La serie: Apple Cider Vinegar, 2024. Creata da: Janine Nabers, Laura Gibson. Cast: Kaitlyn Dever, Alycia Debnam-Carey, Tilda Cobham-Hervey, Aisha Dee, Jack Colgrave Hirst, Geraldine James. Genere: Drammatico, biografico, crime.
Durata: Circa 50 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima stampa su Netflix.
Trama: Basata sulla vera storia di Belle Gibson, l’influencer australiana che ha finto di avere il cancro per costruire un impero nel mondo del benessere. La serie racconta la sua ascesa e la sua caduta, alternando il periodo del successo mediatico al momento in cui le sue bugie vengono smascherate. Attraverso un’estetica ispirata ai social media e una narrazione frammentata, Apple Cider Vinegar esplora il lato oscuro dell’influencer marketing e della disinformazione sulla salute.
A chi è consigliato? A chi ama le storie di truffatori e il true crime, agli appassionati di serie come The Dropout o Inventing Anna, e a chi è interessato a una riflessione critica sul mondo dei social media e della cultura wellness.
La seconda decade degli anni 2000 ha segnato un periodo d’oro per i social social media, in particolare per una celebre app nata come piattaforma per mettere in mostra il proprio talento fotografico. A quei tempi un semplice scatto di una tazza di tè al limone o di un piatto di verdure poteva generare migliaia di like, ed è proprio in quel periodo che è emersa la figura di Belle Gibson, un’influencer australiana che ha costruito un impero sulla presunta guarigione dal cancro grazie a una dieta naturale e a uno stile di vita sano.
Peccato che fosse tutto falso: Belle non aveva mai avuto il cancro e le sue promesse di guarigione erano solo un elaborato inganno. Netflix porta questa incredibile storia sullo schermo con la miniserie Apple Cider Vinegar, un prodotto che, tra il dramma e la critica sociale (partendo da premesse molto simili a successi come Inventing Anna), ricostruisce l’ascesa e la caduta di una delle più celebri truffatrici del mondo digitale.
Una narrazione frammentata tra presente e passato

La serie adotta una struttura narrativa non lineare, alternando momenti del 2015, quando Belle si trova a dover affrontare le conseguenze delle sue bugie, a flashback che mostrano la nascita del suo personaggio pubblico e la meticolosa costruzione del suo inganno. Lo spettatore assiste così all’elaborazione della sua menzogna iniziale, al successo del suo libro e della sua app The Whole Pantry e, infine, alla progressiva scoperta delle sue frodi da parte di giornalisti e vittime.
Questa scelta stilistica, certamente pensata per dare un certo ritmo alla narrazione e quel tocco di prestigio in più alla sceneggiatura, rischia di rendere il racconto meno incisivo, finendo per confondere lo spettatore (a cui non sempre è chiaro in che linea temporale ci troviamo) più che ad approfondire realmente la vicenda.
Kaitlyn Dever: un’interpretazione magnetica

Al centro della serie troviamo Kaitlyn Dever (Booksmart, Dopesick), che offre un’interpretazione intensa e sfaccettata di Belle Gibson. La sua performance cattura alla perfezione la trasformazione della protagonista: da giovane insicura e desiderosa di attenzione, a bugiarda compulsiva pronta a tutto pur di proteggere il proprio impero. Dever riesce a trasmettere con maestria sia il carisma che ha reso Belle una figura così influente, sia la spietata freddezza con cui ha manipolato migliaia di persone malate e persino organizzazioni benefiche.
Oltre a Belle, la serie introduce altri personaggi chiave che aiutano a delineare il contesto del suo inganno. Tra questi spicca Milla Blake (Alycia Debnam-Carey), una giovane donna che, a differenza di Belle, è realmente malata di cancro e sceglie di affidarsi a rimedi alternativi piuttosto che alla medicina tradizionale. La sua storia è ispirata a Jessica Ainscough, una vera influencer del mondo “wellness” che ha rifiutato le cure mediche fino a perdere la vita. Anche il personaggio di Milla viene rappresentato con profondi lati oscuri, e la sua ossessione per metodi di cura alternativa la rendono un pericolo tanto per se stessa come per gli altri. A differenza di Belle, però, Milla affronta un percorso di redenzione negli episodi conclusivi e lo spettatore non può fare altro che sentirsi particolarmente coinvolto nella sua storia.
Altre figure di rilievo sono Lucy (Tilda Cobham-Hervey), una paziente oncologica che abbandona le cure convinta di poter guarire grazie ai consigli di Belle, e Chanelle (Aisha Dee), amica di Milla, che si rende conto troppo tardi di essere stata coinvolta in una truffa. La loro presenza aggiunge un livello emotivo alla narrazione, mostrando non solo le conseguenze fisiche, ma anche quelle psicologiche e finanziarie dell’inganno. Nella serie appare anche una veterana del cinema australiano ed internazionale, Essie Davis, nel ruolo della madre di Belle: il suo è un personaggio affascinante e complesso, capace di rubare la scena ogni volta che viene inquadrata.
Estetica Instagram e il fascino del “true crime”

Visivamente, Apple Cider Vinegar utilizza un’estetica che richiama direttamente il mondo dei social media: schermi pieni di commenti, notifiche e like, inquadrature patinate e una colonna sonora pop che include brani come Toxic di Britney Spears. Se da un lato questo stile contribuisce a ricreare il contesto dell’epoca, dall’altro crea un contrasto stridente con il tema centrale della serie: il cancro. Questa dualità è al tempo stesso una scelta coraggiosa e un’arma a doppio taglio, poiché rischia di rappresentare in modo esageratamente superficiale un argomento di grande delicatezza.
Tra denuncia e spettacolarizzazione

Un elemento distintivo della serie è la sua volontà di riflettere sul genere “true crime” e sul modo in cui le storie di truffatori vengono raccontate. Sin dal primo episodio, i personaggi rompono la quarta parete per ricordare agli spettatori che si tratta di “una storia vera basata su una bugia”. Ma Apple Cider Vinegar riesce davvero a denunciare questi fenomeni, o finisce per glamourizzare la figura della truffatrice? La risposta non è così semplice: se da un lato la serie non cerca di giustificare Belle, dall’altro utilizza espedienti narrativi tipici delle storie di successo, rendendo il suo percorso quasi affascinante.
La stessa domanda ce l’eravamo posta dopo la visione di Investing Anna, un altro racconto seriale su una celebre truffatrice, e anche li la risposta è stata la stessa: la critica sociale a tratti vacilla, ma resta comunque piuttosto efficace. Detto questo, poi, tanto la storia di Anna Delvey come quella di Belle Gibson sono materiale per show di grandissimo intrattenimento, che terranno lo spettatore incollato allo schermo dai primi agli ultimi episodi.
Chi conosce la storia di Belle Gibson sa già come va a finire: le sue bugie vengono smascherate e la truffatrice viene condannata a pagare quasi mezzo milione di dollari, cifra che non ha mai restituito. Ma il vero messaggio di Apple Cider Vinegar non è solo la caduta di Belle, bensì l’analisi di un’industria – quella del “wellness” e dei social media – che continua a prosperare grazie alla disinformazione. Oggi la storia di Belle resta più attuale che mai.
La recensione in breve
Apple Cider Vinegar è una miniserie che racconta l’incredibile ascesa e caduta di Belle Gibson, influencer australiana che ha finto di avere il cancro per costruire un impero nel mondo del benessere. Con una narrazione frammentata e un’estetica ispirata a Instagram, la serie esplora il lato oscuro del wellness e dell’influencer marketing. La performance di Kaitlyn Dever è il cuore pulsante dello show, ma la serie non riesce sempre a bilanciare l’intrattenimento con la denuncia sociale.
Pro
- Interpretazione eccezionale di Kaitlyn Dever
- Storia affascinante e attuale
- Critica al mondo dei social e dell’influencer marketing
- Estetica accattivante e colonna sonora pop coinvolgente
Contro
- Narrazione non lineare che può risultare confusionaria
- Contrasto tra la leggerezza dello stile e la drammaticità della storia
- Approfondimento limitato sugli effetti reali della disinformazione sanitaria
- Rischio di spettacolarizzazione della truffa
- Voto CinemaSerieTV.it