Goffredo Mameli è morto a Roma. nel 1849, a causa di una ferita infetta ad una gamba che si era procurato durante i combattimenti per la difesa della Repubblica Romana. Nonostante la sua scomparsa prematura, all’età di 21 anni, o forse proprio per questo, il suo testo del Canto degli Italiani è stato scelto per l’inno nazionale che ha consegnato la vicenda di questo giovane rivoluzionario alla memoria storica di una nazione.
E sono proprio le pagine di Storia a ricordare che, dopo la fuga di Pio IX da Roma, Mameli si schierò in prima linea con Garibaldi e Nino Boxio. Lo scopo è difendere la città dall’assedio francese, arrivato in soccorso del papa. Il 3 giugno 1849, però, viene ferito alla gamba sinistra. Questa, dopo quattro giorni gli viene amputata a causa dell’infezione che si era propagata.
Nonostante la riuscita dell’intervento, però, il giovani Mameli non si è mai ristabilito. L’iinfezione, infatti, ha continuato a peggiorare sempre di più, fino alla morte avvenuta il 16 luglio 1849. Ma chi ha inferto questo colpo fatale a Goffredo Mameli? Di base ci sono due versioni, anche se la più accreditata e abbracciata dagli storici è la seconda.
La prima fa supporre che la ferita sia stata causata per errore dalla baionetta di un compagno. L’altra, sicuramente più eroica, attribuisce la responsabilità ad un fucile francese. Di sicuro, però, c’è solo che questo ragazzo non vedrà mai realizzarsi l’Italia unita sognata e, tanto meno, sentirà i propri versi trasformati in inno nazionale.
Per ricostruire la sua vicenda, comunque, la Rai ha realizzato la miniserie Mameli, disponibile in streaming e trasmessa su Rai 1 il 12 e 13 febbraio. Ad interpretare il giovane Goffredo è Riccardo De Rinaldis Santorelli , mentre la vicenda si concentra sulla sua partecipazione alle cinque giornate di Milano del ’48 e la successiva difesa di Roma del ’49.