Tra le serie più di successo su Netflix dell’ultimo periodo c’è Ni una más, la serie spagnola tratta dal romanzo di Miguel Sáez Carral che parla di abuso in tutte le sue forme, e ragiona in maniera puntuale e intelligente sul valore del consenso. La serie ha per protagoniste un gruppo di amiche arrivate all’ultimo anno del liceo, ognuna di loro sta vivendo una situazione difficile e subisce, in maniere diverse, delle violenze: all’inizio della serie, scena che viene ripresa nell’episodio finale, troviamo una delle quattro, Alma (Nicole Wallace), che ha appeso uno striscione davanti alla sua scuola con scritto “Attenzione, questa scuola nasconde uno stupratore”. Questo gesto segna finalmente la necessaria ribellione di Alma e delle sue coetanee: non sono più disposte a restarsene in silenzio e punteranno il dito contro chi le abusa. Nella spiegazione del finale che segue ripercorreremo insieme cosa succede nell’ultimo episodio di Ni una más, spiegandovi il significato dell’atto di ribellione di Alma e delle sue coetanee.
Che cosa succede nell’ultimo episodio di Ni una más?
Come abbiamo menzionato nella nostra recensione di Ni una más, Alma aveva creato il profilo per vendicare la sua amica Berta, la quale le aveva confessato di essere stata abusata per mesi dal loro insegnante di storia quando aveva solo tredici anni. Purtroppo, Berta si è tolta la vita perché temeva che Alma non le credesse del tutto, e pensasse che avesse mentito sulle violenze subite. Alma viene portata dalla polizia e si trova di fronte a Mercedes Garcia, la donna di cui la sua amica Greta è innamorata. Alma le racconta tutto, spiegando che lei e Berta hanno creato il profilo social per portare attenzione sugli abusi subiti, ma non ci sono prove per dimostrare la veridicità del racconto di Berta. Mercedes scopre che in passato Berta aveva persino denunciato il professore di storia, ma le accuse erano state archiviate per mancanza di prove. Inoltre, poiché Berta soffriva di un disturbo mentale, nessuno le aveva creduto.
Alma viene sospesa dalla scuola, tuttavia decide di fare un’ultima improvvisata, cercando ci chiarirsi le idee su quanto accaduto, e nota una giovane studentessa in piedi davanti all’ufficio dell’insegnante di storia. La ragazza è chiaramente spaventata (al punto da farsi la pipì addosso), il che fa comprendere ad Alma che l’uomo è effettivamente un molestatore e che ciò che è accaduto a Berta è totalmente vero. Alma manda via la ragazza e entra subito nell’ufficio, minacciando l’uomo di rivelare la verità su ciò che fa.
Alma decide di coinvolgere i suoi genitori e insieme preparano uno striscione da appendere fuori dalla scuola. Il giorno seguente, il padre – ora pienamente solidale e fiero di lei – accompagna Alma a scuola e lei appende lo striscione al cancello. Rimane lì da sola, in attesa che gli studenti si uniscano a lei nella lotta contro l’insegnante di storia e la scuola. Inizialmente, tutti i suoi compagni si radunano alle finestre sembrando prendere in giro Alma; tuttavia, quando la giovane studentessa che aveva incontrato davanti all’ufficio dell’insegnante di storia, Bambi, si avvicina e la abbraccia, la situazione cambia. Anche Greta arriva per sostenerla e piano piano altri studenti iniziano ad uscire dall’istituto per unirsi alla silenziosa protesta. Alma pubblica un ultimo post sui social, rivelando l’identità dello stupratore menzionato nello striscione, rendendo noto a tutti che si tratta dell’insegnante di storia.
A questo punto anche Nata cambia idea, lascia finalmente – e di fronte a tutti – il suo ragazzo Alberto, minacciandolo di denunciarlo per il tentato stupro insieme ai suoi amici (in un episodio precedente la ragazza era stata quasi violentata dal gruppo e si è salvata per l’arrivo delle forze dell’ordine sul posto) e per aver mandato foto oscene ad Alma. La ragazza esce così dalla scuola e si unisce agli altri, chiedendo silenziosamente scusa all’amica per tutto quello che è accaduto tra loro.
Il gruppo di studenti davanti alla scuola si fa sempre più numeroso e il preside non riesce in nessun modo a farli rientrare in classe, nemmeno minacciandoli dell’arrivo della polizia. Guardia Civil, guidata da Mercedes, arriva sul posto, ma non per disperdere i ragazzi ma per arrestare finalmente il professore di storia. Grazie ai post sui social di Alma e Berta un’altra ragazza, di un’altra scuola, ha deciso infatti di farsi avanti e lo ha denunciato per averla abusata anni prima, quando lui ancora lavorava in un altro istituto. Anche Bambi testimonierà contro di lui, che verrà così processato per i suoi crimini.
Che cosa succede ad Alma?
Negli ultimi minuti di Ni una más ritroviamo Alma mesi dopo, pronta a partire in tour con la sua DJ preferita lavorando come sua social media manager. Greta e Alma si salutano (parlando anche del fratello di Greta, ora in viaggio da solo per il Sudest asiatico e a cui Alma “ha spezzato il cuore“), sono tristi ma sanno che si rivedranno presto, e che la loro amicizia è abbastanza forte per sopravvivere alla distanza. I genitori l’accompagnano all’aeroporto orgogliosi di lei, entrambi sono finalmente tranquilli per la figlia e sanno che – visto quello che ha affrontato nell’ultimo anno – saprà cavarsela da sola in qualsiasi situazione.
La spiegazione del finale di Ni una más
L’episodio finale ci svela che tutto quello che aveva detto Berta è realmente accaduto, tra i messaggi della serie c’è quindi anche l’importanza di ascoltare le vittime, che spesso purtroppo non vengono credute. È così comune che non vengano prese sul serio che spesso scelgono di non denunciare proprio per questo, perché si danno già per sconfitte ancora prima di rivelare quello che gli è accaduto.
La serie ci ha fatto volutamente credere, mostrandoci fin dal primo episodio Alma davanti allo striscione, che fosse lei la vittima dell’abuso, in realtà lei – pur avendo subito una forma di violenza – stava denunciando quanto accaduto a Berta. La finalità di Ni una más, e lo capiamo proprio per la sua struttura narrativa ad incastro, è quella di denunciare diversi tipi di abuso, parlando di tante storie diverse, ma comunque sempre importanti: la manipolazione che Nata subiva nella sua relazione; la violenza che Alma ha vissuto in stato di ebbrezza; o il terrore a cui Berta e altre compagne di scuola sono state sottoposte dal loro professore. La serie racconta solo alcuni esempi di una miriade di casi simili che accadono ogni giorno in tutto il mondo.
Il finale, però, ribalta completamente il tono e il messaggio si fa decisamente positivo: l’unica strada per combattere la violenza contro le donne è quella della sorellanza e del sostegno reciproco, e lo scopriamo guardando Alma, Nata e Greta insieme davanti allo striscione. Insieme possiamo trovare la forza per parlare, per denunciare e per far sì che queste cose non accadano più a “ni una más“, a nessun’altra.