, vengono più volte portati a rivivere quelli che sono i loro ricordi più traumatici attraverso dei sogni/ricordi che sembrano in tutto e per tutto reali. Nel corso delle ultime puntate, attraverso le parole di Daniel – l’unico insieme ad Elliot che sembra a conoscenza di ciò che sta succedendo – apprendiamo che la nave sulla quale si trovano non è reale ma fa parte di una simulazione; questa simulazione tiene le menti dei passeggeri intrappolate all’interno di una realtà fittizia dove anche i ricordi che li tormentano sono delle false memorie inserite dal sistema. All’interno del Kerberos si trova infatti una tecnologia tanto affascinante quanto misteriosa che permette di passare attraverso vari livelli di simulazione, dalla nave ai ricordi del passato. Via via che procede la narrazione, diventa presto chiaro che il Kerberos è solo l’ultima simulazione di un ciclo apparentemente senza fine, di cui facevano parte anche il Prometheus e le numerose navi prima di quella. Ogni volta, dopo lo scoppio di una terribile tempesta e la morte dei passeggeri a bordo, la coscienza delle persone viene riavviata e riutilizzata nella simulazione successiva, mentre ogni nave viene inviata in un archivio che contiene tutti gli esperimenti precedentemente falliti.
Mentre succede tutto questo, Henry, il padre di Maura, osserva gli eventi dal suo ufficio, giudicando le scelte dei passeggeri e incolpandoli di commettere sempre i medesimi errori.
Ogni volta commettono gli stessi errori, e ogni volta muoiono, perché non riescono a liberarsi delle emozioni. Ma è questo è che li rende deboli, il difetto ultimo della natura umana. Non si dovrebbe basare una scelta sulla rabbia o sull’odio, sono solo stupidi sentimenti che offuscano la mente.
A questo punto siamo portati a pensare che ci sia proprio Henry dietro il cosiddetto Progetto Kerberos, un esperimento nato con l’obiettivo di esplorare la mente umana e di insegnare alle persone ad agire con razionalità, mettendo da parte emozioni e sentimenti. In realtà, come capiamo nel finale di 1899, lo stesso Henry si trova intrappolato all’interno di una simulazione dalla quale cerca di uscire.
Cosa succede ai passeggeri della nave?
Dopo il suicidio di massa in mare e i numerosi incidenti, solo otto passeggeri del Kerberos sono ancora vivi all’inizio dell’ultimo e ottavo episodio intitolato “La chiave”; si tratta della vedova inglese Virginia (Rosalie Craig), della ragazza incinta danese Tove (Clara Rosager), della finta geisha Ying Li (Isabella Wei), del clandestino francese Jérôme (Yann Gael), del finto prete spagnolo Ramiro (José Pimentão), dell’aristocratica parigina Clémence (Mathilde Ollivier), del capitano Eyk e, ovviamente, di Maura. L’episodio finale di 1899 vede la maggior parte dei superstiti separarsi; alla fine della simulazione, quando il Kerberos raggiunge le altre navi nell’archivio, ognuno prende la propria strada, nel disperato tentativo di scendere dalla nave. Nessuno a parte Eyk, infatti, crede alla teoria della simulazione di Maura. Dividendosi, i passeggeri non fanno altro che finire nelle simulazioni dei ricordi altrui, che ormai stanno collassando su se stesse a causa del virus impiantato da Daniel che sta compromettendo l’intero programma; l’obiettivo dell’uomo è infatti quello di distruggere il Progetto Kerberos per liberare Maura e far sì che ricordi tutto. Ma cosa deve ricordare esattamente la donna?
Chi è il “creatore” della simulazione?
La domanda che ci si pone più spesso avvicinandosi alla fine di 1899 è: chi ha ideato la simulazione? Chi è il “creatore” di cui parla più volte Elliot? Fin dall’inizio della serie siamo spinti a credere che si tratti di Henry, il padre di Maura, ma più procede la narrazione più ci rendiamo conto che qualcosa non torna. É lo stesso Henry a rivelarci la verità e a rivelarla anche ad Elliot, rintracciato e portato nel suo ufficio dal suo braccio dentro, il primo ufficiale Sebastian: la persona che ha dato vita al progetto Kerberos è proprio Maura, anche se, intrappolata nella sua stessa simulazione, al momento non ne ha ricordo.
Hanno intrapreso questo viaggio perché hanno scelto di dimenticare il proprio passato e ora sono intrappolati. Tua madre ti ha ingannato, ha ingannato tutti noi, è l’unica persona che può tirarci fuori di qui. Se hai sufficiente coraggio, posso mostrarti la verità.
Per dimostrare che non sta mentendo e che sono stati tutti intrappolati da Maura, Henry inietta ad Elliot un siero di colore bianco: in quel momento, Elliot è come se si risvegliasse da un lungo sonno e, aprendo gli occhi, vede la madre (Maura) e il padre (Daniel) discutere sul fatto che quello è l’unico modo per poter stare ancora insieme e tenere il bambino in vita. Detto ciò, Maura inietta al figlio un altro siero, questa volta di colore nero, ed Elliot ripiomba all’interno della simulazione, nella quale Henry è al suo fianco. A quel punto, Henry spiega al nipote che Maura, ossessionata dal Mito della caverna di Platone e spinta dal dolore per ciò che è successo al figlio (cosa che in questa stagione non scopriamo nel dettaglio), ha dato vita al Progetto Kerberos ma, tra la prima e l’ennesima simulazione, la sua memoria è andata perduta e tutti loro sono rimasti intrappolati. L’unico modo per tornare alla realtà, secondo Henry, è inserire la chiave in possesso di Maura nella piramide che, fin dall’inizio, è nelle mani di Elliot; al suo interno c’è infatti scritto “Wake Up“.
Come finisce 1899?
Mentre Henry racconta ad Elliot la verità, Daniel continua a diffondere il virus in tutto il programma in modo da distruggere la simulazione e risvegliare Maura. Nel frattempo, Eyk e la donna sono alla ricerca di Henry ma vengono rintracciati dal primo ufficiale Sebastian (Tino Mewes). Quest’ultimo, azionando un interruttore sul suo misterioso controller, “spegne” Eyk (non è chiaro se venga ucciso o meno) e porta Maura al cospetto di suo padre. Iniettato il siero di colore nero a Maura – in modo da farla ripiombare nella sua simulazione – e sottrattale la chiave, Henry inserisce quest’ultima nella piramide di Elliot, sperando così di potersi svegliare una volta per tutte. Qualcosa, però, non funziona: Daniel, infatti, è riuscito a cambiare il codice e a corrompere il programma. Intanto, il virus ha ultimato di diffondersi attraverso il sistema e la simulazione della nave si autodistrugge; per la prima volta, quindi, non ricomincia tutto da capo e Maura si sveglia – senza aver dimenticato nulla – nella prima simulazione che lui e Daniel aveva creato, la stanza di Elliot posta sotto terra e sormontata da una croce. Daniel rivela a sua moglie di aver scambiato precedentemente gli oggetti: la piramide e la chiave in mano ad Henry sono adesso inutili, la piramide funzionante ce l’hanno loro. La chiave – ovvero il codice d’uscita – invece, si trova nella fede nuziale al dito di Maura. Ma se tutti sono intrappolati all’interno di una simulazione, chi è che sta supervisionando il sistema? Daniel spiega che si tratta di Ciaran, il fratello di Maura – l’autore della lettera che vediamo nel primo episodio – che ha preso il controllo dell’intero programma mentre lei era rimasta bloccata. Maura decide, così, di inserire la chiave nella piramide per porre fine alla simulazione.
Qual è la realtà?
Maura si risveglia attaccata a una macchina per la simulazione, in una stanza dove sono presenti – addormentati e collegati al sistema – anche tutti gli altri passeggeri della nave. Osservando fuori, la donna si rende conto di trovarsi all’interno di una stazione spaziale che viaggia nell’universo: da una scritta, capiamo che si tratta del Progetto Prometheus. Guardandosi intorno, Maura trova poi uno schermo con sopra un biglietto che recita “Che il tuo caffè faccia effetto prima della realtà“. Acceso il display, compaiono le scritte “Missione di sopravvivenza, passeggeri 1423, equipaggio 550, data: 19 ottobre 2099” e un messaggio da parte di Cirian che recita:
Ciao sorella, benvenuta nella realtà.