La serie: Alessandro Magno: Come nasce una leggenda, 2024. Creata da: Hugh Ballantyne e Stuart Elliott. Cast: Buck Braithwaite, Mido Hamada, Steven Hartley, Jadran Malkovich, Kosha Engler e Calliope Limneos-Papakosta. Genere: Storico. Durata: 6 episodi/45 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: L’ascesa del conquistatore Alessandro Magno, principe macedone che cambiò il corso della Storia antica.
Il catalogo Netflix è ricchissimo di documentari, dai true crime a quelli storici; tra questi ultimi ce ne sono alcuni che che appartengono ad un genere ibrido, tra il resoconto storico preciso e il racconto di fiction. L’esempio più calzante di questo mix molto particolare è la serie Gli Ultimi Zar, che narra l’ascesa e la caduta di Nicola II, ma anche la recente (e criticatissima) Regina Cleopatra. In questi documentari (anche se è difficile definirli propriamente come tali) lunghe ricostruzioni – veri e propri segmenti di serie in costume – si mescolano ad interventi di esperti, tra storici e archeologi.
Come vedremo in questa recensione di Alessandro Magno: Come nasce una leggenda anche lo show diretto da Hugh Ballantyne e Stuart Elliott sceglie questo approccio particolare, ripercorrendo la vita del famosissimo conquistatore macedone ricostruendone il personaggio a tutto tondo, anche nella sua vita più intima e meno pubblica. La scelta giusta per raccontare il percorso di una figura storica come questa? A nostro parere no: per quanto l’epopea di Alessandro sia indubbiamente interessante a accattivante, una narrazione di questo tipo finisce inevitabilmente per perdere di veridicità storica, dando più spazio all’interpretazione (possiamo anche usare la parola “invenzione”) di come fosse Alessandro nel suo privato piuttosto che delinearne il percorso basandosi esclusivamente su quello che ci hanno trasmesso le fonti. Un approccio che privilegia l’intrattenimento rispetto al racconto del reale; un’approccio che funziona per un film o per una serie di fiction, ma non per un documentario.
Alessandro Magno diventa un Dio
La serie si apre con un giovane Alessandro, appena ventenne, di ritorno in Macedonia dopo un autoimposto esilio di un anno. Con lui ci sono i compagni di sempre, Tolomeo ed Efestione (a cui è legato da sentimenti molto più profondi dalla semplice amicizia). Il ritorno del principe coincide con la morte del re: Filippo viene ucciso a sangue freddo da una delle sue guardie del corpo, probabilmente al mando della regina Olimpia, assetata di potere per sé stessa e per il figlio. Da qui comincia il percorso di conquista di Alessandro, che diventato sovrano espanderà i confini della Macedonia all’Asia Minore e poi all’Egitto, minando il dominio dell’impero persiano di Dario III.
Re, conquistatore, generale e semidio: Alessandro era tutto questo, una figura che ha avuto un’influenza enorme sul mondo dell’epoca e che gli ha ridato forma, partendo dalla fondazione della sua città, Alessandria d’Egitto. È anche nell’Alessandria di oggi che veniamo trasportati episodio dopo episodio, seguendo il lavoro della famosa archeologa Calliope Limneos-Papakosta, occupata da una vita a riportare alla luce le vestigia dell’impero di Alessandro Magno.
Fiction o documentario? Questo è il problema!
Come vi anticipavamo in apertura questo mix tra fiction e documentario nel caso del racconto della vita di Alessandro Magno non funziona particolarmente bene: lo spettatore ha la sensazione di assistere più ad una storia di finzione che a un resoconto storico. Questo perchè, laddove si è costretti a riempire “i vuoti” delle fonti, si finisce per prendersi troppe libertà, ammantando i personaggi di una patina fin troppo moderna e posticcia. Le parti più coinvolgenti sono quelle accompagnate dal commento degli esperti, che ci riportano nel contesto documentaristico, e ci catturano perchè dipingono con precisione il mondo antico in cui questi personaggi si muovevano.
Parlando poi di narratori esterni, ci chiediamo il perchè della scelta di aggiungerne un secondo, oltre a quelli “moderni” come storici ed archeologi: un’anziana donna egiziana, il famoso oracolo di un tempio che ad un certo punto si incontra con Alessandro, apre e chiude ogni episodio annunciando quanto accaduto con tono solenne. La sua presenza è decisamente ridondante e, anche in questo caso, finisce per togliere di veridicità storica all’operazione nel suo complesso.
Se la scelta di mixare i generi in un prodotto come Gli ultimi zar funzionava piuttosto bene – si tratta di una storia a noi “vicina”, e le fonti a riguardo, anche fotografiche, sono innumerevoli – nel caso di Alessandro Magno: Come nasce una leggenda il risultato è un miscuglio artefatto che non convince mai a fondo. Detto questo, però, la storia del grande conquistatore macedone è di per se talmente interessante da catturare comunque lo spettatore, trascinato in imprese che hanno davvero dell’incredibile per l’epoca in cui sono state compiute.
La recensione in breve
Alessandro Magno: Come nasce una leggenda è un particolare mix tra fiction e documentario, la storia - essendo quella di Alessandro Magno! - cattura e coinvolge, ma molte delle scelte narrative fatte dagli autori non convincono per niente.
- Voto CinemaSerieTV.it