La Legge di Lidia Poët, serie tv da sei episodi, si prepara al suo debutto il 15 Febbraio su Netflix. Prodotta da Matteo Rovere, regista assieme a Letizia Lamartire e creata da Guido Iuculano e Davide Orsini, la serie che vede come protagonista la prima avvocata d’Italia, si muove attraverso stili differenti: dal legal al period, dalla commedia al drammatico, attraverso un ritmo concitante ed una scrittura intelligente e brillante, il tutto sullo sfondo di una Torino magnetica e misteriosa.
Ambientata nel 1883, la storia parte dal reale evento storico che vede una sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiarare illegittima l’iscrizione di Lidia Poët all’albo degli avvocati, impedendole così di esercitare la professione solo perché donna. Parte da qui la grande battaglia di Lidia come essere umano per far valere i diritti delle donne tanto quanto quelli degli uomini, smuovendo i primi tasselli di un puzzle destinato a cambiare.
Pur cambiando alcuni elementi biografici della vita dell’avvocata, la serie si prefissa l’obbiettivo di farsi portatrice di un racconto attuale attraverso l’evento storico, il personaggio storico icona di battaglie femminili che ancora oggi, proprio sugli stessi motivi, come lavoro e salario, si dibattono e combattono. Ancora oggi, oltre alla grande disparità, si parla di lavori da uomini e lavori da donne, scavando in dozzinali luoghi comuni e lasciando emergere quel patriarcato interiorizzato secolare.
Proprio su questo punto, in occasione della presentazione della serie tv, la regista Letizia Lamartire ha dichiarato: “Io ho amato da subito il personaggio! In particolar modo ho amato la sua consapevolezza, empatizzando con la sua sofferenza, soprattutto all’inizio. Mi sento di dire, da una posizione leggermente più privilegia, perchè faccio il lavoro che mi piace, che questi aspetto di Lidia l’ho sentito ancora di più.
Matilda con grande intelligenza e astuzia ha fatto vivere l’essenza di Lidia. Non è mai vittima, è fragile ma non vittima. Lei ha ragione, vuole scomporre i tasselli di un mondo fatto da uomini per uomini. A partire dalla sua famiglia, lei comincia la sua battaglia, allargandosi sempre di più per cambiare completamente il sistema.
Per me questa serie è un progetto necessario nelle sue tematiche, moderno. Noi abbiamo sfruttato la modernità di Lidia e la sua storia non solo per parlare di tematiche ancora adesso così vive, ma anche per parlare della nostra stessa storia.“