La serie: Billions 7, del 2023 Creata da: Brian Koppelman, David Levien, Andrew Ross Sorkin. Cast: Damien Lewis, Paul Giamatti, Corey Stoll, Maggie Siff. Genere: Drammatico. Durata: 55 minuti/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Paramount Plus.
Trama: Deposto per la seconda volta dall’incarico, l’ex procuratore Chuck Rhoades non si dà per vinto, e conquista l’attenzione dei mass media. Nel frattempo Michael Prince si prepara alla scalata verso la Casa Bianca, ma Wendy è pronta a tutto per impedirlo: persino a richiamare il mitico Bobby Axelrod nella spietata arena finanziaria di New York …
Sette stagioni, ottantaquattro episodi, un cast stellare e una girandola di guest star (dai Metallica a John Malkovich) di altissimo profilo: con le nuove puntate, in uscita ogni settimana sia su Paramount Plus che su NOW e Sky Atlantic, Billions si prepara ad apporre il sigillo conclusivo su un percorso davvero impressionante, iniziato nel 2016 con un effervescente “scontro tra titani” che vedeva contrapposti lo squalo della finanza Bobby Axelrod (Damien Lewis) e l’ostinato procuratore Chuck Rhoades (Paul Giamatti) in una battaglia senza esclusione di colpi.
Con il passare degli anni, la storia si è fisiologicamente evoluta, nuovi contendenti hanno conquistato la luce dei riflettori e la serie si è trasformata in un provocatorio e dissacrante ritratto del mondo dell’alta finanza americana, sia pure rielaborato in chiave romanzata e talora volutamente parodica (ma, in questo settore, chi può davvero sapere dove finisce la realtà e inizia la fantasia?).
In Italia, purtroppo, a differenza di altri titoli assai meno meritevoli, Billions non è mai riuscita a conquistarsi quella notorietà che ha invece contraddistinto la sua cavalcata sulle tv americane, ma a lungo andare si è comunque ritagliata un pubblico di fedeli appassionati.
Scopriamo come si conclude questo lungo viaggio la nostra recensione della settima e ultima stagione di Billions.
La trama: qualcuno fermi Michael Prince!
Ci eravamo lasciati con il Michael Prince di Corey Stoll determinato a tentare la scalata alla Casa Bianca, e i suoi piani non sono affatto cambiati. Anzi, lo spregiudicato magnate della finanza newyorkese intende addirittura affrettare i tempi e annunciare la sua candidatura già nel 2024.
Wendy, però, è decisa a ostacolarlo con ogni mezzo a sua disposizione, perché dietro l’imperturbabile facciata di Prince intravede un uomo pericoloso e inarrestabile, che potrebbe mettere in ginocchio la democrazia americana e il mondo intero allo stesso modo con cui ha messo k.o. i suoi avversari nel mondo della finanza.
Chuck Rhoades, da parte sua, si sta appena iniziando a riprendere dall’ultimo colpo infertogli da Prince al termine dell’indagine sulle criptovalute, valsogli la carica di procuratore e anche un’indagine penale a suo carico che sta rapidamente trascinando nel fango la sua immagine pubblica.
Grazie a un’improbabile alleanza, però, l’ex mastino delle aule giudiziarie di New York è pronto a tornare in sella, facendo leva sul potere dei mass media e sulla mutevolezza dell’opinione pubblica.
Wendy, nel frattempo, è alla ricerca di alleati nel complotto sotterraneo contro Prince, ma, anziché rivolgersi al suo ex marito, sceglie di unire le forze con Mason e Wags per riportare a New York l’unico uomo capace di fermare l’ambizioso magnate della finanza: il mitico Bobby Axelrod.
Ma quali dinamiche si instaureranno tra Axe, Chuck e Prince nell’imminente scontro finale?
Il ritorno del re
Inutile negarlo: malgrado una solida scrittura e una sapiente gestione delle varie storyline, la sesta stagione ha sofferto pesantemente l’assenza del Bobby Axelrod di Damien Lewis, una delle due colonne portanti dell’intera serie insieme al monumentale Chuck Rhoades di Paul Giamatti.
Il suo successore Corey Stoll (Mike Prince) ha fatto un ottimo lavoro per non farlo rimpiangere e, da parte loro, gli sceneggiatori hanno messo in campo un arco narrativo quasi profetico, capace di anticipare efficacemente lo scandalo Qatargate e raccontare in maniera quanto mai corrosiva le torbide dinamiche di potere che si celano dietro le quinte dell’organizzazione di eventi sportivi internazionali come i mondiali di calcio o, nel caso concreto, i giochi olimpici.
Ciò nonostante, Billions ha pagato a caro prezzo l’addio di Axe, e sono in molti a non aver gradito fino in fondo l’evoluzione della serie dopo il ritiro di Damien Lewis, dettato dal lutto per la morte della moglie Helen McCrory e alla scelta di dedicarsi alla famiglia.
Per l’ultima stagione, però, gli autori sono riusciti a convincere Lewis a tornare nel cast, e l’impatto sulla narrazione è già palpabile fin dall’emozionante epilogo del primo episodio: al carisma naturale della star britannica di Band of Brothers e Homeland sono sufficienti poche scene per risollevare le sorti di Billions, che però, al tempo stesso, beneficia anche dell’evoluzione dello scenario tracciata in sua assenza.
Rivedere Lewis sullo schermo non potrà che emozionare tutti coloro che hanno seguito Billions fin dalla prima ora, ma un bonus narrativo non indifferente è rappresentato proprio dalla simultanea presenza nell’arena dello spietato e pericoloso Michael Price, che riveste ora i panni della “variabile impazzita” con cui i due vecchi rivali Axe e Chuck dovranno fare i conti prima che sia troppo tardi.
Formula vincente
Anche a sette anni dal suo debutto, Billions riesce ad affascinarci e regalare emozioni grazie a una sceneggiatura solida e un cast con qualità attoriali nettamente al di sopra della media (oltre ai già citati Lewis, Giamatti e Stoll non possiamo, ad esempio, non menzionare le superbe performance dell’ottima Maggie Siff e dell’istrionico David Constable).
Di certo anche in questa stagione gli autori sospingono la rotta narrativa ai confini della verosimiglianza, e forse anche oltre: pertanto, se siete alla ricerca di un ritratto misurato e oggettivo del mondo dell’alta finanza americana, vi conviene serenamente virare altrove, consapevoli però di esservi lasciati alle spalle uno spettacolo davvero effervescente e unico nel suo genere.
Senz’altro, se si guarda a Billions con la lente della più fredda verosimiglianza, le sbavature non mancano affatto. Tuttavia, a nostro avviso, va benissimo così: “Non lasciare mai – diceva Mark Twain – che la verità rovini una buona storia”, e mai come in questo caso la massima dello scrittore americano si rivela calzante.
Potete starne certi: pure quest’anno la formula vincente di Billions è più che confermata, e anche nel corso delle ultime 12 puntate ci attende una girandola di piani, complotti, colpi di scena e rese dei conti davvero spettacolari.
Come saprete, la serie non ha mai avuto l’ambizione di offrirci un documentario, o un’analisi puntigliosa all’insegna della sobrietà e del realismo: il suo punto di forza è sempre stato l’intrattenimento, e grazie ai suoi dialoghi spumeggianti e iperbolici, anche in questa stagione riesce a colpire nel segno.
Del resto, in un’epoca in cui una sceneggiatura di qualità è ormai merce rara, e le produzioni televisive sembrano puntare al massimo risparmio sul lavoro dei propri scrittori, non si può certo affermare che si tratti di poca cosa!
La recensione in breve
Grazie al graditissimo ritorno del mitico Bobby Axelrod di Damien Lewis, la settima stagione di Billions chiude in bellezza, regalandoci un ultimo ciclo di episodi vivace e avvincente, che fa leva su una solida sceneggiatura e sulle doti di un cast davvero fuori dal comune.
- Voto CinemaSerieTv