La serie: Ahsoka, 2023. Creata da: Dave Filoni. Cast: Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo, Mary Elizabeth Winstead, Ray Winstone, Ivanna Sakhno, Diana Lee Ilosanto, David Tennant, Lars Mikkelsen, Eman Esfandi.
Genere: fantascienza, azione, avventura. Durata: 45 minuti ca./ 8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+ (screener), in lingua originale.
Trama: Ahsoka Tano deve fermare un gruppo di dissidenti alla ricerca di uno dei più formidabili nemici della Ribellione: il Grande Ammiraglio Thrawn.
Tra gli eventi più apprezzati del nuovo corso di Star Wars c’è stato, nella seconda stagione di The Mandalorian, l’esordio in live-action di Ahsoka Tano, uno dei personaggi più interessanti del franchise degli ultimi anni. Personaggio che ora ha diritto a una propria avventura su Disney+, a firma del suo creatore Dave Filoni, che ha approfittato della nuova dimensione seriale della creatura di George Lucas per continuare con attori in carne e ossa la storyline portata avanti alcuni anni addietro in forma animata in Star Wars Rebels, di cui questa miniserie è a tutti gli effetti la quinta stagione ufficiosa. Di questo parliamo nella nostra recensione di Ahsoka, che si basa sulla visione in anteprima dei primi due episodi (su otto, distribuiti, come da consuetudine, a cadenza settimanale).
La trama: a volte ritornano
Accantonate – per ora – le sue vicende con Din Djarin, Grogu e Luke Skywalker, Ahsoka sta indagando su un gruppo, leale all’Impero e che nelle sue fila vanta degli ex-Jedi votati al Lato Oscuro dopo essere sopravvissuti all’Ordine 66, che avrebbe scoperto come far tornare dal suo esilio in una galassia remota uno dei più formidabili avversari della Ribellione: il Grande Ammiraglio Thrawn, brillante stratega che prima di sparire senza lasciare traccia aveva dato tanto filo da torcere agli alleati di Ahsoka. Ed è proprio a loro che si rivolge l’ex-allieva di Anakin Skywalker, chiedendo a Hera Syndulla e Sabine Wren, con l’aiuto del droide Chopper, di darle una mano, anche perché trovare l’ubicazione di Thrawn vorrebbe dire avere forse delle risposte agli interrogativi su dove sia finito il loro amico Ezra Bridger, anch’egli irreperibile da alcuni anni.
Il cast: volti nuovi e non
Al centro di tutto, e nuovamente nei panni di Ahsoka, c’è Rosario Dawson, perfettamente calata nei panni della guerriera segnata dal tempo e dalle battaglie fisiche e spirituali. Altri due graditi ritorni, questa volta dalle serie animate, sono David Tennant come voce del droide Huyang e (anche se non nei due episodi mostrati alla stampa) Lars Mikkelsen come interprete di Thrawn. Prevista anche, in almeno un episodio della miniserie, un’apparizione di Hayden Christensen nel ruolo di Anakin Skywalker, così come di Genevieve O’Reilly in quello di Mon Mothma. Hera e Sabine, carismatiche come sempre nonostante il cambio di attrici, sono rispettivamente Mary Elizabeth Winstead e Natasha Liu Bordizzo. L’antagonista principale, il Jedi votato al male Baylan Skoll, è Ray Stevenson (già coinvolto nelle serie animate ma con un altro ruolo), qui nell’ultimo progetto completato prima della sua improvvisa morte tre mesi prima del debutto dello show. Il primo episodio lo omaggia con la dedica “Al nostro amico Ray” all’inizio dei titoli di coda.
Avere le idee chiare
Fermo restando che gli episodi rimanenti potrebbero smentirci, l’impressione lasciata dai primi due capitoli è che Filoni, lavorando completamente da solo senza il socio Jon Favreau e firmando la sceneggiatura dell’intera miniserie (e la regia del primo episodio), sia perfettamente nel suo elemento potendo continuare a raccontare le storie a cui lui stesso ha dato inizio, anziché fungere da ospite nei territori narrativi dei colleghi. E se negli anni scorsi, in particolare con le vicende seriali di Boba Fett e Obi-Wan Kenobi, c’era il sentore di un approccio maldestro da parte di chi aveva dovuto convertire le idee per dei lungometraggi in storie più lunghe per lo streaming, qui è evidente che l’autore, da sempre abituato a ritmi e strutture del piccolo schermo, abbia un piano preciso in mente per approfondire ulteriormente la storia di Ahsoka, il personaggio che lui ha creato quasi vent’anni fa e sa gestire meglio di chiunque altro. E lo fa con tutti gli ingredienti giusti per accontentare i fan delle produzioni animate, tra cui il ritorno di Kevin Kiner per le musiche, ma sapendo anche che occorre venire incontro a chi non ha seguito l’intera vicenda (incluse le precedenti apparizioni live-action della protagonista). Un equilibrio delicato, ma che almeno in questa prima ora e mezza restituisce al franchise quella dimensione epica che ultimamente era stata un po’ annacquata.
La recensione in breve
Dave Filoni, questa volta senza il socio Jon Favreau, ritrova la sua creatura prediletta e attorno a lei costruisce una miniserie che traduce bene in live-action tematiche e storyline precedentemente viste nelle serie animate di Star Wars.
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Voto CinemaSerieTV