La mia prediletta non è tratto da una storia vera, come ha spiegato più volte Romy Hausmann, autrice del romanzo da cui è tratta la serie attualmente su Netflix. Dunque, la vicenda di Lena, giovane madre tenuta prigioniera per anni insieme ai figli Hannah e Thomas, per mano di uno sconosciuto, è solo frutto della fantasia dell’autrice, che, in un’intervista rilasciata alla American Booksellers Association nel 2020, ha rivelato la curiosa genesi del romanzo, uscito nel 2019.
Continua Hausmann: “Sono sempre stata sostanzialmente disinteressata ai thriller. Per me, sono sempre state vuote letture da spiaggia, oppure opere in cui il sangue scorre a fiumi; ma poi, per puro caso, ho letto L’amore bugiardo – Gone Girl, di Gillian Flynn e La ragazza del treno, di Paula Hawkins, e sono rimasta sconvolta. Ho capito subito che anch’io avrei voluto scrivere qualcosa del genere. Le devo ringraziare davvero molto; senza di loro, questo libro non sarebbe mai nato; ultimamente, ad ispirarmi, è anche il true crime. Guardo un sacco di documentari in tv, e sono particolarmente attratta dai casi irrisolti“.
Isabel Kleefeld, regista e showrunner della serie – di cui abbiamo parlato nella recensione de La mia prediletta – in un’intervista rilasciata durante il Netflix TUDUM, ha così spiegato il processo di adattamento del romanzo: “Ho letto il libro in una notte, e la storia mi si è subito impiantata in mente; il materiale mi ha da subito affascinato; questa serie è un continuo gioco con la realtà, un puzzle a cui gli spettatori possono continuamente aggiungere pezzi e poi assemblarli di nuovo; è la storia di un crimine con molte vittime, dirette o indirette“.
Della versione audiovisiva del suo romanzo, Hausmann ha detto: “In molti aspetti, la serie è simile al libro, ma ci troverete anche cose nuove, come ad esempio un personaggio che nel romanzo non esiste, e che mi ha fatto pensare “Perché non l’ho inventato io?“. Il produttore esecutivo de La mia prediletta, Friederich Oetker, ha aggiunto infine: “Il motivo che ho trovato più interessante è quello della prigione interiore, contrapposta alla prigionia reale; anche qualora si riuscisse a fuggire dalla gabbia concreta, la gabbia che è dentro di te, resta con te, e dovrai fare di tutto per liberartene“.