Se vi state chiedendo qual è il significato del titolo della serie Netflix Ni una mas, questo si rifà allo slogan contro la violenza sulle donne e i femminicidi in Messico, coniato dalla poetessa e attivista messicana Susana Chávez nel 1995. Uno slogan doloroso e pieno di dignitosa rabbia, volto a denunciare gli omicidi sistematici delle donne nella sua città natale, Ciudad Juárez, a metà degli anni Novanta prima che, nel 2011, lei stessa fosse vittima di femminicidio.
La serie Netflix spagnola riprende lo slogan di Chávez per affrontare proprio queste tematiche e raccontare la storia di Alma, una ragazza vittima di abuso che, insieme alle sue amiche, combatterà per tutte le ragazze che hanno subito una qualche forma di violenza.
Susana era una donna poliedrica: insegnava all’Istituto di Cultura di Chihuahua, scriveva fin dall’età di undici anni, partecipava a progetti audiovisivi e studiava psicologia e amministrazione. Negli anni Novanta, è stata la prima donna a denunciare come Ciudad Juárez, con le sue maquiladoras, i ponti e la vicinanza agli Stati Uniti, fosse diventato un luogo pericoloso per le donne. Le giovani lavoratrici delle maquiladoras, cameriere, impiegate e studentesse sono, tutt’oggi, le principali vittime delle sparizioni e delle violenze. Vengono rapite, private della libertà, sottoposte a violenze sessuali e infine uccise, i loro corpi spesso mutilati e abbandonati. In altri casi, le donne scomparse non vengono mai ritrovate, lasciando le famiglie senza alcuna notizia sul loro destino.
Nel 1995, Susana coniò la frase che sarebbe diventata emblematica della lotta contro i femminicidi nella città di confine e che avrebbe poi lasciato il segno nel movimento femminista in Messico: “Ni una muerta más” (Non una donna morta in più). Il movimento #NiUnaMás prende il nome dal verso della poetessa messicana, che è diventato una bandiera per la lotta contro la violenza sulle donne.
Il procuratore Carlos Manuel Salas ha definito il femminicidio di Susana un “incontro sfortunato”, cercando chiaramente di attribuire la responsabilità della sua morte alla stessa vittima. Susana era uscita per incontrare degli amici e, dopo essere stata in un bar, ha incontrato tre diciassettenni che l’hanno violentata, asfissiata e mutilata. Il suo corpo è stato trovato in una strada di Chihuahua il 6 gennaio 2011, con la testa in un sacco nero e la mano sinistra mozzata.
In un clima di totale impunità, Susana è stata uccisa perché donna e per il suo attivismo, proprio come le donne per le quali lottava e gridava con la sua voce e le sue parole. Ciudad Juárez è diventata simbolo del femminicidio, come racconta la storia della lotta femminista per la verità e la giustizia.
In Argentina, il movimento delle donne, a partire dal primo #NiUnaMenos del 2015, è riuscito con scioperi e mobilitazioni massicce a portare all’attenzione dell’opinione pubblica la questione della violenza contro le donne. Dal 10 aprile 2015, grazie a questo crescente movimento e mobilitazione, la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, presentata dalla “Campagna nazionale per il diritto all’aborto”, è stata discussa per la prima volta ed è ora una realtà sancita dalla Costituzione argentina.
Basata sul romanzo Ni Una Más di Miguel Sáez Carral la serie, di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione, esplora la forza e la resilienza di una ragazza che fa sentire la sua voce, a prescindere dalle conseguenze. La diciassettenne Alma (Wallace) sta per finire il liceo, insieme alle sue migliori amiche Greta (Galle) e Nata (Villaverde). Dopo che Alma denuncia alla polizia una violenza sessuale, tutto cambia: le sue amicizie, l’opinione che tutti hanno di lei a scuola, il suo futuro. Tuttavia, Alma non si tirerà indietro ed è determinata a farsi sentire. Ma cosa è successo davvero? La serie ripercorre la sua vita fino alla notte in questione e le conseguenze della sua accusa – compresa l’apposizione di un enorme striscione davanti all’ingresso della scuola: “Attenzione! Uno stupratore si nasconde lì dentro!”. Anche se la serie tv non è direttamente ispirata a una storia vera, la storia di Alma, Berta e le sue amiche è quanto mai attuale e, rifacendosi allo slogan dell’attivista Susana Chávez, crea un ponte tra passato e un presente in cui, purtroppo, le donne devono ancora lottare per fare sentire la propria voce.
Interpretata da Nicole Wallace, Clara Galle e Aïcha Villaverde, la serie è stata creata da José Manuel Lorenzo (La Caza: Monteperdido) e Carral. È stata diretta da Eduard Cortés (Hold Up!), David Ulloa (The Snow Girl) e Marta Font (The Vault).