Uno degli aspetti più curiosi di The Sandman, serie tratta da Neil Gaiman, disponibile su Netflix, riguarda la malattia del sonno di cui si parla nel primo episodio. Si tratta di una patologia che prende spunto da una storia vera, un’epidemia di encefalite letargica verificatasi dal 1916 al 1927, che fece molte vittime. Una malattia di cui, tra l’altro, si parla anche ne film Risvegli, con Robin Williams.
È sempre delicato quando fumetti, film e serie TV dal contenuto fantastico ma ambientati in un mondo simile al nostro devono alludere a eventi reali (questioni come le guerre mondiali e l’11 settembre, ad esempio). Tra gli esempi più affascinanti ed efficaci c’è The Sandman, sia come creazione di Neil Gaiman che come adattamento per Netflix, dove la prima stagione ha debuttato due giorni fa con i dieci episodi tutti insieme.
Per l’esattezza, la prima annata adatta i primi due volumi del fumetto, e nel primo di questi il protagonista viene rapito e tenuto prigioniero per anni (70 nel fumetto, 106 nell’adattamento televisivo, coerentemente con l’anno di pubblicazione delle due versioni). Durante la sua reclusione, il mondo è colpito da una malattia del sonno che dura fino al suo ritorno a casa. Ebbene, questa non è farina del sacco di Gaiman, bensì una versione romanzata di una vera epidemia di encefalite letargica che circolò tra il 1916 e il 1927, portando a un sonno ininterrotto seguito, per chi sopravviveva, da lunghi periodi di catatonia.
L’argomento è già stato parzialmente trattato al cinema nel film Risvegli del 1990, dove un nuovo farmaco permette ai superstiti in coma di uscirne e adattarsi a una nuova vita dopo anni di stato vegetativo. Il lungometraggio di Penny Marshall valse una nomination all’Oscar a Robert De Niro (nei panni di uno dei pazienti), e nel cast c’è anche Peter Stormare, che nel 2005 è stato Lucifero in Constantine, il cui personaggio principale appare – in versione femminile – anche in The Sandman, con il volto di Jenna Coleman.