Dal 15 Febbraio su Netflix, Matilda De Angelis vestirà i panni della storica avvocata Lidia Poët nella serie TV La Legge di Lidia Poët, prodotta da Matteo Rovere, una produzione Groenlandia, e creata da Guido Iuculano e Davide Orsini.
La serie, ambientata a Torino alla fine dell’ottocento, segue la storia di una delle più importanti icone femministe della storia italiana e della sua lotta contro un sistema maschilista pensato unicamente per gli uomini, precludendo qualsiasi possibilità di carriera nelle funzioni pubbliche alle donne. Lidia, cercando di far valere i suoi legittimi diritti come essere umano e come avvocata legalmente laureata in legge e con l’abilitazione, porterà avanti i suoi casi attraverso l’aiuto, scettico, del fratello Enrico (Pier Luigi Pasino) ed anche del libertino giornalista Jacopo (Eduardo Scarpetta).
Lidia è un personaggio dalle mille sfumature. Non è solo la prima donna iscritta all’Ordine degli Avvocati, ma è stata un simbolo di forza, motivazione ed esempio. Un terremoto che ha scosso letteralmente un sistema su cui, purtroppo, c’è ancora molto da lavorare. Inoltre è stata una donna forte ed indipendente, realizzata solo in base a se stessa e non in funziona di un uomo. Nonostante la sua importanza, non tutti conosco la sua storia. La forza di questa serie, e dell’interpretazione della De Angelis, risiede nel suo linguaggio moderno ed accattivante. Quella operata da Guido Iuculano e Davide Orsini è la trasposizione di una storia forte ed importante attraverso una struttura semplice ed efficace, diretta, ironica ed emotivamente intensa. Uno stratagemma che permette di far conoscere un personaggio storico così importante senza farlo puzzare di naftalina.
A questo proposito, proprio sulla creazione del personaggio, la protagonista Matilda De Angelis interviene, durante la presentazione della serie TV a Torino per la stampa alla presenza del cast, dicendo: “Anche solo toccare e avvicinarsi così da vicino attraverso il filtro della serialità alla storia di una donna che ha fatto la storia del femminismo è un onore. Sono contenta che venga portata alla luce la storia di questa donna troppo sconosciuta. La serie è un pretesto per raccontare la sua storia e farla conoscere il più possibile, per poterla in seguito approfondire e sviscerare in modo più storico.
Io mi sono divertita a creare una caricatura, da un certo punto di vista, su questo personaggio. Di lei si sa molto poco, parti da info che diventano scheletro e struttura del personaggio ma poi da lì si vola di immaginazione ed empatia. Inoltre, avevo voglia di lavorare di nuovo con Matteo (Rovere) dopo i tanti anni passati da Veloce come il Vento.
È molto importante che vengano scritte queste storie. Io per prima, da donna e attrice, sono lusingata quando mi viene data l’opportunità di poter interpretare personaggi così forti e pregni di carattere e forza. Ho cercato di darle più sfumature possibile. Renderla determinata e leggera al tempo stesso, ma anche fallibile. Era il tratto più interessante, almeno secondo me, per questo tipo di eroina.“