Un classico triangolo amoroso, una femme fatale da manuale, un vero caso di cronaca nera. In fiamme, la miniserie spagnola di Netflix disponibile dall’8 settembre, è un concentrato di passione ed erotismo, incarnato alla perfezione dalla protagonista Úrsula Corberó, la Tokyo di La casa di carta. Insomma, tanto basta agli appassionati del genere per godersi tutto d’un fiato gli otto episodi della miniserie, ispirati a un vero fatto di cronaca, il delitto della guardia urbana. In questo articolo, però, vi racconteremo la spiegazione del finale di In fiamme, perciò se non avete ancora visto nulla, ritornate più avanti.
Rosa con le spine
Maggio 2017. Un cadavere ormai carbonizzato viene ritrovato alle porte di Barcellona. Dopo l’analisi di una protesi trovata all’interno della macchina, utilizzata per un intervento alla colonna vertebrale, si risale alla sua identità. Si tratta di un poliziotto, Pedro, scomparso da qualche giorno dalla casa della sua compagna Rosa. La donna, agente di polizia anch’ella, ancora ignara dell’accaduto, cerca di farsi forza per il bene della figlia, Sofia, la cui custodia è aspramente contesa con l’ex marito Javi. Partecipa così a una festa di colleghi in compagnia del suo vecchio compagno di pattuglia e vecchia fiamma Alber.
Qualche ora dopo, però, le viene comunicata la morte di Pedro. Amici e familiari si stringono attorno alla donna. Perfino l’ex moglie di Pedro che con lei ha mantenuto nel tempo un rapporto amichevole. Ma c’è qualcosa che non quadra del tutto. E pian piano il puzzle si ricompone, sotto la guida dell’agente dell’investigativa Ester. Un’elegante signora dalla calma invidiabile che cerca di far luce sulla vicenda. Rosa, infatti, sembra nascondere un segreto terribile. Qualcosa che si è consumato in una stanza della sua casa e di cui la piccola Sofia, forse, è stata testimone. Qualche giorno prima della scomparsa di Pedro, infatti, la bambina ha visto la madre sporca di sangue, dopo aver ascoltato tutta la notte dei colpi provenire dal seminterrato. Come se non bastasse, Rosa e Alber hanno ripulito l’ambiente, verniciando i muri di fresco e cambiando il divano.
Amore contro tutto e tutti
Rosa è una donna bellissima, che ha scelto la carriera in polizia per il desiderio di emergere. Passionale e libera intrattiene una relazione con un collega sposato che dopo essere stato lasciato si vendica pubblicando delle foto sexy della ragazza. Sul punto di essere lasciata da Javi, Rosa riesce a riconciliarsi con cui, si sposano e hanno una bimba. Ella però non disdegna le attenzioni del partner lavorativo Alber, che per lei si è addirittura macchiato di un omicidio, uccidendo a sangue freddo l’uomo che l’aveva ferita durante una ronda. Alber, disperatamente innamorato, è forse l’unico in grado di tenerle testa. Almeno fino a quando Rosa non incontra Pedro, un collega sposato e padre di un bimbo, che si infatua della donna all’istante.
Quando viene lasciata da Javi, ormai stanco di quel matrimonio senza amore, Rosa è pronta a vivere la storia con Pedro alla luce del sole. Eppure, la loro è una relazione tossica, fatta di ossessioni, scenate di gelosia e riconciliazioni. Su questo humus si sviluppa l’idea, prima solo abbozzata, poi via via sempre più reale, dell’omicidio di Pedro. Rosa e Alber non hanno mai smesso di vedersi, infatti. Anzi, la donna continua a considerarlo l’uomo della sua vita. Il solo che possa liberarla dal peso di Pedro. Quando Pedro viene ritrovato morto, però, Rosa finge di essere una vedova inconsolabile. Interpreta così bene la parte da lavorare in prima persona affinché si scopra chi abbia ucciso il suo amato. Sospetta dell’ex marito Javi e lo fa presente a Ester. La quale, dopo attente indagini, nonostante avesse visto che il cellulare di Pedro fosse nelle vicinanze della villa di Javi, scagiona l’uomo. Perché allora Rosa ha voluto metterla su una strada sbagliata?
La spiegazione del finale di In fiamme
La domanda ha una risposta molto semplice: Rosa è responsabile nella sparizione di Pedro. Assieme all’amante Alber, infatti, ha scrupolosamente organizzato l’eliminazione del compagno, provando a far ricadere la colpa su Javi. Ester arriva a questa conclusione dopo aver interrogato i genitori di Rosa, che hanno palesemente mentito per proteggere la figlia e darle un alibi. La stessa Rosa comincia a mostrare le prime incongruenze in un nuovo interrogatorio, mostrando l’insussistenza delle precedenti dichiarazioni. A supporto di questi dubbi arriva anche l’ex moglie di Pedro secondo la quale i messaggi dell’uomo sembravano scritti da un’altra persona. Il castello di carte crolla miseramente. La triangolazione dei cellulari mostra che Rosa, Alber e Pedro fossero nello stesso luogo la sera della scomparsa di Pedro. Tanto basta per arrestare i due in via cautelativa.
La scientifica analizza la casa di Rosa e individua macchie di sangue nel seminterrato, dove Pedro, stordito dagli antidolorifici, è stato ucciso. Il corpo dell’uomo, poi, è stato trasportato da Rosa e Alber e dato alle fiamme. Per avvalorare la tesi che l’uomo si fosse allontanato da casa spontaneamente, la donna ha tenuto il cellulare di Pedro con cui ha mandato messaggi a tutti. Dopo tre anni di attesa dietro le sbarre, il processo inizia. A sorpresa Rosa e Alber si accusano a vicenda. La donna sostiene che sia stato l’uomo a uccidere Pedro, per motivi di gelosia. Alber invece dichiara di aver solo aiutato la donna a far sparire il cadavere del compagno che lei stessa aveva ucciso brutalmente. La giuria non crede alle loro versioni e li giudica colpevoli entrambi, condannando Rosa a 25 anni di prigione e Alber a 20. La serie si chiude con Rosa che incontra in carcere la figlia Sofia, ormai adolescente. Piange, perché sente il disprezzo della ragazza.