La serie: La mia prediletta – Dear Child, 2023. Regia: Isabel Kleefeld, Julian Pörksen. Genere: Thriller, crime. Cast: Kim Riedle, Naila Schubert, Sammy Schrein, Justus von Dohnányi, Julika Jenkins, Haley Louise Jones, Hans Löw, Eskindir Tesfay Durata: 6 episodi di 47 minuti circa. Dove l’abbiamo visto: Netflix.
Trama: Una donna viene investita di notte nel mezzo di un bosco. Vicino a lei c’è una bambina che si comporta in maniera strana. Per gli investigatori è un caso da risolvere in fretta e che potrebbe essere collegato alla sparizione di Lena Beck.
Una giovane donna scomparsa da 13 anni. Una misteriosa figura femminile che appare all’improvviso, di notte, assieme a una bambina dal comportamento particolare. Un mistero da risolvere per ritrovare finalmente la pace. Sono pochi gli ingredienti della miniserie di Netflix, La mia prediletta, ispirata all’omonimo romanzo di Romy Hausmann. Pochi e tutti molto saporiti perché a dispetto di un canovaccio che può sembrare già visto, questa produzione tedesca è davvero ben confezionata, scritta e diretta. Come vedremo nella recensione de La mia prediletta, ci troviamo davanti a sei episodi al cardiopalma, dove ogni colpo di scena si rivela con efficacia, lasciandoci assieme un senso di inquietudine e sollievo.
La trama: che fine ha fatto Lena Beck?
La famiglia Beck fa ancora i conti con la sparizione della figlia Lena, avvenuta ormai 13 anni prima. Quando una misteriosa bionda viene investita nel bosco e poi soccorsa, si riaccende in loro la speranza che possa essere la loro ragazza. Una speranza convalidata anche dal fatto che Hannah, la bambina che accompagna la donna, dice ai medici che la sua mamma si chiami proprio Lena. La verità, però, è molto più complessa.
Si scoprirà ben presto, infatti, che la persona investita non è Lena ma Jasmin. E sebbene in qualche modo la donna abbia lambito l’esistenza di Lena, le due non hanno alcun punto in comune. Se non la tragica esperienza che entrambe hanno vissuto, assieme ad Hannah e al fratellino Jonathan: la prigionia organizzata da un feroce figuro. Spetterà a due poliziotti, Gerd Bühling e Aida Kurt, mettere insieme i pezzi del puzzle che scoperchierà un vaso di Pandora pieno di mostruosità. Un rompicapo che sarà difficile da risolvere, anche perché le vittime, Jasmin, Hannah e Jonathan, hanno vissuto un incubo da cui sembra impossibile uscire. E di cui portano i segni sul corpo e nell’anima.
Se una casa non c’è
Immaginate di essere prigionieri di un pazzo psicopatico da anni e di non sapere cosa esista fuori da quel rifugio casa. Vi ritroverete così nei panni di Hannah e Jonathan, due bambini che non hanno mai conosciuto la dolcezza di una vera famiglia e che in qualche modo, loro malgrado, riescono a rompere gli angusti confini della loro prigione, per fuggire con quella che reputano la loro mamma. Eppure, il mondo esterno è spaventoso, pieno di pericoli, senza alcun punto di riferimento.
La miniserie diretta da Isabel Kleefeld, Julian Pörksen riesce alla perfezione a rendere questo senso di inquietudine che avvolge ogni singolo protagonista. I piccoli, ovviamente, ma anche Lena o per meglio dire Jasmin, una brillante copywriter rapita e trasformata dal carnefice nella prediletta Lena. E Gerd, poliziotto depresso che da anni cerca di restituire alla famiglia Beck quella figlia di cui si sono perse le tracce. L’angoscia è resa in maniera efficace dallo spazio in cui si muovono i personaggi, ristretto e senza respiro.
La fabbrica della morte
L’atmosfera lugubre che preclude ogni salvezza è la parte più riuscita di La mia prediletta che, partendo da un’impostazione crime piuttosto classica – delitto, o meglio catena di delitti, indagine, risoluzione con colpo di scena – racconta i fatti in maniera empatica e palpitante. Nonostante, appunto, l’aria glaciale che avvolge i protagonisti. Non è tanto la detection a essere importante, insomma, quanto il modo in cui ogni singolo personaggio vive e si confronta con quel grande irrisolto che è la sparizione di Lena.
Madri, donne
La mia prediletta è un racconto che parla soprattutto di maternità, non solo biologica ma affettiva. Lena/Jasmin è a tutti gli effetti una figura genitoriale sana per Hannah e Jonathan, tanto che l’affetto profondo nutrito dalla bambina si rivelerà essenziale per salvare la donna da morte certa. È una storia in cui proprio le donne hanno un ruolo predominante, in termini di accudimento e di risoluzione della vicenda.
E sono personaggi femminili dalla grande tempra, intelligenti, intuitivi, scaltri, affatto piegati dagli eventi, che conoscono il potere salvifico di una storia. Non a caso il legame che unisce Jasmin e i due bambini si sviluppa proprio attraverso le favole. Così come la tenerezza dell’infermiera che si prende cura di Hannah si manifesta con il regalo del libro Le mille e una notte.
Donne, purtroppo, anche vittime di una violenza maschile insensata e terribile e questo non può ovviamente essere taciuto. Un punto di vista, questo, che se non nuovissimo, di sicuro contribuisce a dare tridimensionalità all’intera vicenda.
Un villain sfuggente
Dove La mia prediletta zoppica un po’ è nella rivelazione del villain che riusciamo a individuare solo negli ultimi episodi, le cui ragioni del comportamento criminale non vengono mai spiegate in maniera approfondita. E il movente che spinge un personaggio a muoversi in una determinata maniera non è un elemento narrativo da poco. Tutto, invece, viene risolto piuttosto velocemente, addebitandolo a una sorta di complesso Edipico mai del tutto affrontato. Conflitto che non vogliamo spoilerarvi, ma che è piuttosto elementare nelle sue dinamiche. Più efficace, invece, è la descrizione delle sue manie, che si esplica nelle regole ferree che impone alle sue vittime. Che mirano ovviamente a cancellarne l’identità. Proprio come quando, hitcockianamente, tinge di biondo platino i capelli di Jasmin per renderla uguale a Lena.
La recensione in breve
La mia prediletta è una miniserie che si segue con grande passione e trepidazione e che, al netto della descrizione piuttosto superficiale e frettolosa del villain, resta uno spettacolo godibile.
- Voto CinemaSerieTV.it